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L'ha detto il Corano: uccidere gli apostati non è reato

Lo stretto connubio fra violenza e islam

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Per entrare nella mentalità di Mohamed El Ayani, l'estremista islamico di Brescello che ha ucciso la propria moglie, Rachida Radi, sospettando che volesse convertirsi al cristianesimo, sarà utile ricostruire quale teoria conduca a pratiche così barbare. Il Corano, nella sura IV, «An-Nisâ'» (Le Donne), al versetto 89, recita: «Vorrebbero che foste miscredenti come lo sono loro e allora sareste tutti uguali. Non scegliete amici tra loro, finché non emigrano per la causa di Allah. Ma se vi volgono le spalle, allora afferrateli e uccideteli ovunque li troviate». L'hadîth XIV dei Quaranta hadith recita: «Non è lecito versare il sangue di un musulmano se non in tre casi: di chi, essendo sposato, commette adulterio; di chi deve pagare vita per vita; di chi rinnega la propria religione e abbandona la comunità».  Sine ira ac studio, sono solo strumenti per la riflessione sulla condizione degli apostati, qui in Italia dove formalmente non vige il diritto coranico.

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