In Italia si predica l'antisemitismo e il governo tace
Interrogazione parlamentare di Souad Sbai a Viminale e Farnesina
Non è passato sotto silenzio l'allarme di Libero sul convegno “Musulmani in Italia: Essere per testimoniare”, organizzato dall'Ucoii e che si è svolto dal 6 all'8 gennaio scorsi a Bellaria, nel Riminese. Con un'interrogazione parlamentare, la deputata del PdL Souad Sbai punta i riflettori su alcune "star" del fondamentalismo islamico che vi hanno partecipato, fra le quali Rachid Ghannouchi, leader del partito An Nahda, costola tunisina dei Fratelli musulmani, e Tariq Ramadan, intellettuale di punta dei Fratelli musulmani. In particolare, dal ministro dell'Interno, Annamaria Cancellieri, e dal ministro degli Esteri, Giulio Terzi, si vuole sapere in base a quali criteri e informazioni sia stato concesso il visto d'ingresso al telepredicatore egiziano Sawfat Hijazi, che, come ha rivelato Libero è stato «inserito nel 2009 dal ministero dell'Interno britannico nella lista nera, fra le 22 personalità indesiderate sul territorio del Regno Unito» per il suo odio verso Israele. In pratica, per quale ragione in Italia si può predicare liberamente l'antisemitismo con il silenzio assenso delle autorità costituite? Sebbene siano tecnici, i ministri non dovrebbero trascurare «un'azione di controllo sull'attività proselitistica jihadista e qaedista messa in atto dai detti personaggi nel nostro Paese» Inoltre, la Sbai intende seguire le tracce del denaro raccolto durante il meeting e chiede «se il Governo intenda far sì che venga eseguita, per quanto di competenza, un'azione di controllo sulla destinazione dei fondi dal detto convegno ricavati». Il biglietto d'ingresso costava 110 euro a persona. Dove sono andati a finire i quattrini?