Alexandria, la giovane dem che fa felice Donald Trump
E' stata una grande notte ai seggi per Donald Trump, anche se il suo nome non era nella scheda. Mentre ancora festeggiava la sentenza della Corte Suprema che ha sancito la costituzionalita' del suo bando che ha disposto severissime restrizioni agli ingressi di cittadini sospetti da cinque paesi islamici sono arrivati i risultati delle primarie democratiche e repubblicane per decidere i candidati alle prossime elezioni di novembre per il Congresso e per il posto di governatore in Sud Carolina. Dal fronte dei DEM viene la novita' piu' clamorosa: la vittoria di una socialista di 28 anni, Alexandria Ocasio-Cortez, che al suo esordio in una competizione elettorale ha battuto per 57% a 42%, per il seggio del Distretto del Bronx-Queens in New York City, il Deputato Joe Crowley, 56 anni, navigato rappresentante dell'establishment del partito. Crowley cercava la sua decima conferma e si preparava a entrare in lizza per la carica di Speaker. “WOW! Il Grande Odiatore di Trump, il parlamentare Joe Crowley, ha appena PERSO la sua elezione alle primarie”, ha immediatamente twittato Trump. “Forse avrebbe dovuto essere piu' carino, e piu' rispettoso, verso il suo presidente”, ha ironizzato Trump. AOC, ispanica, che ha avuto il sostegno formale della sezione di New York dei Democratici Socialisti d'America, era stata una organizzatrice per il socialista Bernie Sanders due anni fa contro Hillary. Quest'anno, oltre che dal suo idolo Bernie, AOC e' sostenuta anche dalla ex attrice di Sex & The City Cynthia Nixon, pure lei estremista di sinistra che punta a scalzare il governatore DEM Andrew Cuomo dal posto di governatore dello Stato di New York. Crowley, che e' un politico di grande visibilita' essendo il chairman del Gruppo dei Deputati Democratici nel Congresso di Washington, e' il primo deputato DEM in carica, dal 1992, a perdere le primarie Democratiche a New York City. Malgrado sia un acceso anti Trump, Crowley e' stato estromesso dalla politica da qualcuno che e' ancora piu' a sinistra di lui: AOC ha fatto la campagna chiedendo la garanzia del posto di lavoro a vita per i dipendenti federali, la mutua Medicare universale per tutti, la “mano pesante” contro banche e finanza nel solco di Occupy Wall Street, e l'abolizione della agenzia ICE (Immigration and Customs Enforcement), quella che controlla i confini. L'accelerazione verso sinistra, per i Democratici, acquista insomma velocita': agli assalti letterali contro i trumpiani, sotto casa e nei ristornati, predicati persino da un membro del Congresso (la deputata Maxine Waters, nera californiana), e alle mozioni per l'impeachment di Trump presentate da alcuni parlamentari DEM, si sommano programmi politici ultra-progressivi che promuovono welfare indiscriminato e “tassa e spendi”. E' una deriva che estremizza l'immagine dell'intero partito, e le conseguenze saranno la radicalizzazione degli elettori gia' convinti Never Trump e l'allontanamento dei centristi, dei moderati e degli indipendenti. Sul fronte opposto, Trump sta invece consolidando attorno a se' il favore dei repubblicani, il 90% dei quali dicono oggi nei sondaggi di essere con lui. E lo hanno dimostrando facendo vincere alle primarie di martedi' 26 i candidati che erano stati appoggiati esplicitamente da Trump. Il primo e' Mitt Romney, che ha avuto i tre quarti dei voti in Utah per la corsa a senatore dello Stato dei mormoni, dopo aver perso al foto finish (49 a 51) la corsa per la nomina all'interno della burocrazia del partito qualche settimana fa. L'endorsement pubblico di Trump, che si e' complimentato subito dopo con Mitt per la sua vittoria, ha evidentemente pesato. Lo stesso risultato e' emerso nel Distretto di Staten Island a New York: Trump aveva pubblicamente appoggiato il deputato Dan Donovan, che era subentrato un anno fa a Michael Grimm, dopo che quest'ultimo era stato condannato per frode fiscale e aveva perso il seggio. Grimm credeva di avere ancora dalla sua il suo vecchio elettorato, e i DEM si auguravano una sua vittoria, perche' sarebbe stato ovviamente un debole candidato piu' facile da battere. Con il suo appello, Trump ha convinto il 64% dei votanti a votare per Donovan sbarazzandosi di un candidato impresentabile, e cosi' il GOP ha la fondata speranza di mantenere il suo seggio. Infine, nelle primarie per il posto di governatore in Sud Carolina, il presidente aveva addirittura tenuto un comizio in loco, il giono prima del voto, in appoggio dell'attuale governatore Henry McMaster, che era stato uno dei suoi entusiasti sostenitori della prima ora nel 2016. McMaster ha cosi' respinto la sfida di un businessman che aveva vantato un forte vantaggio su di lui nei sondaggi fino a una settimana prima del voto. di Glauco Maggi