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De Blasio e i sinistri contro Colombo: come il Klu Klux Klan

Glauco Maggi
Glauco Maggi

Giornalista a NYC per Libero, autore di Figli&Soldi (2008), Obama Dimezzato (2011), Guadagnare con la crisi (2013), Trump Uno di Noi (2016). Politica ed economia. Autori preferiti: Hayek, M.Friedman, T.Sowell

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A New York, il sindaco liberal Bill de Blasio, che e' italo-americano ma con il cuore nella Cuba ‘castrista', ha confermato che la rimozione della magnifica statua di Cristoforo Colombo che domina il “Columbus Circle”, la piazza a sud-ovest di Central Park, a Midtown, e' una seria possibilita'. La decisione e' ora sotto esame di una commissione municipale costituita da de Blasio allo scopo di schedare e abbattere i simboli considerati offensivi, ha confermato il suo portavoce Ben Sarle. Come coda al movimento nazionale di eliminazione dei monumenti della Confederazione sudista, il sindaco rosso ha dato 90 giorni ai commissari per compilare la lista di proscrizione, ma si sa gia' che Colombo e' il maggiore indiziato. Se il monumento verra' smantellato, si dovra' trovare anche un altro nome alla piazza (Toro Seduto?). Il sindaco furbamente non prendera' pero' la decisione  prima di essere rieletto per la seconda e ultima volta a inizio novembre. A quel punto valutera', sulla base dei futuri sondaggi sulle sue speranze presidenziali e sul tasso di sinistrismo crescente della base democratica cittadina e nazionale, se gli converra' o meno saltare anche sul carro della demolizione di Colombo. Ma lo sanno de Blasio, e tutti quelli della sinistra radicale che vandalizzano materialmente le statue di Cristoforo Colombo sull'onda della protesta contro i monumenti dei militari confederati sudisti, di essere in perfetta sintonia di spirito e di intenti con il Ku Klux Klan “storico”? Gli estremisti politicamente corretti di oggi credono di essere puri paladini degli afro-americani, dei discendenti degli Apache, degli ispanici, e in generale di tutte le “vittime” lontane e vicine dell'esploratore genovese che ha portato l' ‘imperialismo' europeo in America, ma ignorano il “vizio d'origine” del KKK, che era nato anti-colombiano come sono adesso loro, i liberal. I primi a cominciare la “guerra politica” contro Colombo, circa 100 anni fa, sono stati infatti proprio gli incappucciati razzisti degli Stati del Sud. Che bei compagni di strada. “E' una storia interessante, poco conosciuta e di sicuro poco apprezzata in questi giorni e in questa epoca”, ha detto Patrick Korten, direttore della Associazione Nazionale Cristoforo Colombo, in una intervista al sito Lifezette della giornalista conservatrice Laura Ingraham. Negli anni Venti del secolo scorso, ha spiegato Korten, il KKK non era in realta' un'organizzazione caratterizzata soltanto come “sudista” e razzista, visto che il suo credo bigotto non era focalizzato unicamente contro gli americani neri. “Odiavano gli afro-americani, questo e' certo, ma non solo loro. Il movimento, agli inizi, era anti-cattolico non meno di quanto fosse anti-nero”. Uno degli episodi piu' clamorosi e rivelatori di questo disprezzo per i cattolici, anche se bianchi e del nord, avvenne nel 1928. Il governatore dello Stato di New York, Al Smith, Democratico e primo cattolico a vincere la nomination per presidente degli Stati Uniti di uno dei due partiti maggiori, stava viaggiando in treno attraverso il paese per la sua campagna elettorale e fu oggetto di manifestazioni ostili da parte di aderenti al KKK che mostravano le famigerate “croci incendiate”, simbolo del movimento, al suo passaggio. Il KKK odiava Cristoforo Colombo per la stessa ragione per cui si opponeva a Smith: considerava l'uno e l'altro come simboli di un potere straniero e della minaccia dei cattolici di Roma al predominio protestante della vita americana. Il KKK, cosi', era impegnatissimo ad opporsi alla erezione di statue che commemorassero Colombo e cercava di impedire le celebrazioni del Columbus Day, considerando l'esploratore europeo cattolico un rappresentante del Vaticano. Nel 1924, secondo resoconti storici dell'epoca, il Ku Klux Klan riusci' a interrompere, con una croce incendiata, la manifestazione del Columbus Day che si stava svolgendo in una citta' mineraria della Pennsylvania. Nello stesso anno, il giornale del KKK, l'American Standard, pubblico' un articolo che rigettava l'idea del 'giorno dedicato a Colombo', lo bollava come un ‘crudele papista' e lo accusava di aver tentato di rubare a Leif Erikson il titolo di “scopritore del Nuovo Mondo”. (L'esploratore islandese, intorno all'anno Mille, fu il primo ‘europeo' a sbarcare nelle Americhe, specificamente nell'isola chiamata ora Terranova.) A Richmond, in Virginia, nel 1927 il KKK cerco' di bloccare l'erezione di una statua di Colombo, sponsorizzata da un gruppo di emigranti italiani, sostenendo che era uno straniero e un cattolico. All'inizio il KKK ebbe successo, ottenendo lo stop all'opera da parte di un comitato della citta', ma poi la decisione fu annullata e il monumento venne costruito. Sempre negli Anni Venti, anche nello Stato nord-occidentale dell'Oregon alcuni politici sostenuti dal KKK tentarono di abolire il Columbus Day come festa statale. Ora la Sinistra USA, de Blasio in testa, ha raccolto il “testimone” del KKK nella guerra contro Colombo, come e' dimostrato dagli atti vandalici a colpi di mazza inferti una settimana fa alla Statua di Colombo di Baltimora, vecchia di 225 anni. di Glauco Maggi

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