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"Prima le vacche poi i bambini", l'ultima follia dei democratici a stelle e strisce

Glauco Maggi
Glauco Maggi

Giornalista a NYC per Libero, autore di Figli&Soldi (2008), Obama Dimezzato (2011), Guadagnare con la crisi (2013), Trump Uno di Noi (2016). Politica ed economia. Autori preferiti: Hayek, M.Friedman, T.Sowell

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Prima le vacche, e poi i bambini. Non e' l'ordine d'ingresso con cui era organizzato l'imbarco degli esseri viventi sull'arca di Noe' per salvare la fauna terrestre. E' l'opposto. E' l'elenco delle eliminazioni che ha in testa la stella dei Democratici USA, Alexandria Ocasio-Cortez  (AOC in breve) per salvare il pianeta. Nel suo ormai celebre “Green New Deal” (Nuovo Patto Verde), cofirmato con il senatore Ed Markey dello stesso partito e reso pubblico un paio di mesi fa, c'era la proposta di “sbarazzarsi delle mucche scoreggianti (farting)”, perche' i bovini, 100 milioni oggi in America, rilasciano metano che contribuisce a creare l'effetto serra. “Dobbiamo porre l'obiettivo di avere entro 10 anni un effetto netto di emissioni pari a zero, piuttosto che puntare su zero emissioni in assoluto, perche' non siamo sicuri che saremo in grado di liberarci del tutto e cosi' in fretta delle mucche scoreggianti e degli aeroplani”, si leggeva nella prima versione del piano. Spararle grosse non e' un problema per la scatenata ala sinistra dei DEM, ma qualcuno deve averle suggerito di evitare di fornire ai critici espressioni virgolettate che diventeranno facili battute nelle campagne elettorali future. Cosi' AOC ha fatto sparire l'aggettivo e ora nel programma politico il concetto e' identico ma il termine e' stato edulcorato: “le emissioni delle mucche”. Alexandria e' incontenibile, e ne sforna a ripetizione. In settimana, ha pensato ai baby e ha lanciato l'allarme della popolazione. In un video in diretta su Instagram, rivolta ai giovani, AOC ha in sostanza invitato a non fare piu' figli. Non ha detto che e' perche' anche loro fanno peti, ma che e' per il loro bene che si diano una regolata. Si votino alla astinenza, non dal sesso ma dalla procreazione: “Il nostro pianeta sta per andare incontro al disastro se noi non ribaltiamo la barca. In sostanza il discorso e' questo: c'e' un consenso scientifico che le vite dei bambini sono destinate ad essere molto difficili e cio' porta, e io ho in mente i giovani, a trovarsi di fronte a una domanda legittima: e' OK avere ancora figli?”. Pensate quello che volete del messaggio meno umano che si possa immaginare lanciato dalla pasionaria Democratica-Socialista. Io aggiungo che non e' neppure originale, perche' prima di lei ci aveva pensato il regime comunista cinese. Ad una conferenza dell'ONU sul cambio di clima del 2009, Zhao Baige, ex vice ministro della Commissione per la pianificazione della popolazione, si vanto' del successo della politica comunista degli aborti forzati quale contribuito a salvare il pianeta. La Cina applico' per 30 anni il diktat del “singolo figlio per coppia”, e siccome il tasso delle nascite si ridusse da piu' dell'1,8% nel 1978 all'1,2% nel 2007, il risultato fu di 400milioni di nascite in meno. Cio' si e' tradotto “in una riduzione di 1,83 miliardi di tonnellate di emissioni di carbonio in meno per anni in Cina”, si e' vantato il funzionario di Pechino. AOC ha un bel modello da seguire. E' tipico dei liberal considerare l'uomo come l'essere piu' colpevole della specie animale, il piu' pericoloso per le sorti della Terra. AOC ha detto che abbiamo pochissimo tempo prima che i cambi di clima distruggano il pianeta. Tenetevi stretti: “Il mondo finira' in 12 anni se non affrontiamo il cambio di clima”, ha detto AOC rivolgendosi ai Millennials. E poi ha irriso chi, facendo i conti di quanto costerebbe il “Green New Deal”, ha rivelato che occorrerebbero “93 trilioni, ossia 93 mila miliardi di dollari, circa 600mila dollari per famiglia per il prossimo decennio”. Chi ha fatto i conti, e li ha diffusi, e' il bipartisan Ufficio del Budget del Congresso, ma la AOC ha fatto spallucce: “Finisce il mondo e la piu' grande preoccupazione sarebbe ‘chi paga? “.   Glauco Maggi

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