Immigrati messicani assediano gli Stati Uniti? Donald Trump risponde così...
Un'avanguardia di una cinquantina di migranti dell'annunciata carovana di 1500 che si era messa in marcia in marzo dal confine meridionale del Messico sta arrivando alla frontiera con gli Stati Uniti, in Texas, e Trump ha preparato la risposta rendendola nota con un tweet. “In opposizione alle leggi ispirate dai Democratici sulle citta' santuario e alla pessima situazione dei confini ho dato al Segretario della Sicurezza Interna Kirstjen Nielsen la disposizione di non lasciare che queste grandi carovane di gente entrino nel nostro paese. E' una disgrazia. Noi siamo il solo Paese nel Mondo cosi' naive! MURO!”. Non servira' un'operazione militare per fermare i migranti, pero', anche se qualche settimana fa Trump aveva chiesto ai governatori degli Stati meridionali che confinano con il Messico di mobilitare la Guardia nazionale. Infatti, il gruppo di centro-americani ormai prossimo alla meta e' composto di gente che vuole chiedere asilo politico. Secondo le regole dell'Agenzia dei Servizi di Immigrazione e Cittadinanza, chi chiede asilo politico deve “dimostrare di aver subito persecuzioni o di aver paura di subire persecuzioni dovute a cinque fattori: per la razza, la religione, la nazionalita', l'essere membri di un particolare gruppo sociale, o l'avere opinioni politiche”. Caso per caso, dunque, i membri della carovana dovranno avere i requisiti per l'asilo, e lo stop invocato da Trump assicura che l'esame sara' accurato. Altri gruppi di clandestini sono poi previsti in arrivo nei prossimi giorni, mentre la situazione in Messico e' incandescente. L'Istituto Nazionale dell'Immigrazione Messicana, la settimana scorsa, ha detto che i suoi agenti hanno trovato centinaia di migranti stipati in camion nello Stato di Veracruz sulla Costa del Golfo, nello Stato di Hidalgo nel Centro-Nord e nel Messico centrale. “Il Messico, le cui leggi sulla immigrazione sono molto toste, deve impedire alla gente di attraversare il paese ed entrare negli USA. Noi facciamo di questo impegno una condizione per il Nuovo Accordo NAFTA. Il nostro paese non puo' accettare quello che sta succedendo! E dobbiamo avere i finanziamenti per il Muro in tempi brevi!”, ha intimato Trump con altri tweet. Finora, per poter tenere fede alla promessa fatta in campagna elettorale di costruire il muro il presidente ha ottenuto con la finanziaria approvata dal Congresso recentemente 1,6 miliardi di dollari. Questa somma copre pero' solo le spese per miglioramenti tecnologici e per il rimpiazzo di barriere gia' costruite. In totale, la stima per un lavoro completo e' sui 20-25milioni. Trump e' convinto che tenere elevata la pressione sul tema degli irregolari sia una strategia vincente, e continua a cavalcarla fin dal suo primo famoso discorso alla Trump Tower quando lancio' la candidatura a colpi di “muro” e di “Messico che ci manda stupratori e spacciatori”. Oggi, le carovane di migranti e le “citta' santuario” sono gli argomenti di attualita' del Trump presidente, sempre schierato sul fronte della legge e dell'ordine e della difesa dell'America dai clandestini. Negli stati “rossi” di confine, Arizona, Nuovo Messico e Texas, i governatori repubblicani hanno accolto con favore la richiesta della mobilitazione militare, evidentemente perche' le opinioni pubbliche locali sentono acutamente la crisi delle carovane quali cavalli di Troia di nuova criminalita'. Ma anche nella Democratica California sta succedendo una “rivoluzione”, come l'ha definita di recente Trump. Si allunga la lista delle citta' (per esempio San Diego) e dei consigli di contee che hanno deciso di ribellarsi alla legge, passata dal parlamento statale nella capitale Sacramento, che ha dichiarato l'intera California uno “stato santuario”. Dove, cioe', le polizie municipali e di contea non possono cooperare con le agenzie del governo federale nel perseguire i clandestini, neppure se sono criminali accertati. Per esempio, quando questi soggetti pericolosi, spesso recidivi nell'entrare clandestinamente negli USA dopo essere stati deportati, vengono rilasciati dalle carceri municipali (per scadenza dei termini, per provvedimenti provvisori, per liberta' condizionata eccetera) i sindaci vietano ai propri poliziotti di comunicarlo agli agenti federali responsabili della Immigrazione (ICE). Di fatto li proteggono (di qui il termine santuario) impedendo che le autorita' deputate alla immigrazione li possano tenere sotto vigilanza, o li possano espellere se la legge federale prevede questa misura nel loro caso specifico. E' un andazzo che ovviamente mette le comunita' a rischio di presenze indesiderate nei quartieri cittadini, e anche i tanti liberal dello Stato piu' Democratico d'America vedono che la situazione e' diventata troppo pericolosa. Cosi' si ribellano in sempre maggior numero, dando ragione alla Casa Bianca. di Glauco Maggi