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La Clinton e il suo "comitato politico" segreto: la prova che Hillary correrà anche nel 2020

Glauco Maggi
Glauco Maggi

Giornalista a NYC per Libero, autore di Figli&Soldi (2008), Obama Dimezzato (2011), Guadagnare con la crisi (2013), Trump Uno di Noi (2016). Politica ed economia. Autori preferiti: Hayek, M.Friedman, T.Sowell

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La carta non segreta di Trump per rivincere nel 2020 e' Hillary Clinton. “Di recente mi e' stato chiesto se la Corrotta e Disonesta Hillary Clinton correra' nel 2020. La mia risposta e' stata, io lo spero!” ha twittato stamattina, dopo aver saputo dell'intervista rilasciata dalla ex First Lady al media australiano  News.Co.com in cui ha incolpato per l'ennesima volta l'allora direttore dell'FBI per la sua sconfitta. “Comey mi raggelo'..., e sapevamo anche che alcuni miei oppositori, come Rudy Giuliani, erano al corrente del fatto che qualcosa stava per venir fuori. Alla fine ci fu, chiaramente, un tentativo per deragliare la mia campagna”. La Clinton non ha insomma ancora digerito la batosta, e sulle sue intenzioni per la prossima corsa non ha finora detto nulla di definitivo, per il si' o per il no. Ma e' quello che ha fatto che autorizza a pensare che potrebbe tornare in pista. Ha costituito un comitato politico per mantenere in piedi una struttura di amici e di consiglieri fidati, adatta ad ogni suo eventuale disegno operativo, togliendoli dal mercato, ossia prima che si accordino con altri candidati. E, soprattutto, ha scritto un libro dal titolo  “Che cosa e' successo”, che in sostanza e' il catalogo delle ‘scuse' per cui non siede nelle Stanza Ovale. Al marito il testo non e' piaciuto, perche' Hillary emerge come un candidato piagnucoloso che non accetta la verita', cioe' che ha perso per non aver fatto campagna seria negli stati blu del Midwest dove lei si era illusa che gli operai Democratici non sarebbero diventati trumpiani. Pare che i due abbiano furiosamente litigato per questo contrasto di idee, almeno secondo Ed Klein, giornalista-scrittore noto per essere anti-clintoniano. La realta' e' che le scuse addotte da Hillary sono davvero inconsistenti e sorprendenti, e non stupisce la bocciatura di un volpone della politica come Bill. Per esempio si citano Facebook (che avrebbe dato spazio a notizie contro di lei e venduto spazi pubblicitari ai russi ), o il Comitato Nazionale Democratico (anche se e' stato dimostrato che il CND complotto' a suo favore contro Bernie Sanders). Ma in testa ci sono Putin, l''FBI e le donne. “La Corrotta e Disonesta Hillary adesso incolpa chiunque meno se stessa”, ha twittato Trump. “Rifiuta di dire che e' stata una terribile candidata. Da' addosso a Facebook ai Dem e al CND, solo per nominare alcuni dei suoi ‘colpevoli'”.   L'FBI di Comey, in realta', l'aveva ‘graziata' d'estate permettendole di essere nominata con quella incredibile ‘assoluzione', malgrado avesse commesso “grossolane” irregolarita' con il server privato. Ma lei si lamenta che poi il caso fu riaperto, perche' erano emerse le email dal computer non protetto del marito, maniaco sessuale finito sotto indagine dell'FBI, della sua amica e sodale Huma Abedin. Il caso, poi, fu richiuso definitivamente prima del voto. Le donne - il 52% di quelle bianche, il 41% del totale -, non l'hanno votata con la percentuale plebiscitaria che lei si attendeva come un atto dovuto. I neri tutti per Barack? Le femmine tutte per me, che diamine! pensava Hillary. Ma lei aveva offeso mezza America durante la campagna, chiamando “deplorevoli” i fans di Trump, uomini o donne che fossero, e adesso continua a stupirsi che ci siano donne che non sono d'accordo con lei. In questo approccio, va detto, e' stata incoraggiata a insistere da Michelle Obama, che l'ha sempre detestata personalmente ma che ora usa l'umiliata Hillary per fare trita propaganda contro il “sessista” Trump. “Le donne hanno votato contro se stesse”, ha proclamato infatti recentemente Michelle. Evidentemente per i liberal e' una professione di fede bistrattare, come incapaci di intendere il bene, tutte le donne che non sono liberal e Democratiche. Che il merito delle motivazioni per la sconfitta sia fasullo non e', comunque, cio' che conta politicamente di piu', oggi, a proposito di Hillary. Lo e', invece, il fatto che 342 giorni dopo l'apertura delle urne la Clinton sia ancora ben visibile sulla scena politica, e il semplice motivo e' che non ha perso mai l'occasione – interviste, tweet, comizi, presentazioni del libro – per farsi notare come l'inflessibile nemica del presidente in carica. Con un partito Democratico dalla base militante sempre piu' orientata a cavalcare la ‘resistenza' nell'opinione pubblica  e l'ostruzionismo nel Congresso quale linea politica per arrivare alle prossime scadenze del 2018 (medio termine) e del 2020 (presidenziali), Hillary si offre dunque come un marchio dalla incomparabile notorieta'. Non deve proclamare che sara' lei a sfidare Trump, ma con la sua attivita' toglie oggettivamente spazio e ossigeno politico per la crescita a nuove facce e a nuove personalita'. Ovvio che Trump, e tutti i repubblicani dalle diverse anime, siano uniti nella speranza che la Clinton riprovi per la terza volta, dopo aver perso contro Obama nel 2008 e contro Trump nel 2016, a correre per la Casa Bianca. di Glauco Maggi

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