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Fiorello mette alla Rai il più grande profilattico dopo il week end...

sdoganta la parola proibita

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Vabbè, lasciamo perdere tutta la pippa sul premier Mario Monti ospite di Bruno Vespa, visto che la ministra piangente Elsa Fornero e il super sottosegretario Antonio Catricalà saranno ospiti di Giovanni Floris a Ballarò, o l'inguardabile presenza di Jovanotti l'unico cantante al mondo che non sa cantare, ma solo latrare.  Benigni, certo, ma robertaccio ormai è un fatto a parte, un discorso  avulso dal contesto nel quale è chiamato ad agire. Insomma è un fenomeno in proprio. E tanto basta per metterlo fuori sacco rispetto alla cesta fiorellesca. Unica sottolineatura doverosa: l'esecuzione dell'”inno del corpo sciolto”. Dopo tanti anni ci mancava. Meno, molto meno il pistolotto pertiniano. La democrazia non è una cosa comica, e non possono essere i comici a scrivere le regole. No, il nodo vero, il punto focale, dell'ultima puntata del Fiorello show è stato il monologo-sermone sul preservativo: anzi sul presunto divieto di usare in Rai la parola profilattico. Un caso tipico della tv pubblica, con circolari che partono,  vanno a giro, creano il casino e restano senza famiglia. Né padri né madri, solo figli illegittimi. Ai quali addossare colpe che non hanno. Come quelli nati per un preservativo bucato, o rotto. Fiorello ha rotto il tabù, correggendo un mostruoso errore. Il profilattico non si può nominare in Rai? E lui esagera: “altro che... Io al posto dei cavallo di viale Mazzini ci metterei una statua enorme di un profilattico!”. Uno schiaffo in faccia ai vertici Rai, a partire dal settimo piano, laddove hanno l'ufficio il direttore generale e i consiglieri di amministrazione, spiazzati e spiazzanti su tutta la polemica. Chissà come si comporteranno ora, avendo fatto una figuraccia in occasione della Giornata mondiale contro l'Aids. Fiorello, invece, dedica proprio al preservativo, a sorpresa, un monologo nella prima parte dell'ultima puntata dello show di Rai1 “ilpiùgrandespettacolodopoilweekend”, coinvolgendo nell'appello anche Jovanotti, cantando con lui “Tanto, tanto, tanto”. Poi fa scandire al pubblico la parola “pro-fi-lat-ti-co”, per rivolgersi, subito dopo al direttore di Rai Uno, Mauro Mazza: “Ha mai usato, Mazza, il profilattico?” . Il direttore di Rai Uno, un po' imbarazzato, annuisce. Che altro poteva fare?. Fiorello, a quel punto, si lancia in un vero e proprio elogio della contraccezione: “Non si prendono malattie come l'Aids, si trova in farmacia e costa poco. Salva la vita come Beghelli”. Di qui il nuovo nome: “Chiamiamolo il salva la vita pischelli”. Insomma, chiamatelo come volete, è l'appello di Fiorello, “l'importante è che lo usiate”. E via la musica di “Tanto, tanto, tanto”, con Jovanotti, mixata con “Eri piccola così” di Fred Buscaglione.  Sì, dopo questo pezzo, ammettiamolo la Rai era davvero piccola, ma piccola così. Come lo sanno essere solo i bacchettoni. E non sarà  stato un momento  di grande televisione, ma almeno si è vista un po' di tensione sociale, un po' di civica partecipazione. Fiorello in mezzo ai preservativi ci ha  regalato un pezzo di servizio pubblico. Non di immorale bacchettonismo, come hanno saputo fare direttori e dirigenti Rai.

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