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La privacy di Santoro vale più di quella del premier

Vietato fotografare il conduttore nella sua villa di Amalfi

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La privacy è sacra, tranne quella del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. In quel caso si può tranquillamente usare teleobiettivi per immortalare il premier nel giardino della sua villa in Sardegna. Per non dire degli scatti rubati a palazzo Grazioli, sbattuti in prima pagina come se nulla fosse. Ma se il soggetto  in questione è un paladino dei diritti civili, delle battaglie morali, un fustigatore degli italici vizi, come il conduttore di Annozero, Michele Santoro, allora cambia tutto. Al punto che un semplice turista, per giunta volontario della Protezione civile, amante del paesaggio amalfitano diventa un molestatore fotografico da allontanare con tutti i mezzi. A denunciare il fatto, anzi il fattaccio, è stato, appunto, gruppo di volontari della protezione civile di Camerota, la “Cilento Emergenza”,  in trasferta ad Amalfi per un corso di aggiornamento nella sede dell'associazione di Protezione Civile “Millennium”. «Stavamo scattando alcune foto del panorama mozzafiato di queste zone», spiega il volontario Fabio Del Gaudio, di Camerota, «quando da un giardino un uomo ha iniziato a inveire nei nostri confronti. Con un linguaggio tutt'altro che oxfordiano, ci ha invitati a rivolgere l'obiettivo altrove, perché stavamo minando la sua privacy». Del Gaudio ha poi spiegato che, solo in un secondo momento, il gruppo di volontari si è accorto che l'uomo era il conduttore di Annozero. «Non avevamo idea di chi fosse quell'uomo», prosegue il volontario della Protezione civile, «e comunque mai e poi mai avremmo immaginato si trattasse del giornalista di Rai Due e che quella fosse, da quanto ho potuto capire, la sua casa». Santoro, ovviamente, reagisce e si difende. «Nessuna invettiva, ho soltanto invitato un signore, che da un posto pubblico ci stava fotografando, a non scattare immagini», spiega il conduttore di Annozero, «non era un gruppo, ma una sola persona a scattare le immagini, tra l'altro approfittando di un luogo pubblico per fare foto private». Santoro, poi, ribadisce di aver «solo detto energicamente di smetterla» e di non aver usato parolacce per allontanare dalla sua abitazione il fotografo.  Una casa, quella di Santoro, comprata nonostante fosse oggetto di un presunto abuso edilizio, risolto con un condono flash. Insomma una villa, quella di Amalfi, da difendere con tutti i mezzi a disposizione.  Rispondi   Inoltra      

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