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L'han presa bene

Veleni a San Siro

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Se oltre che juventino fossi pure Travaglio, direi che non c'è nulla di più paradossale che sentire Berlusconi parlare di ingiustizia per il gol non convalidato a Muntari, e di scandalo per la conferma delle tre giornate di squalifica a Ibra, proprio nel giorno della prescrizione con rinfresco per il processo Mills ("Mezza giustizia è fatta"). Insomma: quando c'è di mezzo lui, giustizia mai.  E' che io sono solo juventino, e della peggior specie, ovvero della migliore, cioè di quelli per nulla fieri di avere espiato con la B o orgogliosi di aver "cacciato Moggi", pertanto di Berlusconi non parlo. E non parlo nemmeno del suo luogotenente e amministratore delegato il quale, secondo i pissi pissi di chi era nei paraggi, nella sfuriata pre-malore messa in scena contro tutti nell'intervallo di Milan-Juve, avrebbe apostrofato Conte con una battuta sui capelli trapiantati. Che uno guarda la faccia incastonata nella testa cromata di Galliani, quella color campo centrale del Roland Garros incastonata nella testa mogano Ikea intenso di Berlusconi, e se ha passato i quaranta telefona subito a papà per chiedergli come si sente.   Ma le cose della Juve, così come quelle della vita, son fatte di priorità, pertanto, via Berlusconi e via Galliani, della think tank rossonera non rimane che Carlo Pellegatti. Dei tre sicuramente il più equilibrato, sabato sera ha serenamente accettato il verdetto del campo senza concedere spazio alle recriminazioni. D'altra parte, la scuola è quella storicamente sobria di Casa Madre, che mai - e sfido chiunque a sostenere il contrario - si è concessa il lusso di fomentare gli animi o alimentare sospetti in quasi trent'anni di onorata carriera da disinteressata - Attilio Auricchio sarebbe fiero di me - entità mediatica nazionale.   Conte è un malato di mente, Chiellini il solito provocatore, e tra un cazzo rompi i coglioni e un vai a casa e muto, la chiosa finale sulla Juventus che, al pari del suo allenatore, non conosce vergogna. Detto da uno che, nell'anno di Calciopoli, ha disputato e poi sollevato al cielo la Champions League   E pensare che mancavano Ibra e Boateng. Che sfiga, maledizione. Fonte: ju29ro

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