Maratona di New York, Italia seconda solo agli Usa con oltre 3mila partecipanti
Alla 47esima maratona di New York, domenica 5 novembre, l'Italia si conferma la nazione con piu' partecipanti, 3002, ovviamente seconda agli Stati Uniti. E il portabandiera ideale della “squadra” tricolore, Leonardo Cenci, la medaglia d'oro l'ha gia' vinta prima di partire: e' quella al Valore Atletico conferitagli dal presidente del CONI Giovanni Malogo' il 27 ottobre, dopo che il presidente Sergio Mattarella, in febbraio, lo aveva nominato Cavaliere dell'ordine al merito della Repubblica Italiana. Perche' tanto onore? La storia di Leonardo non lascia alcun dubbio sul merito. Semmai, sentirla raccontare dallo stesso maratoneta nel corso della giornata di presentazione al Consolato generale italiano in Park Avenue, il 2 novembre, aggiunge commozione vera per la sua impresa di vita: la performance della corsa si mette da parte e lascia il palco alla dimensione dello sport nella sua umanita' senza tempo e senza cronometro. La maratona come paradigma della vita. La fatica, l'impegno, il sudore e la sofferenza come palestra per esplorare che cosa siamo capaci di fare, scavando dentro di noi. Leonardo l'ha fatto a 40 anni, da maratoneta “normale”. Non aveva piu' la forza per allenarsi e ha scoperto, dalle radiografie, “una palla da tennis nel polmone”: da qui, e' partito per un'altra gara. E l'ha vinta. “Per la determinazione e la forza d'animo con cui affronta la sua gravissima malattia offrendo agli altri malati un esempio di reagire e di difesa della vita”, recita la motivazione del presidente della Repubblica per il cavalierato. Leonardo Cenci, 45 anni, il 6 novembre dell'anno passato corse i 42 kilometri e rotti dal Verrazano Bridge a Central Park quale atleta piu' veloce a farlo con un cancro ancora in atto. Per gli annali, arrivo' al 24.179esimo posto (su circa 50mila) impiegandoci 4 ore 27 minuti e 57 secondi, tempo che gli ha permesso di superare quello dell'unico precedente accertato, di Fred Lebow, cofondatore della maratona di New York, che corse nel 1992 con un tumore al cervello, diagnosticato agli inizi del 1990, arrivando in 5 ore e 32 minuti e 34 secondi. Ora Leonardo taglia il suo record personale con due maratone di New York affrontate da “malato”. I lettori che l'hanno corsa da amatori sanno quanto sia duro, ed entusiasmante, finirla con qualsiasi performance, anche metterci ben oltre il doppio del tempo dei vincitori e' un sogno che si materializza. (Testimonianza del vostro cronista: nelle mie due, del 2004 e 2005, avevo impiegato 4 ore e 50, e 4 ore e 35, e sono state due esperienze indimenticabili). Cenci, galvanizzato dalla medaglia del CONI, ha promesso che fara' meglio di un anno fa. “Mi sono preparato bene”, ha detto stringendo come promessa la mano al console Francesco Genuardi che ha ospitato al Consolato, nel corso della manifestazione “Italy runs the 2017 NYC Marathon”, la crema della maratona nazionale professionistica. C'era Gianni Poli, vincitore nel 1986 a New York, che ha proposto Cenci “portabandiera ideale dei 3002 italiani partecipanti”. C'era Franca Fiacconi, che l'ha vinta nel 1998 dopo un secondo e un terzo posto in precedenti tentativi. Franca ha anche enfatizzato il suo amore per New York, il tratto personale-turistico che unisce tutti i partecipanti alla corsa. In quest'anno particolare, pochi giorni dopo l'attentato islamico di downtown che ha causato 8 morti, e' motivo di orgoglio degli italiani residenti che i “nostri” corridori venuti dall'Italia siano tanto numerosi, davanti alle altre nazioni: sentiamo che condividono lo spirito e il coraggio dei newyorkesi, da' coraggio e fa piacere. A sorpresa, non annunciato dal programma, e' arrivato nel corso dell'incontro anche Orlando Pizzolato, che e' lo sportivo piu' decorato qui, perche' di maratone di New York ne ha vinte due consecutive, nel 1984 e nel 1985. Presenti anche un paio di politici maratoneti, Sandro Gozi sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e Maurizio Lupi, capogruppo AP alla Camera dei Deputati e ‘veterano' della corsa di New York, oltre a Chiara Bennati, oncologa presso l'Ospedale di Perugia che accompagna Leonardo nel suo viaggio curativo e a Catiuscia Marini, presidente della Regione Umbria. di Glauco Maggi