Il sondaggio clamoroso su Donald Trump: occhio, cifre pazzesche
Non e' piu' solo il solito sondaggio "amico" di Rasmussen, che nelle ultime settimane ha dato a Trump tra il 49% e il 47% di giudizi positivi, a registrare il miglioramento del rating del presidente. Ora si e' aggiunto quello di Politico (sito liberal di Washington) associato a Morning Consult, che oggi 14 febbraio ha annunciato per Trump una parita' di favorevoli e contrari al 47%. Il varo della legge di riforma delle tasse a fine dicembre, e i suoi primi effetti in gennaio-febbraio, stanno insomma incidendo non poco sulla percezione che la gente ha del lavoro reale della Casa Bianca e del Congresso controllato dal GOP. Cio' e' rimarchevole, perche' lo spazio sui media e nelle TV e' invece dedicato ossessivamente al Russiagate, al “dossier” pagato da Hillary per abbattere Trump, alle polemiche sui “memo” dei due partiti a proposito delle indagini dell'FBI, ai contenuti anti Trump delle email degli amanti-agenti dell'FBI. Da ultimo, la polemica che assorbe e' legata al membro dello staff che si e' dimesso una settimana fa: era emerso che aveva picchiato le sue due ex mogli ma era stato assunto lo stesso, cosi' ora lo scandalo ha tirato dentro pure John Kelly, capo dello staff di Trump, che molto probabilmente perdera' il posto. Il palazzo e i giornali sono ingolfati in queste questioni, ma gli americani pensano di piu' all'economia, che con Trump si sta muovendo bene verso una ripresa seria: il 3% di crescita del PIL non e' piu' un miraggio dopo gli 8 anni di Obama al 2%. E guardano anche all'immigrazione, in verita', dove sui due fronti estremi ci sono i liberal che vogliono l'amnistia e i conservatori che chiedono il Muro. E' certo che nella risalita del presidente e del GOP c'e' pure l'autogol di Chuck Schumer e di Nancy Pelosi che hanno provocato lo shutdown del governo esigendo la sanatoria per un milione di Dreamers (clandestini portati qui da bambini, quindi personalmente innocenti dai genitori irregolari) in cambio della approvazione del bilancio federale che riguarda tutti. Il ricatto non e' piaciuto, evidentemente. La proposta di compromesso avanzata da Trump e dai vertici repubblicani di Camera e Senato appare invece ragionevole e ha il favore della maggioranza nel Paese: integrazione legale dei Dreamers (che tornerebbero fuorilegge e deportabili dal 5 marzo senza una nuova normativa) e, insieme, la garanzia di frontiere piu' protette con barriere tecnologiche, e anche fisiche, e l'abolizione delle peggiori distorsioni nei programmi della immigrazione legale (basta Lotteria e limiti al numero di familiari che chi diventa cittadino puo' portarsi dietro). La sintonia tra Donald e i due capi della maggioranza repubblicana alla Camera Paul Ryan e del Senato Mitch McConnell sta dando i suoi vantaggi anche al rating del partito. Solo un paio di mesi fa, nel sondaggio cosiddetto “generico” che chiede “preferisci che nel tuo distretto, il prossimo novembre per le elezioni di medio termine, vinca un DEM o un GOP?” c'era un distacco a doppia cifra (il 13%) a favore dei Democratici. Nancy Pelosi si sentiva gia' tornata Speaker. Ora, nel sondaggio POLITICO- Morning Consult, i Repubblicani sono addirittura passati in testa, con il 39% di favorevoli contro il 38% che ha votato DEM (il 23% e' indeciso). L'elettorato e' fluido, quindi ancora ampiamente conquistabile dalle due parti. Basti pensare che il 16% dei Democratici registrati approva Trump, e un identico 16% di Repubblicani registrati lo disapprova. Il vento - se terra' e' tutto da vedere - soffia adesso indubbiamente a favore del presidente: a meta' dicembre la media dei sondaggi di RCP dava a Trump il 37% di approvazione, oggi 14 febbraio e' al 41,6% (senza il sondaggio odierno di POLITICO/Morning Consult che non e' ancora conteggiato). “Non solo i Repubblicani hanno incrementato il supporto nell'urna congressuale ‘generica', ma sono anche ritenuti piu' affidabili nel trattare la questione che gli elettori considerano piu' importante quando vanno al seggio: l'economia”, ha spiegato i dati Kyle Dropp, cofondatore e capo della ricerca per Morning Consult. “A meta' dicembre il 39% considerava i DEM meglio preparati a trattare l'economia, rispetto al 38% a favore del GOP. Oggi il 43% dice che sono meglio i Repubblicani, mentre quelli pro Democratici sono scesi al 32%”. Nella stima della gente i repubblicani in Congresso hanno 9 punti di vantaggio sul problema dei posti di lavoro, 6 punti sulla immigrazione e 19 punti per come trattano le questioni di sicurezza nazionale. Infine, chi pensa che il presidente Trump sia poco stimato dal popolo con il suo 47% a favore e il 47% contro, consideri queste altre due rilevazioni: lo Speaker della Camera, il repubblicano Ryan, e' visto bene dal 36% e male dal 40% del popolo; l'aspirante Speaker, la democratica Pelosi, e' vista bene dal 29% e male dal 49%. di Glauco Maggi