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L'America bipolare: vogliono incriminare Trump e Wall Strett strappa nuovi record

Glauco Maggi
Glauco Maggi

Giornalista a NYC per Libero, autore di Figli&Soldi (2008), Obama Dimezzato (2011), Guadagnare con la crisi (2013), Trump Uno di Noi (2016). Politica ed economia. Autori preferiti: Hayek, M.Friedman, T.Sowell

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Le due notizie che meglio descrivono quanto in America convivano due mondi agli antipodi vengono una dal Congresso, l'altra da Wall Street. A Washington, il deputato Democratico Al Green, afro-americano del Texas, ha solennemente annunciato che avviera' presto la procedura parlamentare per l'impeachment di Trump: “Prima di Natale ci sara' un voto sul principale ‘aizzatore' di razzismo, fanatismo bigotto, odio, xenofobia, sessismo, etnocentrismo. Ci sara' un voto alla Camera dei Deputati  sull'impeachment del presidente” , ha detto Al Green a Capitol Hill. Il mese scorso il deputato DEM aveva svelato gli articoli per la sua “legge” di impeachment, ma non aveva in quel momento forzato il voto dicendo che voleva dare al pubblico il tempo di considerare la sua iniziativa. Ora ha fatto l'annuncio della decisione presa, anche se non ha ancora fornito una data precisa per la votazione.  La mozione di impeachment di Al Green non accusa Trump di alcun crimine, ma afferma che “ha minato la integrita' del suo ufficio” e “portato cattiva reputazione alla presidenza” con la sua equivoca risposta alla violenza generata dalla marcia dei bianchi suprematisti a Charlottesville (Virginia); con i suoi attacchi ai giocatori di football della NFL che si sono inginocchiati durante l'inno nazionale per protestare contro la brutalita' della polizia; e con le accuse di Trump a Obama di aver ordinato ai servizi segreti di intercettare le sue telefonate dalla Trump Tower.  La mozione di Al Green, pero',  sara' piu' imbarazzante per i Democratici che per i Repubblicani, i quali  al 100 per cento la respingeranno. Sul fronte dell'opposizione “resistente” DEM, infatti, la grande maggioranza, compresa la leader della minoranza alla Camera Nancy Pelosi, e' convinta che un voto sull'impeachment di Trump sia quanto meno prematuro, e alla fine dei conti potrebbe essere un autogol. Pensano, Pelosi e gli altri dirigenti,  che sia prudente aspettare come minimo l'esito della indagine dello speciale procuratore Robert Mueller sulla famosa collusione del presidente con i russi nel 2016, prima di sparargli contro la cannonata della richiesta di impeachment. Ci sono, tra i piu' restii e timorosi, quei 12 deputati Democratici che nel 2016 hanno vinto il seggio in distretti che hanno contemporaneamente eletto Trump come presidente. Questi deputati DEM a rischio non hanno intenzione di aprire uno scontro clamoroso, e per di piu' perdente, con gli elettori ai quali intendono chiedere la conferma nel novembre 2018.  Spostiamoci a New York, dove tutte le mattine suona la campanella della borsa. Milioni di cittadini, investitori, professionisti, gestori di fondi, pensionati, famiglie, decidono di fatto, quotidianamente, se promuovere o bocciare questo presidente. Possono rimanere investiti cosi' come sono; metterci addirittura altri soldi; oppure vendere. Andarsene dalle azioni (che peraltro hanno oggi quotazioni molto alte a causa del boom recente), sarebbe il loro modo, indiretto, per far capire che non si fidano della economia di Trump. Non a caso si dice in borsa “votare con i piedi” quando si liquida una posizione, e questo sarebbe il loro “impeachment” all'amministratore delegato d'America.  Bene, a un anno dalla sua elezione, la realta' e' che il presidente ha battuto i record di performance del Dow Jones di tutti i suoi predecessori, indietro fino alla Grande Depressione degli Anni '30. Il Dow Jones di Trump ha guadagnato nel suo primo anno il 28,5%, davanti a Bush padre (23,3%), Kennedy (19,90%) e Clinton (12,6%).  Gli investitori, ossia la massa della gente comune trumpiana o anti-trumpiana, non ha alcuna intenzione di licenziare Trump da amministratore delegato d'America. Almeno fino a quando non avra' perso il tocco magico da presidente-re Mida. Glauco Maggi

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