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Monti da Vespa e le fobie della sinistra

Il caso che non esiste

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Partiamo da un dato, non scientifico, sia chiaro, ma altamente indicativo. Secondo il 76% dei telespettatori, e frequentatori del sito on-line, di Sky tg 24, il presidente del Consiglio, Mario Monti,  fa bene martedì sera ad andare a Porta a porta a spiegare i dettagli e l'entità della manovra economica che sta per essere varata da Palazzo Chigi. Inutile sottolineare che il sottoscritto fa parte di quel 76% di favorevoli. Da cittadino contribuente, nonché tartassato e prossimo povero, voglio vedere bene in faccia chi sta per mettere le sue mani nelle mie tasche. Certo, lo fa per il bene del Paese, direte voi. Come no. Ma siccome ho la netta sensazione di aver già dato, e parecchio direi,   voglio anche sentirmi dire in faccia il perché di certe scelte, come mai pagano sempre i soliti e non si toccano gli ignoti. Essendo impossibile essere ricevuti tutti a Palazzo Chigi, il media televisivo, alla fine, risulta il più diretto, anche se non certo il più efficace. Bruno Vespa, infatti, non garantisce affatto che le domande poste saranno le stesse che faremmo noi. Forse il copione è già stato scritto, concordato, dunque eudulcorato, è quindi sentiremo solo mezze verità. Ma così va il mondo. Ciò che ci indigna – ma quanto va di moda ‘sta parola -  però non è il gioco delle parti, inevitabile, ma la levata di scudi della sinistra, offesa per la scelta fatta da Monti. “ Ma come, prima va in televisione, e non informa il Parlamento?”. Ecco, questa sì che è una bella buffonata. La messa all'indice, in realtà,  porta con sé un retropensiero tanto losco quanto pericolo. Andando in televisione, ed essendo Monti un presidente in mano al capo dello Stato, Giorgio Napolitano, si capisce che l'attuale esecutivo è di sinistra, che più di sinistra non si può, al punto che la destra non ha più parole. Una sceneggiata totale,  un dramma  di proporzioni epocali. Ci perdonerà il lettore di Libero, ma citare un pezzo apparso sul Foglio, il quotidiano diretto da Giuliano Ferrara, sabato 3 dicembre non è solo necessario ma doveroso. Taglio basso, prima pagina: “Ezio Mauro, direttore di Repubblica,  ha impostato “il caso”  nel sito del giornale e si è risentito su Twitter. Monti non deve andare da Bruno Vespa in tv a spiegare la manovra. Quella, per Repubblica, è terra bruciata. Berlusconi frequentava quel salotto, firmava contratti con gli italiani….”. “ Il caso non esiste, se non per il minculpoppismo ‘de sinistra. Monti andrà alle Camere, e poi  alla terza Camera per spiegare in contraddittorio televisivo, come fanno tutti in occidente”. E' la democrazia, bellezza. Cari amici illuminati della sinistra, se proprio volete farla sporca, non date la colpa a Vespa, come fa il Fatto Quotidiano, diventato il Manganello quotidiano a cui manca solo l'olio di ricino in allegato. “Non è uno scherzo, Monti da Vespa”, titola il quotidiano diretto da Antonio Padellaro e eterodiretto da Marco Travaglio. Lo scherzo sarebbe se non ci andasse. Il mio aguzzino lo voglio  vedere in faccia, soprattutto quando deve mettermi la corda attorno al collo. Dopo non serve più. Comunque sia, questa è l'agenda degli appuntamenti da segnarsi sulla rubrica. Il presidente del Consiglio lunedì parlerà alle  16 alla Camera e alle 18  al Senato. Solo martedì sera sarà ospite di  Vespa. Nel corso di Porta a porta illustrerà le misure della manovra già spiegate alla stampa italiana e internazionale, probabilmente in una conferenza stampa, a Palazzo Chigi. Dov'è il caso?

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