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A picco i prezzi all'origine di peperoni, pomodori e arance. Il campo Italia rischia il crac

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La deflazione arriva in campagna e colpisce duro. I prezzi all'origine sono crollati per quasi tutte le colture. Il grano duro (quello utilizzato per la pasta) fa -24%, i peperoni -57%, il latte -34%, i pomodori -48 e le arance -54%. A fare i calcoli è la Coldiretti: «I prezzi di vendita», fa sapere la maggiore organizzazione di rappresentanza del settore, «sono scesi al di sotto dei costi di produzione, così agricoltori e allevatori sono spinti ad abbandonare terre e stalle». Non è un caso se l'Istat dà il Pil agriciolo in forte flessione. A pesare sui mercati all'origine è anche l'embargo russo. Ora che Mosca rinuncia ad acquistare i prodotti della terra made in Ue, sul mercato interno si riversano quantità crescenti di derrate alimentari. E l'eccesso di offerta fa precipitare i prezzi.L'effetto è quello di ampliare la forbice fra i nostri prezzi all'origine e la media di quelli europei. Ad esempio la carne dei suini allevati e macellati in Danimarca è Germania costa fino al 40% in meno rispetto alla nostra.   Oggi gli agricoltori - aggiunge la Coldiretti - devono vendere tre litri di latte per bersi un caffè, quindici chili di grano per comprarne uno di pane e dieci chili di pomodori ciliegini per acquistare un pacchetto di sigarette.

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