Io italiano negli Stati Uniti, vi spiego che cosa significa davvero il 4 luglio per gli americani
"Fate si' che la ricorrenza annuale del 4 Luglio (Independence Day) tenga vivo per sempre il nostro ricordo consapevole di questi diritti, e una devozione verso di loro che non diminuisca”. Lo ha scritto nel giugno del 1826, in una lettera ad un amico, Thomas Jefferson, uno dei padri fondatori della repubblica americana che mezzo secolo prima aveva partecipato – con George Washington , Benjamin Franklin, John Adams, Alexander Hamilton, James Madison tra gli altri - alla rivoluzione contro gli inglesi e alla conquista della liberta' della nascente nazione. Jefferson e' l'autore della Dichiarazione di Indipendenza, votata il 4 luglio 1776 dal Secondo Congresso Nazionale costituito dai delegati delle ex colonie britanniche. Segui' la Costituzione, nel 1787, scritta per lo piu' da James Madison e ratificata entro il 1790 da tutti i primi 13 Stati originari. I primi 10 emendamenti, chiamati Bill of Rights (Carta dei Diritti) sono stati aggiunti alla Costituzione nel 1791. Da allora, ne sono stati approvati altri 17 (l'ultimo nel 1992). Per me, ogni 4 Luglio, diventa motivo di riflessione l'essere circondato, qui negli USA, da una sincera partecipazione popolare per questa ricorrenza. Ci sono, la sera, i fuochi d'artificio nelle metropoli (a New York dalle chiatte sull'East River) e in tutte le cittadine; e di giorno, quasi ovunque, cortei di carri d'ogni affiliazione: poliziotti, pompieri, gruppi di anziani e di giovani, centri culturali e sportivi, associazioni di business locali e sindacati. Ricordo d'aver visto sfilare, l'anno scorso ad Asbury nel New Jersey, le due sezioni del partito Repubblicano e del Partito Democratico una dietro l'altra. E' anche un rito godereccio, la festa delle famiglie che organizzano milioni di barbecue. In Europa (e in Italia) in molti pensano con non celato senso di superiorita' (lo pensavo anch'io quando ero all'Universita' Statale di Milano 50 anni fa) che gli Stati Uniti sono una nazione senza storia se paragonata all'Europa. E' incontestabile che il Vecchio Continente tale sia, vecchio, e che l'America sia il Nuovo, ma sottovalutare il valore storico assoluto della Costituzione americana e' un errore, e anche un autogol. I coloni che cercavano la liberta' religiosa, e la fortuna economica, erano ovviamente europei di origine e di formazione. E i padri fondatori, l'elite di quella emigrazione, erano cosi' impregnati di adorazione per la cultura classica europea che trassero il meglio della produzione intellettuale uscita da secoli di studi filosofici, politici, artistici. E li utilizzarono, adattandoli con pragmatismo alla nuova storia che volevano scrivere: dai principi dei diritti legali e religiosi all'esempio dell'architettura greco-romana; dall'anelito libertario della parallela rivoluzione francese che affascino' Jefferson, anche con i suoi eccessi, alle best practices delle norme commerciali, doganali e fiscali, che Hamilton introdusse quale primo ministro del Tesoro. Hamilton fu anche il fondatore del primo quotidiano di New York, nel 1801, il New York Evening Post, che e' sopravvissuto senza interruzioni ed e' diventato l'odierno New York Post. E anche oggi 4 luglio, rispettando un costume che dura dal secolo scorso, quel giornale ha pubblicato, al posto dell'editoriale, il racconto di come e' nato l'inno patriottico “America The Beautiful”. Di questo inno, cantato di solito durante le celebrazioni assieme a quello ufficiale “The Star-Spangled Banner”, pubblico qui il testo, in italiano, quale mio personale omaggio alla Festa dell'Indipendenza. “O bella per i cieli spaziosi, Per le onde di grano color ambra, Per la maestà della montagna viola Sopra la pianura in fiore! America! America! Dio ha versato la sua grazia su di te E incorona il tuo bene con la fratellanza Dal mare al mare splendente! O bella per i piedi del pellegrino, Del suo sforzo severo e appassionato Una via per vivere la libertà Attraverso la natura selvaggia! America! America! Dio aggiusta ogni tuo difetto, Rafforza la tua anima nell'autocontrollo, La tua libertà nella legge! O bella per gli eroi provati Nella lotta di liberazione. Chi più di sé amava il suo paese E la pietà più della vita! America! America! Possa Dio raffinare il tuo oro, Fino a quando il successo sarà nobiltà, E ogni guadagno divino! O bella per il sogno patriota Che vede oltre gli anni Brillano le tue città di alabastro Non offuscato dalle lacrime umane! America! America! Dio ha versato la sua grazia su di te E incorona il tuo bene con la fratellanza Dal mare al mare splendente! Glauco Maggi