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Il nome del whistleblower, il segreto di Pulcinella

Glauco Maggi
Glauco Maggi

Giornalista a NYC per Libero, autore di Figli&Soldi (2008), Obama Dimezzato (2011), Guadagnare con la crisi (2013), Trump Uno di Noi (2016). Politica ed economia. Autori preferiti: Hayek, M.Friedman, T.Sowell

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E' il segreto di Pulcinella a Washington: mentre alla Camera si tiene il procedimento per l'impeachment di Donald Trump, il nome del whistlerblower che lo ha avviato non e' finora arrivato sulle prime pagine dei giornaloni e in TV, ma gira come una trottola nelle conversazioni di palazzo e sui siti di giornalismo investigativo. Adam Schiff, il Democratico che presiede le audizioni dei testimoni - solo quelli a lui graditi -, che dovrebbero dimostrare “il crimine di Trump” e portare al voto di condanna della Camera entro Natale, ha persino ridicolmente sostenuto pubblicamente di non sapere chi sia, anche se e' cosa nota che la gola profonda si e' rivolta al suo staff prima di stendere la sua accusa al ministero della Giustizia, e ha anzi concordato con i legali di Schiff il testo. Per legge, un dipendente pubblico guadagna lo status di “whistlerblower”, che porta con se' la protezione della sua identita', quando fornisce prove di prima mano che qualche misfatto e' stato compiuto da un superiore e che il denunciarlo rende un pubblico servizio. Pero' la buona fede della gola profonda, ossia il suo disinteresse personale imparziale e la finalita' oggettivamente nobile del suo comportamento per il bene pubblico, e' requisito fondamentale per la credibilita' della sua “ribellione civica”. Cio' vale, ovviamente, anche nel caso della cacciata del presidente degli Stati Uniti. Ma e' qui che casca l'asino. Lo stesso ispettore generale del ministero della Giustizia, titolare dell'ufficio deputato a ricevere le denunce degli aspiranti whistlerblower, aveva registrato il reclamo con l'avvertenza che andava preso con le molle. Infatti, esso mostrava ‘alcuni indizi di discutibile partigianeria politica… a favore di un candidato politico avversario”. Poi il New York Times ha fatto il primo passo, scrivendo che si trattava di un agente, maschio, della Cia distaccato alla Casa Bianca. Lo scopo era di dare autorevolezza alla denuncia, ma da qui e' partita la caccia, e via via sono usciti dettagli che hanno permesso un identikit preciso. Secondo Paul Sperry, giornalista di RealClearInvestigations, il personaggio in questione sarebbe Eric Ciaramella. Il suo profilo si adatta alla descrizione dell'agente della Cia “gola profonda” ed e' emerso “privatamente in deposizioni legate all'impeachment, secondo ufficiali con diretta conoscenza del processo”, scrive Sperry. Che aggiunge: “RealClearInvestigations divulga il suo nome perche' e' di pubblico interesse nell'apprendere i dettagli dello sforzo di rimuovere un presidente dalla sua carica. Inoltre, lo status di whistlerblower di questo ufficiale e' complicato dal fatto che e' un reporter di seconda mano di accuse contro il presidente”. E che e' “partigiano”, come ha avvisato l'ispettore generale. Documenti federali rivelano, continua Sperry, “che il 33enne Ciaramella e' un registrato Democratico, residuo della Casa Bianca di Obama, e che ha lavorato con l'ex vicepresidente Joe Biden e l'ex direttore della Cia John Brennan. E' un critico aperto di Trump e ha aiutato a iniziare la investigazione sulla collusione della campagna di Trump nel 2016”. Inoltre, Ciaramella ha lasciato il suo posto al Consiglio della Sicurezza Nazionale (NSC) nella West Wing della Casa Bianca a meta' del 2017 nel bel mezzo di preoccupanti rivelazioni uscite sui media. Da allora lavora negli headquarters della Cia a Langley. “Era stato accusato di lavorare contro Trump e di essere responsabile delle fughe di notizie per danneggiare il presidente”, ha detto un ex ufficiale del NSC che ha chiesto di non essere citato. Ciaramella si e' anche incontrato “per farsi guidare” con lo staff della Commissione di Intelligence di Adam Schiff, compresi ex colleghi pure loro residui dell'era Obama, e che Schiff ha assunto dalla NSC. Ex colleghi della Casa Bianca di Ciaramella hanno detto che Eric ha anche lavorato con una operativa del Comitato Nazionale Democratico che indagava “per gettare fango sulla campagna di Trump nel 2016”, invitandola persino a dei meeting alla Casa Bianca. La funzionaria, Alexandra Chalupa, una ucraina-americana che sosteneva Hillary Clinton, si era impegnata a trovare un legame tra la campagna Repubblicana e il governo russo”. Si capisce, quindi, perche' il senatore del GOP Rand Paul abbia dichiarato che Eric Ciaramella e la sua amica Chalupa siano chiamati a testimoniare in Congresso. Paul, anche senza dire esplicitamente che Ciaramella e' il whistlerblower, e' stato il primo parlamentare a fare il suo nome “come persona di interesse nella procedura”. E si capisce anche meglio perche' Schiff faccia muro. Anche se all'inizio della inchiesta il Democratico aveva promesso che il whistlerblower sarebbe stato sentito, anche se solo a porte chiuse, adesso ha escluso questa possibilita'. Quanto resistera' il velo attorno alla gola profonda? Dipende dai media del mainstream, e dai parlamentari del GOP frustrati dalla chiusura di Schiff ad ammettere testimoni a difesa di Donald. Certo, se il whistlerblower fosse Eric come sostiene RealClearInvestigation, il castello delle accuse - al 100% partigiane - subirebbe un colpo gravissimo, letale. E nel novembre 2020 gli elettori giudicheranno i DEM per avere speso 4 anni al solo scopo di far fuori Trump con le cattive, anziche' governare per il Paese quando sono diventati maggioranza alla Camera. di Glauco Maggi

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