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Corea del Nord, i democratici anti-Trump fanno il tifo per il dittatore

Glauco Maggi
Glauco Maggi

Giornalista a NYC per Libero, autore di Figli&Soldi (2008), Obama Dimezzato (2011), Guadagnare con la crisi (2013), Trump Uno di Noi (2016). Politica ed economia. Autori preferiti: Hayek, M.Friedman, T.Sowell

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Per risolvere la questione dell'arsenale nucleare nordcoreano John Bolton, il consigliere della sicurezza della Casa Bianca, ha indicato il modello da seguire, la Libia. Anche Tripoli aveva il nucleare, e Gheddafi aveva accettato di smantellare il suo deposito di bombe atomiche poco dopo aver visto Bush che nel 2003 aveva “azzerato” il pericolo (inesistente, s'e' scoperto dopo) delle armi di distruzione di massa nell'Iraq di Saddam. Poi Gheddafi era stato eliminato, da Obama e dalla Francia, sull'onda della primavera araba e della successiva esplosione del terrorismo islamista, da Al Qaeda all'ISIS, e non certo perche' la Libia non aveva piu' le armi nucleari. Trump, in ogni caso, per tranquillizzare Kim si e' impegnato a garantire la sicurezza personale sua, ed anche del regime comunista, perche' la denuclearizzazione della penisola ha la priorita' sul cambio di governo e sulla futura sopravvivenza, o meno, della dinastia dei dittatori stalinisti nordcoreani. Naturalmente, i critici a tempo pieno di Trump, tra i DEM e i GOP dei NeverTrump, hanno addossato a Bolton la colpa dell'irrigidimento di Kim, con Pyongyang che ha attaccato con parole violente il nuovo corso del “falco” della Casa Bianca, chiamando il vicepresidente Mike Pence un “politico stupido” e minacciando lo scontro nucleare con l'America, con i toni durissimi di un anno fa. I Democratici della “resistenza” - ma anche gli editorialisti del WSJ, avevano definito subito una pessima idea il meeting, che Trump aveva accettato soprattutto su pressioni della Corea del Sud. Il presidente Moon Jae In, la “colomba” che aveva detto che Trump meritava il Nobel, aveva fatto sapere alla Casa Bianca, dopo aver incontrato i vertici di Pyongyang, che la Corea del Nord era seriamente intenzionata a denuclearizzare. Dall'inizio, va detto per onesta' e a suo merito, Trump si e' sempre dichiarato scettico sull'esito della trattativa, almeno nella stessa misura in cui si e' mostrato aperto nel gestirla. verso Kim. Le frasi che ha ripetuto ad ogni incontro con la stampa nelle recenti settimane sono state sempre le solite: “Si vedra'”; “se ci saranno le condizioni avremo il meeting”; “se non ci saranno le condizioni torneremo a dove eravamo”; “di sicuro non cancelleremo le sanzioni fino a quando non sara' realizzato e provato lo smantellamento totale”. Eccetera eccetera. Ovviamente, quelli di sinistra che avevano detto che Trump era un illuso e aveva sbagliato a fissare il meeting con Kim, hanno poi detto che ha sbagliato a cancellarlo. Anzi lo hanno preso in giro, come ha fatto Nancy Pelosi con un tweet: “Kim e' il grande vincitore e quando ha avuto questa lettera (di cancellazione NDR) dal presidente Trump che diceva ‘non importa, non se ne fa niente', deve aver fatto una risatina laggiu' in Corea…”. Ma da come, il giorno dopo, la Corea del Nord e' poi corsa ai ripari, cercando di ricucire il rapporto con Trump per avere questo meeting tanto agognato (da Kim), non pare proprio che il “piccolo uomo razzo” abbia vinto un bel niente. . Ma i liberal sono fatti cosi: “I nemici dei Repubblicani eletti presidenti sono comunque i miei amici” e' la loro reazione istintiva. E Trump lo ha notato bollandoli con un tweet: “I Democratici stanno chiaramente facendo il tifo contro di noi nelle nostre trattative con la Corea del Nord. E' lo stesso atteggiamento che hanno quando intervengono a difesa dei criminali della gang MS 13 (sudamericani immigrati illegalmente negli USA a migliaia NDR), dicendo che sono individui & e che devono essere allevati (Trump li ha chiamati invece ‘animali' NDR). Oppure quando chiedono di eliminare i tagli delle tasse & e invece loro le vogliono alzare. I DEM sono fuori dal mondo!”. E' una vecchia “tradizione”. Ricordo che quando i militari sotto Bush combattevano gli islamofascisti in Afghanistan e in Iraq, e subivano qualche rovescio, i media liberal non trattenevano la soddisfazione nel veder “perdere l'America”. Per non parlare del Vietnam, con Jane Fonda che era diventata il simbolo di questo ‘antiamericanismo interno' perche' era andata a portare la solidarieta' ai vietcong in pieno conflitto. Domenica 27 all'alba , pero', c'è stata una nuova puntata nella telenovela del meeting del 12 giugno. E tutta favorevole a Trump. Kim e Moon si sono rivisti e Kim ha di fatto implorato Moon a intercedere presso Trump perché faccia il meeting a Singapore. Ha confermato di accettare la denuclearizzazione, ma teme per il suo regime e vuole che Trump dia massime garanzie sulla pace. La ha anche detto pubblicamente (vogliamo una pace durevole) e trump ha risposto: le trattative per il colloquio vanno avanti molto bene. Il team di 30 americani e' partito come previsto prima della cancellazione e , forse, il 12 tornerà ad essere una data storica. Sono brutti momenti per i democratici che remano contro... di Glauco Maggi

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