Santoro si mette alla testa degli anti-nuclearisti
Annozero spinge sulla paura
In onda, nonostante tutto. Un po' come un leghista del Sud. Perché Michele Santoro ha scelto di celebrare a modo suo i 150 anni dell'Unità d'Italia, presentandosi in video con il suo Annozero, occupandosi però di Libia e Giappone, di sbarchi e nucleare, di immigrati e centrali a rischio. Di polemiche contro il governo, insomma. Oddio, anche Bruno Vespa è andato in onda ieri sera, ma si è occupato dei festeggiamenti chiedendosi se ci sentiamo davvero italiani. Vuoi mettere la differenza. Santoro, invece, ha messo in fila Mazzini e Garibaldi, Cavour e Vittorio Emanuele, per dire che l'attuale classe dirigente non è affatto all'altezza di quanto fatto dai padri della Patria. Anzi, non è affatto classe dirigente, perché non ha la stessa «grandezza d'ideali». Ma per attaccare senza mezzi termini il premier, invece, Santoro si è fatto dare una mano da Adriano Celentano con un pistolotto anti-nuclearista condito da frasi scritte con la carta vetrata. Nel mirino del Molleggiato - anche nelle sue idee - non solo il premier, ma pure Casini definito «un nuclearista convinto» che adesso fa «orrore». Anzi le opinioni del leader dell'Udc sono «orribili». E giù con il catastrofismo, con l'allarmismo un tanto al chilo, con il fatto che Casini e Berlusconi sono degli «ipocriti» perché non dicono agli italiani quali sono i veri rischi del nucleare. E in questo miscuglio di offese e accuse gratuite, Celentano non rinuncia ad attaccare anche gli italiani bollati come «anestetizzati» e «ipnotizzati» davanti ai fatti che accadono. Insomma Celentano, e con lui Santoro, vorrebbe una rivolta di piazza, una rivoluzione simile a quella che incendiato l'Egitto e i paesi del Medio-Oriente. Se gli anti nuclearisti volevano un leader e un partito a cui affidare le proprie incertezze, per vederle trasformate in panico allo stato puro, hanno trovato l'uno e l'altro. Perché la presenza in studio di Massimo D'Alema è servita solo a far da contorno alla portata principale, rappresentata dal pistolotto di Celentano. Al quale, ormai, si attribuiscono poteri taumaturgici dato che la politica, secondo il cantante, «non è più neanche politica, ma un qualcosa di maleodorante che vorrebbe trasportarci in uno stato confusionale». Già, lo stato confusionale. Santoro, dopo la sparata iniziale, prova ad accreditare la tesi di un Giappone in rivolta mentre gli americani sarebbero pronti a mettere sotto tutela l'isola. Dal paese del Sol Levante, però, il corrispondente della Rai, Paolo Longo, rimette le caselle al proprio posto: i giapponesi sono sì preoccupati, ma non in rivolta e gli americani stanno facendo semplicemente il proprio lavoro. In preda al delirio anti nuclearista anche Santoro è andato in stato confusionale.