Cerca
Cerca
+

"Never Nancy", la rivolta dem contro la Pelosi. Partito a pezzi, arriva anche la lettera

Glauco Maggi
Glauco Maggi

Giornalista a NYC per Libero, autore di Figli&Soldi (2008), Obama Dimezzato (2011), Guadagnare con la crisi (2013), Trump Uno di Noi (2016). Politica ed economia. Autori preferiti: Hayek, M.Friedman, T.Sowell

Vai al blog
  • a
  • a
  • a

La fronda dei Never Nancy (Pelosi) e' uscita allo scoperto e sta dilaniando il partito Democratico. Sedici deputati hanno fatto circolare una lettera in cui minacciano di votare NO, il prossimo 3 gennaio, se il solo candidato alla posizione di Speaker della Camera sara' Nancy Pelosi. La 79enne deputata del distretto ultraliberal di San Francisco ha gia' occupato la terza poltrona istituzionale (dietro il presidente degli Stati Uniti e il suo vice) dall'inizio del 2007 alla fine del 2010, due anni sotto George W. Bush e due sotto Obama, quando i Democratici avevano la maggioranza alla Camera. Dal 2011, con la Camera controllata dal GOP, Nancy e' stata la leader della minoranza. Nel corso della campagna elettorale che si e' appena chiusa, e che ha ridato il controllo ai DEM, la Pelosi aveva fatto sapere di avere tutte le intenzioni di fare ancora la Speaker, mentre una nutrita fetta di candidati deputati DEM, sostanzialmente quelli piu' moderati dei distretti “swing” (incerti politicamente), avevano promesso ai propri elettori di “rinnovare la leadership nel partito”. Ossia di sbarrare la strada al ritorno di Nancy. La Pelosi, che ha un rating di popolarita' del 29% tra tutti gli americani e del 55% tra i Democratici, e' stata usata ovunque come bersaglio da parte dei Repubblicani, il che ha spinto molti Democratici che si sono presentati in distretti a rischio a distanziarsi da lei, promettendo di non votarla come Speaker. Sedici dei “ribelli”, ora, stanno tenendo fede alla promessa con la lettera pubblica che sta creando il panico tra i Dem dell'establishment, e soprattutto della sinistra. “Siamo grati alla leader Pelosi per gli anni di servizio al nostro Paese e al nostro gruppo parlamentare…Comunque, noi  riconosciamo anche che in queste recenti elezioni i Democratici hanno corso e vinto con un messaggio di cambiamento”, hanno scritto Tim Ryan (Ohio), Seth Moulton (Massachusetts), Linda Sanchez (California) e altri neoeletti, tra cui Joe Cunningham (Sud Carolina). Marcia Fudge (Ohio), afro-americana, che era una possibile alternativa a Nancy, ha detto mercoledi' che la appoggera'.  Se ci saranno 17 Democratici che voteranno assieme alla opposizione Repubblicana contro di lei, Nancy non avra' i numeri per passare, perche' per l'elezione dello Speaker serve la maggioranza assoluta della Camera, ossia 218 voti. La procedura prevede che il partito che ha vinto elegga prima il proprio rappresentante interno, e qui Nancy non ha problemi, ma poi deve ottenere il 50% piu' uno dell'intera Camera . Lo scontro si preannuncia feroce, come mostra la discesa in campo di Soros, la cui organizzazione MoveOn ha minacciato guerra aperta a chi rifiutasse di votare la Pelosi: in concreto, un portavoce del gruppo ultrasinistro ha fatto sapere che i Never Trump dovranno aspettarsi una sfida alle prossime primarie da parte di candidati piu' radicali, finanziati appunto dal miliardario rosso. “Se i Democratici dell'ala destra finiranno con l'aiutare i Repubblicani votando contro Pelosi come Speaker  devono aspettarsi di affrontare un serio sbarramento da quella stessa base energica e mobilitata di votanti che hanno appena portato i Democratici ad essere la maggioranza alla Camera. E cio' potrebbe estendersi alle primarie”, ha detto al sito liberal The Beast la portavoce di Soros, Karthik Ganapathy. Il pericolo di perdere i finanziamenti nella prossima campagna ha spinto molti deputati Dem di sinistra, che sono favorevoli all'impeachment di Trump, a dichiarare apertamente l'appoggio a Nancy, anche se finora la posizione di quest'ultima era pubblicamente contraria all'iniziativa. La Pelosi sa che non ci sono i numeri in Congresso (in Senato ci saranno da gennaio 47 Democratici, ma ce ne vorrebbero 67 per cacciare il presidente, posto che due terzi della Camera lo condannino, ma anche qui non ci sono abbastanza DEM). Trump, nella vicenda Pelosi, ha detto una spacconata delle sue, “offrendo tutti voti del GOP che servissero” per farla diventare Speaker. E' un improbabile ramoscello d'ulivo che punta a creare un clima bipartisan, per future intese legislative sulle infrastrutture, le tasse alla classa media, una nuova riforma della salute. Il che trasformerebbero Trump nel Bill Clinton del 1994. Ma le truppe di Soros alla Camera hanno ben altro obiettivo: insediare la Pelosi per farle condurre un guerra totale a Trump, con o senza impeachment. Glauco Maggi

Dai blog