Trump "omofobo, filo-nazista, razzista, pazzo" e già nella storia
Quindici mesi dopo l'ingresso alla Casa Bianca di Trump, che cosa e' rimasto delle accuse che Hillary Clinton, i politici Democrats in patria, e la stampa di sinistra, americana e mondiale, gli hanno gettato contro senza risparmio? Si sa che cercare la verita' nei fatti e usarla per sostanziare, o negare, precedenti giudizi di condanna non e' un esercizio a cui i liberal amano ricorrere. Ci provo io, invece: mai disperare nella buona fede di chi non la pensa come te, puo' sempre ravvedersi, chissa? Ricordiamo quindi qui, per chi ha la memoria labile, le accuse scaricate su Donald prima e dopo il voto, e le confrontiamo con la realta' della sua azione politica. 1= Trump e' un omofobo, odia i gay e il movimento LGBT. Dopo l'ostruzionismo dei senatori DEM durato troppo a lungo, finalmente, nella stessa settimana della visita di Angela Merkel a Washington, il Senato ha approvato l'ambasciatore degli USA in Germania che Trump aveva nominato da mesi. Si chiama Richard Grenell, e' un gay dichiarato da decenni, e' un repubblicano esperto di politica estera ed e' stato consigliere di Mitt Romney nella sua campagna presidenziale del 2012. Per coprire una piazza diplomatica di primissima fascia, come Berlino, Trump ha voluto una persona qualificatissima. E omosessuale. 2= Trump e' un filonazista, amico dei suprematisti bianchi antisemiti. Si e' sempre saputo che la figlia Ivanka si era convertita all'ebraismo sposando il marito ebreo Jared Kushner, ma per i detrattori questo era sempre stato un dettaglio irrilevante. Ora Trump ha spostato l'ambasciata USA da Tel Aviv a Gerusalemme, un atto che l'ha piazzato come il presidente USA piu' amico degli israeliani, e degli ebrei, della Storia. Persino il capo dei senatori Democratici Chuck Schumer, che 20 anni fa aveva firmato, e fatto approvare, in Congresso la legge che spostava l'ambasciata da Tel Aviv a Gerusalemme, ha pubblicamente lodato la mossa del presidente. C'e' qualcuno che si illude che l'azione concreta di Trump gli valga l' “assoluzione” dalla accusa di nazista nell'opinione pubblica “resistente” che lo detesta? Io no. 3= Trump e' un razzista, nemico degli afro-americani e degli ispanici. Pero' i rapporti mensili del ministero del lavoro sulla disoccupazione registrano, come parte del generale miglioramento nel numero dei senza lavoro (aprile ha visto la discesa al record del 3,9%), anche i dati record della caduta dei disoccupati tra i neri e gli ispanici. Ha riportato l'agenzia Bloomberg: “I tassi di senza lavoro tra neri e ispanici sono al minimo di sempre: la disoccupazione tra gli afro-americani e' scesa al 6,6%, il dato piu' basso dal 1972; quella tra gli ispanici e' al 4,8%, percentuale uguale a quella minima storica”. Il presidente parla con i fatti, e un'icona rapper afro-americana come Kanye West ha saltato il muro del conformismo anti Trump nel mondo dello spettacolo e ha fatto scandalo nei salotti dicendo che lo stima ed e' suo amico. Vari tweet di complimenti reciproci tra i due hanno spinto centinaia di migliaia di fans di West a cancellare l'amicizia. Non seguono piu' Kanye perche' vogliono continuare a chiamare Trump “razzista”. Ma anche i sondaggi mostrano che il favore del presidente tra i neri e' in crescita: quello di Reuters ha dato, il 22 aprile, l'approvazione per Trump tra gli afro-americani all'11%, e un balzo al 22% la settimana dopo (29 aprile). “Effetto Kanye?” si sono chiesti in tanti su Twitter. La “conversione” di West e' dovuta, anche, a quanto ha fatto Trump a favore dei senza lavoro neri. 4= Trump e' un pazzo, non sa che cosa sia la diplomazia, non e' adatto ad avere la responsabilita' di comandante in capo. E fara' la guerra con la Cina e con la Corea del Nord. Invece Trump la guerra l'ha fatto con l'ISIS, debellandoli. Con la Cina sta, invece, facendo la “guerra commerciale” per dare agli USA migliori condizioni di reciprocita' negli scambi. E con la Corea del Nord ha gia' sorpreso il mondo intero perche' sta facendo “scoppiare” una pace storica. Il “forse” e' d'obbligo, visto che i colloqui diretti con Kim sono ancora lontani (il 12 giugno a Singapore) e tutto puo' ancora accadere. Ieri un viceministro nordcoreano ha accusato le esercitazioni militari tra USA e Sud Corea, programmate da mesi e iniziate venerdi' scorso, di essere preparatorie di una "invasione" del Nord, e ha adombrato la cancellazione del meeting Kim-Donald. Ma se - lo aveva annunciato l'agenzia ufficiale di news nordcoreana una settimana fa - i giornalisti internazionali sono stati invitati a Pyongyang per assistere in diretta, il 23 maggio, allo smantellamento fisico del sito nordcoreano per i test nucleari, vuol dire che Trump e' gia' arrivato, con la sua non convenzionale politica delle offese (“Rocket Man”) e delle minacce (“Il mio ‘bottone' nucleare e' piu' grosso del tuo”) molto piu' vicino alla denuclearizzazione della penisola coreana di tutti i suoi predecessori, Clinton, Bush e Obama. di Glauco Maggi