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Quel tricolore di carta che piace tanto a Moratti

Inter, Juventus e Calciopoli

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Il titolo di cartone del 2006 sembra ossessionare Moratti, più del derby. "Non lo mollo", dice, come se dipendesse da lui, o dalla "protezione" (della Gazzetta). E' sceso in campo addirittura il direttore Monti (da buon interista) a fare da apripista, per ricordare a Palazzi come la "rosea" continua a vedere la cosa, spingendosi anche a stabilire quando (23 maggio pv) dovrebbe esserci il responso dell'esposto juventino: ormai dalle parti di via Solferino si ergono a giudici (ricordate il titolo di prima pagina "Processateli"?...) mancano soltanto le aule dei tribunali, l'etica e la deontologia sono cose ormai superate. D'altra parte l'idea che si dovesse evitare ogni forma di "accanimento" era venuta proprio alla Gazzetta, tant'è che non è stato Moratti ad andare da Palazzi, ma esattamente l'inverso, e queste situazioni logistiche non sono quisquilie. Monti non conosce le cose se non per sentito dire(sua ammissione), al pari di tutti i testi d'accusa che si sono avvicendati nell'aula 216 del Tribunale di Napoli; nonostante ciò ha voluto far pesare l'altezza della carica, andando avanti lancia in resta, fingendo di dare un colpetto qui e l'altro là, ma la sostanza è evidente, ed è tutta in quell'inciso, che è la chiave di lettura del suo intervento. " Onestamente ( si noti l'aggettivo, in linea con la "banda degli onesti", nda ) non credo che la condotta di Moggi e Giraudo, già definitivamente condannata in sede sportiva ( non gli passa neanche per la mente in quali condizioni, in assenza di qualsiasi accertamento, e con quale ristrettezza di intercettazioni, solo quelle mirate, e ben selezionate, nda), abbia la stessa natura e qualità dei goffi interventi di Facchetti". Ecco la chiave, o forse il suggerimento, quelle di Facchetti erano solo goffe iniziative. Ma per favore, siamo seri e facciamo il raffronto. Monti trovi una sola intercettazione in cui parlo con un arbitro, o qualcun'altra in cui parlando con un designatore tento di far convincere un direttore di gara a indirizzare la partita verso un preciso risultato, o ancora faccio visita all'arbitro di cui prima e quest'ultimo giudica, giustamente, "imbarazzante"  l'incontro (...). Caro Monti le intercettazioni inchiodano, queste sono le cose che ora risultano ( e non sono smentibili nè edulcorabili) di Facchetti e non mi sono mai appartenute. Per quanto attiene poi il riferimento alle schede svizzere che, sottolinea bene Juvemania, anche l'Inter acquistava nello stesso negozio di Chiasso, vogliamo forse parlare di corda in casa dell'impiccato ? Monti si vada a rileggere le dichiarazioni di Tavaroli sul piano spionistico, ad esempio l'operazione "Ladroni", commissionatagli da Tronchetti Provera. Vogliamo infine, caro Monti, parlare del tanto sbandierato memoriale di Facchetti? Ma non facciamo ridere, per favore!

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