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Hillary Clinton, l'annuncio del suo guru sul Wall street Journal: "Correrà ancora per la Casa Bianca"

Glauco Maggi
Glauco Maggi

Giornalista a NYC per Libero, autore di Figli&Soldi (2008), Obama Dimezzato (2011), Guadagnare con la crisi (2013), Trump Uno di Noi (2016). Politica ed economia. Autori preferiti: Hayek, M.Friedman, T.Sowell

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Se lo dice lui, Mark Penn, che e' stato suo sondaggista e consulente strategico dal 1995 al 2008, la ipotesi va presa sul serio. “Hillary correra' ancora nel 2020”. E Penn non lo dice solo in giro agli amici. Lo ha scritto oggi 12 novembre sul Wall Street journal, cofirmando un op-ed (opinion- editorial) con Andrew Stein, ex presidente dei Democratici di Manhattan e presidente del New York City Council. Penn avvisa di prepararsi a Hillary Clinton 4.0, l'ultima versione di una carriera mai finita. “Non permettera' che una quisquilia come due cocenti sconfitte si mettano di mezzo sulla strada verso la Casa Bianca”. Sembra ironico, Penn, ma non lo e' affatto. Cita un numero che pesa. “La Clinton ha ancora il 75% di approvazione”, e ricorda che nelle sue precedenti ‘versioni' politiche e' stata di tutto: liberal quando era una neo-First Lady e voleva la mutua universale (HillaryCare); pragmatico-moderata quando ha appoggiato il patto commerciale Nafta di Bill presidente; falco quando, da senatrice, ha sostenendo la guerra di Bush in Iraq; ultraliberal quando si e' trattato di scimmiottare Bernie Sanders alle primarie del 2016, tornando favorevole alla mutua statale e insieme contraria al Nafta. Quindi oggi la Clinton e' un perfetto animale a-ideologico pronto a tutto, anche a cavalcare il socialismo DEM di Alexandria Ocasio Cortez, e sul piano personale non deve temere che il Congresso vada mai piu' a fondo sui suoi scandali (Uranium Uno, Benghazi, Server, eccetera) dopo che la Camera, con le relative commissioni di inchiesta, e' passata sotto il controllo dei DEM. Soprattutto, la carica di odio che prova contro Trump, e lo spirito di vendetta annesso, non hanno paragoni nel potenziale lotto di avversari del presidente. E questa e' una qualita' che sara' la piu' apprezzata tra i Democratici militanti quando ci sara' da nominare lo sfidante tra la fine del 2019 e la primavera del 2020. Hillary e' una veterana con un bagaglio di errori commessi, nell'ultima campagna, da fare paura ai politologi schizzinosi. Ma i DEM sono ancora schiavi della ossessione di aver perso per colpa della collusione con i russi, e Hillary non dimentica che, alla conta delle urne, aveva comunque avuto quasi tre milioni di voti popolari piu' di Donald. “Reinventandosi liberal incendiaria”, promette Penn, “la Clinton catturera' facilmente la nomination Democratica”. Si capisce meglio, oggi, l'iniziativa annunciata mesi fa da parte di Hillary di creare un comitato di fiancheggiamento a vaghe attivita' politiche e di propaganda. Per non parlare del tour di conferenze con il marito Bill, a pagamento per il pubblico, organizzato in una dozzina di citta' USA e canadesi: partira' a breve e finira' la prossima primavera. Tutte mosse a doppia faccia: da una parte tenere vivo il brand mantenendo un rapporto attivo con quei simpatizzanti ancora pieni di nostalgia; dall'altra parte raccogliere fondi, il vizietto clintoniano. Impossibile credere, in questo contesto, che l'uscita dell'articolo sul WSJ sia avvenuta senza il via libera, anzi la regia, della stessa interessata. Non e' stato un annuncio formale, ma di sicuro ha voluto essere un avvertimento alla classe politica del partito. La fine della battaglia delle elezioni di medio termine segna tradizionalmente l'inizio delle operazioni, pubbliche e sotterranee, per la presidenza. E in attesa che si consolidino i nomi per la griglia di partenza, Hillary ha avvisato Joe Biden, e i senatori Bernie Sanders, Elizabeth Warren, Kirsten Gillibrand, Cory Booker e Kamala Harris – finora le candidature piu' accreditate - di non illudersi che potranno fare i conti senza di lei. di Glauco Maggi

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