Siamo sicuri che Obama fosse meglio di Trump? Occhio al sondaggio: ecco cosa ne pensano davvero gli americani
Trump e Obama, nella stessa esatta data nel primo anno della loro presidenza, il 27 di dicembre, hanno ottenuto, secondo il sondaggio Rasmussen, lo stesso rating di approvazione, il 46%, e di disapprovazione, il 53%. Rasmussen e' stato il sondaggista che meglio di tutti gli altri aveva rilevato il sentiment degli elettori nel 2016, azzeccando la vittoria di Donald Trump. Anche adesso, 11 mesi dopo l'insediamento di Trump, i suoi risultati si distinguono dal resto dei sondaggi, che nella media RCP danno al presidente repubblicano un indice di favore sotto il 40% (39,3%) e di sfavore del 56,2%. La spiegazione del divario sta nella tecnica originale usata da Rasmussen, che compie rilevazioni telefoniche quotidiane su un campione di 500 elettori e pubblica ogni giorno il dato risultante dalla media degli ultimi tre. Comunque sia, la stessa metodologia era stata applicata a Barack, quindi il confronto tra i due trend e' omogeneo. Cio' che non e' di sicuro omogeno tra le due presidenze e' il trattamento dei media. La stampa e le TV sono state tre volte piu' negative verso Trump rispetto al presidente DEM. Questa conclusione e' tratta da uno studio della Pew Research, che e' un ente apolitico che ha condotto una ricerca sulla copertura dell'operato di Trump nei suoi primi 60 giorni alla Casa Bianca e ha trovato che solo il 5% degli articoli avevano un tono “positivo”. La media della copertura di Trump e' stata negativa in modo preponderante, tre volte piu' critica di quella riservata ai primi due mesi del presidente Obama, e due volte piu' negativa di quella dei due predecessori di Barack, George W. Bush e Bill Clinton. Secondo Pew, il 62% degli articoli sui primi due mesi di Trump erano stati negativi, contro il 20% di articoli critici sulla neo-presidenza Obama, meno della meta' del 42% di “sviolinate”. Non esistono ancora studi sulla copertura di Trump nei mesi successivi, ma e' sotto gli occhi di tutti che i media, nella stragrande maggioranza, hanno insistito nella battaglia, personale in molti casi, contro il nuovo presidente, e le sue politiche. La prima vittoria legislativa di Trump, ossia il passaggio in Congresso della legge sui tagli alle tasse, e' avvenuta nella settimana prenatalizia e ha contribuito allo “scatto” registrato da Rasmussen nel giudizio della gente verso Trump. Per ora, e' valso il pareggio della performance di Obama, e parliamo di un anno in cui i critici del leader Repubblicano sognavano addirittura l'impeachement. Aspettiamo di vedere che effetto avra' il taglio delle tasse sull'economia, sul PIL, e sugli stipendi, e capiremo se Rasmussen e' una rondine singola che non fa primavera, oppure se ha visto giusto nel cogliere la tendenza pro Trump. Glauco Maggi