La Lei presenta il conto a Romani e Garimberti fa il postino di Fini
e minzolini e di nuovo nel mirino
Lorenzai Lei, direttore generale della Rai, che presenta il conto al ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani. Paolo Garimberti, presidente del consiglio di amministrazione di viale Mazzini, che fa il postino del presidente della Camera, Gianfranco Fini. Augusto Minzolini, direttore del Tg1, che si ritroverà in un aula di tribunale con l'azienda per la quale lavora nei panni della parte civile. E il Tg3, che se ne frega di tutto e di tutti, che bolla Angelino Alfano come il «ventriloquo» di Silvio Berlusconi. Se lo avesse fatto il Tg1 con un esponente dell'opposizione chissà cosa sarebbe accaduto. Il servizio, per la cronaca, è andato in onda nei giorni scorsi e lo potete rivedere sul nostro sito www.libero-news.it. Insomma, quella di ieri è stata davvero una giornata ad alta tensione per viale Mazzini, dove il cda della Rai ha sfornato pani e pesci per tutti. Procediamo con ordine. Il cda della tv pubblica ha deciso, all'unanimità, di chiedere un miliardo e 300 milioni di euro al ministero dello Sviluppo. Si tratta della differenza tra quanto incassato dal canone e quanto speso tra il 2004 e il 2010. Nel consiglio è stato anche affrontato il “caso Tg1”, sia in relazione alla vicenda giudiziaria che vede Minzolini oggetto di una richiesta di rinvio a giudizio da parte della Procura di Roma per peculato, sia in relazione allo scontro tra il direttore del Tg1 e il presidente della Camera, innescato dalla ripresa di un'inchiesta di Libero da parte del telegiornale della Rai. Garimberti ha dato lettura in consiglio di una lettera inviata da Fini e indirizzata allo stesso Garimberti, al dg della Rai, Lorenza Lei, e al presidente della commissione di Vigilanza, Sergio Zavoli, in cui il presidente della Camera esprime critiche durissime sull'operato della testata ammiraglia Rai e del suo direttore. Quanto alla vicenda giudiziaria di Minzolini, la Lei ha informato il cda di aver incaricato l'avvocato Paola Severino di tutelare la Rai, che potrebbe costituirsi parte civile.