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I talk show della Rai finiscono nell'urna elettorale: più par condicio per tutti

vogliono la parità ma solo a parole

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Silenzio, si vota.  Sulla scorta di quanto avvenuto in occasione delle regionali dello scorso anno, quando il regolamento per la par condicio fermò i talk show della Rai equiparandoli alle tribune politiche, la maggioranza vorrebbe bissare quell'esperienza in occasione delle prossime amministrative di metà maggio. A proporre in commissione di Vigilanza sulla Rai lo stop dei vari programmi di approfondimento della tv pubblica, da Annozero a Porta a Porta, passando per Ballarò e l'Ultima Parola, sono stati gli esponenti della maggioranza, della Lega e dei Responsabili, presentando un emendamento alla bozza di regolamento predisposta dal presidente della commissione parlamentare Sergio Zavoli. L'obiettivo della maggioranza è quello di garantire un'applicazione stringente della par condicio in campagna elettorale. L'idea di base starebbe nel dare uguale spazio ad ogni candidato rendendo, di fatto, impossibile la realizzazione del programma. E questo si tradurrebbe nel silenziamento dei talk show, così come accaduto un anno fa. Un'ipotesi che l'opposizione vuole combattere con tutti i mezzi a disposizione, ricordando che il Tar si è già pronunciato sulla legge, stabilendo che non si possono  considerare le trasmissioni di approfondimento alla stregua delle tribune elettorali. Non solo. La bozza di regolamento messa a punto da Zavoli tiene conto della frammentazione del voto, trattandosi di amministrative, e affida alle testate regionali della Rai i programmi di comunicazione politica.  La maggioranza, invece, vuole trasferire in chiave nazionale l'intera materia. Un capitolo, quello dell'applicazione della norma contenuta nell'emendamento, attorno al quale ci sarà sicuramente battaglia. E mentre la sinistra affila le armi, con il leader del Pd Pier Luigi Bersani  pronto a mandare una «lettera a tutti gli esponenti delle opposizioni sulla situazione dell'informazione in particolare nei Tg», i diretti interessati hanno  fatto sentire subito la loro voce. Michele Santoro, conduttore di Annozero,  parla di «provvedimenti liberticidi» che, qualora approvati, «porterebbero nuovamente alla soppressione dei principali programmi di approfondimento informativo del servizio pubblico». Bruno Vespa, invece, padrone di casa su Rai Uno di Porta a Porta, si augura che «venga evitato il blocco ai talk show», come avvenuto l'anno scorso, nella convinzione che «si possano trovare formule per obbligare tutti noi a condurre dibattiti realmente equilibrati». Ironico il commento di Giovanni Floris, conduttore di Ballarò: «Di nuovo? Errare è umano, perseverare è diabolico». A completare il quadro Rai, poi, c'è il toto nomine. Se le consultazioni  avviate dal direttore generale, Mauro Masi,  dovessero dare esito positivo, dal cda di giovedì potrebbe uscire il nome del nuovo direttore del Tg2. In corsa restano i vice direttori del Tg1 Susanna Petruni e Gennaro Sangiuliano e il vice direttore di Rai Due Gianluigi Paragone, che è anche il conduttore dell'Ultima Parola.

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