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Il Secolo cambia direttore e la Perina fa rotta sull'Unità

Cambio della guardia alla guida del giornale

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«Cacciata», «silurata»,  «epurata», «licenziata», «liquidata» e via di questo passo. Nel giorno in cui il nuovo consiglio di amministrazione del Secolo d'Italia consegna alla direttora Flavia Perina, deputata di Futuro e Libertà, la lettera con la quale le viene comunicato il cambio al vertice del giornale, le anime belle di Fli si ritrovato a saccheggiare dal vocabolario tutti gli aggettivi possibili e immaginabili, pur di mettere all'indice il legittimo editore del giornale di via della Scrofa, ex organo ufficiale di Alleanza Nazionale. Editore che, sino a ieri, ha cacciato i soldi usati dai futuristi per attaccare maggioranza e governo. Una “stranezza” spacciata per legittima libertà d'espressione. cambio di linea  Eppure, quanto deciso dal consiglio di amministrazione del Secolo, rappresentato dal Comitato di gestione dei beni di Alleanza Nazionale, non è né golpe né un atto d'arroganza, ma semplicemente un tentativo di ristabilire l'ordine delle cose. «Il Secolo ha una diffusione di 1200 copie», spiega Franco Mugnai, presidente del Comitato, «e riceve dallo Stato un contribuito annuo di quasi 3 milioni di euro. Un rapporto entrate-diffusione molto negativo». Da qui la necessità di agire sia sull'assetto del giornale, sia sulla sua linea politica. «In questi anni il quotidiano si è nettamente schierato», dice Mugnai, «irridendo chi ha fatto scelte diverse da quelle di Gianfranco Fini. Non si tratta di limitare la libertà di nessuno, semmai di rivendicare il diritto d'espressione di quanti partecipano al sostegno del giornale». Insomma, a ciascuno il suo, considerato che il Secolo «è stato un luogo di formazione di buona parte della classe dirigente della destra politica italiana». Circa il futuro direttore della testata si  parla di Fabio Torriero, mentre Gennaro Malgieri, che lo ha già diretto, ha nettamente declinato l'invito. Sulla scelta influirà molto la linea che l'editore vorrà dare al giornale. flavia e concita E proprio perché quanto sta avvenendo è soltanto il riposizionamento del giornale nello scacchiere politico, secondo le linee guida dell'editore, anche la Perina sta meditando il suo ricollocamento. Il contatto più forte è con la collega dell'Unità, la direttora Concita De Gregorio, con la quale c'è una forte “liason politica”. Le due direttore si sono parlate a lungo in occasione della manifestazione per la Costituzione, in piazza del Popolo a Roma. Poi si sono riviste nelle settimane successive, tornando a parlare di una possibile collaborazione all'Unità della Perina e su come realizzarla, magari con una rubrica quotidiana. Per la De Gregorio si tratterebbe di un bel colpo, non solo editoriale, potendo dire a tutti quanto sono liberi e liberali all'Unità. Per la Perina, invece, sarebbe l'occasione giusta per continuare a sparare contro il governo  la maggioranza che l'hanno portata in Parlamento. Insomma ci troveremmo di fronte al grande inciucio della carta stampata. cambio di armi Intanto da sinistra, a dimostrazione di quanto siano attenti alla questione Secolo, si sono levate le voci dell'europarlamentare del Pd, Debora Serracchiani, e di Articolo 21, che hanno equiparato la decisione del comitato dei garanti ad una mossa «in puro stile sovietico». Fini invece,  leader di Fli, si è limitato ad una telefonata di solidarietà all'ex direttora del Secolo. Stessa cosa da parte di Adolfo Urso, passato dal fronte dei falchi di Fli alle sponde più tranquille delle colombe. La scelta di chiudere FareFuturo e il suo quotidiano on-line Ffwebmagazine sono stati i primi segni della sua ricollocazione. Sintomo che l'aggressione mediatica al Cavaliere, condotta dal Secolo e  da FareFuturo con Filippo Rossi ha fatto il suo tempo. Tanto che lo stesso Rossi, ormai, è rimasto da solo a combattere una battaglia che non appassiona più nessuno, tranne i falchi come Fabio Granata pronto, insieme a Enzo Raisi, a dar vita ad un versione on-line del Secolo. Che, insieme al Futurista di Rossi, servirà più al loro futuro che a quello di Futuro e Libertà.  Rispondi   Inoltra        

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