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Sky Tg24 senza complessi contro le corazzate

nell'etere è già futuro

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«Oh, sia chiaro, noi siamo pronti a dar fastidio a tutti». E in «quel tutti» ci sono i tre tg di Rai e  Mediaset  e il one man show de La7 targato Enrico Mentana, al quale riconosce il merito di aver puntato tutto sulla politica. Ed è questa l'unica concessione che Sarah Varetto, direttore di Sky Tg24 da poco più di due mesi, fa alla polemica, abbandonando il suo stile molto british. Del resto la “regina” delle all news non si appassiona minimamente all'idea di guardare nel cortile degli altri. «Non ha senso», dice sorridendo. Soprattutto se a varare un canale all news è Mediaset: «La  concorrenza fa bene a tutti». British style e diplomazia. Forse anche per ragioni familiari essendo sposata con Salvo Sottile, uomo di punta dell'informazione targata Mediaset.  Ma più che una frecciata, quella della Varetto, è un messaggio in bottiglia lanciato ai tg concorrenti, ai quali ricorda che il futuro è oggi. «Vogliamo aumentare lo spazio di approfondimento», dice il direttore di Sky tg24, «andando oltre la semplice notizia, consentendo attraverso l'interazione con gli ospiti e una maggiore dinamicità dei conduttori di andare oltre, di offrire risposte alle domande che il pubblico naturalmente formula nel corso del tg». Insomma spettatori attivi, pronti a chiedere per sapere di più, a partire dalle edizioni del mattino, passando per un pomeriggio dedicato agli approfondimenti, per finire con il tg delle 19, visibile anche sul canale digitale Cielo, sul quale si potranno vedere anche altre tre edizioni. Ed è proprio sulla capacità di coniugare i nuovi mezzi con la necessità di chiarezza e imparzialità che la Varetto ha deciso d'investire per rinnovare il “vestito” del suo telegiornale. Più flessibilità nei modi e nelle durate della conduzione, con una miscela di tg di coppia e di conduttori unici, una forte accelerazione nel valorizzare la redazione e l'irruzione dei social network negli spazi in diretta, per consentire al pubblico di dare pareri e indirizzare i contenuti. E poi c'è l'abbandono della romacentricità dell'informazione. «Non vogliamo essere né romanocentrici, né milanocentrici», spiega la Varetto, anche se tg delle 21 viene trasmesso dagli studi completamente rinnovati di Milano. Un'edizione, spiega il direttore, che «pur mantenendo un taglio nazionale, porrà l'accento sulle notizie finanziarie ed economiche, su fatti, personaggi e protagonisti del Nord Italia». Studi milanesi anche per ”L'intervista”, l'approfondimento di Maria Latella che ogni domenica alle 11.35 ospita il personaggio della settimana. Per Emilio Carelli, invece, ci sarà un talk show, «da capire se in prima o in seconda serata». Infine la linea politica. «Non sterziamo né a destra né a sinistra, dice il direttore, «intendiamo restare neutrali, come sempre, ma ciò non vuol dire essere asettici». E per far capire da che parte tira il vento la Varetto chiarisce di non aver ricevuto «pressioni» da nessuno. «Forse erano già abituati così con la precedente direzione», afferma il direttore, «e poi le persone mi conoscevano già». E lo share, per ora, gli sta dando ragione alla Varetto vista la crescita del 23%.

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