Cerca
Logo
Cerca
+

Strage nel liceo in Florida, l'Fbi conosceva il killer Nikolas Cruz ma...

Glauco Maggi
Glauco Maggi

Giornalista a NYC per Libero, autore di Figli&Soldi (2008), Obama Dimezzato (2011), Guadagnare con la crisi (2013), Trump Uno di Noi (2016). Politica ed economia. Autori preferiti: Hayek, M.Friedman, T.Sowell

Vai al blog
  • a
  • a
  • a

L'Fbi ha ammesso oggi di aver ricevuto un avvertimento specifico sul pericolo per la comunità di Nikolas Cruz, ma di non aver “seguito il protocollo”, che e' un penoso eufemismo per dire che l'agenzia non ha fatto nulla dell'allarme. L'FBI ha ricevuto il 5 gennaio una telefonata, sulla linea verde PAL (Public Access Line), da una persona che conosceva bene il ragazzo squilibrato e ne ha descritto la potenzialita' criminale in dettaglio. In un comunicato, l'FBI ha ammesso che la persona che aveva telefonato era stata precisa nel raccontare “che Cruz aveva la proprieta' di un'arma, si comportava in modo erratico, aveva postato messaggi preoccupanti sui social media, voleva uccidere la gente ed era un potenziale protagonista di una strage a colpi d'arma da fuoco in una scuola”. Questo non era, dunque, il vago avvertimento che Nikolas Cruz aveva firmato lui stesso mandando, il 24 settembre 2017, un commento ad un blogger sconosciuto e lontano, in Mississippi. Anche quel blogger aveva comunque contattato l'FBI, che non diede seguito alla segnalazione. Quando la prima ‘autodenuncia” firmata dal killer era emersa poche dopo l'eccidio, l'agenzia aveva spiegato di non aver saputo ricostruire l'esatta identita' dell'utente di YouTube, che aveva scritto “Saro' uno sparatore professionale in una scuola”. Gia' quella suonava come una ammissione di impotenza tecnologica incredibile e inquietante, ma dall'agenzia avevano fatto sapere che di allarmi vaghi ne ricevono a bizzeffe e non c'e' il personale sufficiente a indagarle tutte. Ora questa seconda segnalazione e' destinata ad essere scrutata in profondita', invece, per capire come l'FBI ha potuto mancare al suo ovvio dovere di protezione contro una minaccia concreta, credibile, con nome e cognome di una persona immediatamente rintracciabile. I vertici dell'agenzia stessa hanno detto di aver sbagliato tutto. “Seguendo i protocolli stabiliti, l'informazione fornita da chi ha chiamato la linea PAL avrebbe dovuto essere definita come una potenziale minaccia alla vita di qualcuno – dice il comunicato dell'FBI -. Oggi abbiamo determinato che questi protocolli non erano stati seguiti dopo le informazioni erano state ricevute il 5 gennaio”. In pratica, le informazioni non sono state girate all'ufficio di Miami in Florida e “nessuna ulteriore indagine e' stata condotta a quel tempo”. Glauco Maggi

Dai blog