Democratici a pezzi, è guerra tra Nancy Pelosi e le pasionarie del "quartetto rosso"
I panni sporchi, ora, i Democratici se li lavano in pubblico. Cioe' nel Congresso. Tra la Speaker Nancy Pelosi e il quartetto delle pasionarie elette lo scorso novembre alla Camera e' guerra aperta. La povera Pelosi vede all'orizzonte la moltiplicazione degli estremisti nel 2020 alla Camera, e per cercare di correre ai ripari ha attaccato senza mezzi termini la leader di fatto del poker rosso, Alexandria Ocasio-Cortez di New York, e le altre tre compagne deputate Ilhan Omar del Minnesota, Rashida Tlaib del Michigan e Ayanna Pressley del Massachusetts con questa frase lapidaria rilasciata alla penna piu' liberal del New York Times, Maureen Dowd: "Tutta questa gente ha un suo certo pubblico e il suo mondo su Twitter, ma non ha avuto alcun seguito: sono quattro persone, e questi sono i voti che hanno ottenuto". Pelosi capisce bene il valore dei diversi distretti elettorali, da cui alla fine esce il partito di maggioranza. Sa che in molti di questi distretti i Democratici che vincono le primarie sono automaticamente eletti, per il banale fatto che non esiste alcuna concorrenza da parte Repubblicana: “Se sulla scheda ci metti un bicchiere d'acqua con la D (Democrat) a fianco, il bicchiere viene eletto”, aveva gia' detto tempo fa a proposito del distretto del Bronx della Ocasio Cortez. Quanto alle altre estremiste che hanno conquistato il seggio in Michigan, Minnesota e Massachusetts, si tratta di islamiche e di donne di colore che hanno vinto perche' la stragrande maggioranza dei residenti nei loro distretti sono non solo di garantita e tradizionale propensione liberal, ma anche musulmani e/o di discendenze africane. Quello che teme Pelosi, insomma, e' una proliferazione del fenomeno. Del resto, e' lo stesso gruppo di ispirazione marxista che ha sostenuto la Cortez nel 2018, Democrats for Justice, che sta pianificando altre battaglie elettorali per il 2020 per spodestare gli attuali deputati Democratici, ritenuti troppo moderati, con candidati radicali e socialisti che andrebbero a rafforzare la fronda di sinistra nel Congresso. Alexandria Ocasio-Cortez non ha certo offerto l'altra guancia alla Pelosi furiosa, e ha sfoderato la carta del razzismo che e' l'insulto “definitivo” nell'agone politico moderno americano: "Quando sono iniziati questi commenti della Pelosi ho pensato che lei stava cercando di mantenere a una certa distanza di sicurezza il fianco progressista (cioe' noi, NDR) per proteggere i membri più moderati in Congresso, una cosa che potevo capire", ha ribattuto Ocasio-Cortez. "Ma le continue citazioni che ci chiamano per nome sono adesso a un punto in cui cio' e' semplicemente e totalmente irrispettoso. . . Siamo arrivati alla esplicita individuazione di donne di colore di nuova elezione", ha insistito la Cortez. In una intervista con The New Yorker Radio Hour, Ocasio ha allargato la polemica al Congresso, accusandolo di usare le donne e le minoranze come “pedine di scambio”. La disfida a sinistra e' curiosa perche' mette di fronte, in realta', l'icona storica dei liberal Democratici, Nancy Pelosi, e le giovani scalpitanti matricole ultrasinistre. La Speaker ha idee notoriamente di sinistra, che le hanno garantito la perenne rielezione alla Camera, da decenni, perche' il suo distretto di San Francisco e' identico, sotto l'aspetto della sicurezza di vincere, a quelli della Ocasio e compagne. La vecchia militante politica DEM, pero', ha l'intelligenza di capire che il suo partito, per ottenere la maggioranza di deputati nell'intera America, deve sfondare negli Stati ballerini, in cui i rappresentanti DEM possano passare solo con una piattaforma piu' moderata, in grado di fare concorrenza al centro ai Repubblicani. Il problema della Speaker di contenere l'onda rossa alla Camera non si esaurisce in Congresso. Se vi entrasse una componente crescente di personaggi come la Ocasio che vuole il Green New Deal, i redditi garantiti, la sanita' e la scuola gratis statalizzate, i confini aperti ai migranti irregolari, tracimerebbe nei dibattiti alle prossime primarie Democratiche, e sarebbe una tale corsa a sinistra da offrire a Trump un vantaggio strategico insperato. In verita', e' proprio quello che sta succedendo: l'assedio al fortino di Joe Biden, ancora primo nella media dei sondaggi, da parte di concorrenti come Kamala Harris, Elizabeth Warren, Bernie Sanders. Per eta' potrebbero essere genitori o nonni delle scatenate deputate, ma politicamente sono sempre piu' in perfetto allineamento ideologico e programmatico con loro. La differenza e' che la Casa Bianca non e' un distretto sicuro come San Francisco, il Bronx, o il Minnesota islamico. Glauco Maggi