In Venezuela il socialismo fa diventare i leoni vegetariani
Cuori infranti e bocca cucita. Sul Venezuela la gente di sinistra, nel mondo, fa come gli struzzi. Tace. Fate la ricerca su Google con le parole chiave "Venezuela Nicolas Maduro Sean Penn Michael Moore Oliver Stone" e le loro dichiarazioni d'amore per il regime rosso, frequentissime quando c'era Chavez e via via sempre piu' rarefatte con l'avvento del delfino Nicolas Maduro, la sua marcia verso la dittatura, e la riduzione del paese in miseria, sono sparite del tutto. Eppure Sean Penn, memorabilmente, a nome degli eterni nostalgici dei "leader maximi comunisti" sempre alla ricerca di nuovi Che Guevara, aveva regalato alla galleria delle frasi oscene, ma politicamente corrette, questa eulogia di Chavez: "Il popolo degli Stati Uniti oggi ha perso un amico che non sapeva di avere. E la povera gente del mondo ha perso un campione. Io ho perso un amico che ero stato fortunato di avere. I miei pensieri sono con la famiglia del presidente Chavez e il popolo del Venezuela". Chissa' dove sono oggi i pensieri dei Sean Penn globali. Alla soppressione dei poteri legislativi del parlamento, dove la maggioranza era andata ai partiti di opposizione l'anno scorso? O alla Corte Suprema zeppa di fantocci di Maduro che ha deciso la soppressione in spregio alla stessa Costituzione venezuelana mercoledi? O al presidente della Assemblea Nazionale Julio Borges che il giorno dopo ha strappato una copia della decisione liberticida della Corte Suprema, parlando ad un comizio di protesta davanti alla folla di studenti e cittadini mobilitati contro la dittatura? O all'inflazione, schizzata al 476% nel 2016 dal 120% di un anno prima? La morte della democrazia in Venezuela e' progressiva e inesorabile da quando il populista Chavez aveva fatto la sua rivoluzione a colpa di welfare acchiappavoti, ma il dramma dei cittadini non ha mai goduto di una decente copertura della stampa internazionale. Quando, a fine 2016, Pier Ferdinando Casini, presidente della commissione Esteri, era andato in missione in Venezuela per incontrare la comunita' degli emigrati italiani, il sito corriere.it titolo' "Gli italiani a Caracas senza cibo né medicine assediati dai criminali". Era un buon inizio, anche perche' Casini lamento' esplicitamente l'assenza di articoli sul dramma venezuelano. "Gli italiani del Venezuela si lamentano, si sentono abbandonati", disse Casini, "dalla disattenzione dei media, della Rai". In Italia, dopo questo richiamo di Casini, avete poi potuto seguire con dovizia di servizi e approfondimenti il precipitare della situazione? La domanda e' retorica. Non sono tanto naif dal non sapere che un paese che mostra lo scempio civile, umano ed economico del comunismo messo in pratica possa competere, in visibilita', per dirne una, con "gli attacchi di Trump ai transessuali che non possono scegliere il bagno che preferiscono in Sud Carolina". Se e' impossibile che le redazioni mainstream si commuovano perche' la gente non ha le medicine e il latte, butto li' un qualcosa che forse potrebbe farsi breccia. E' una notizia che cito da Forbes, e riguarda le bestie. Sappiamo tutti che se un dentista USA del Minnesota ammazza un leone in Africa fuori dalla riserva escono per settimane articoli di cronaca, di scienza, e persino editoriali. Vediamo allora se riportare che "almeno 50 animali sono morti negli ultimi sei mesi al Caricuao zoo di Caracas a causa della prolungata ed estesa carenza di cibo che sta colpendo sia gli uomini sia le bestie nella nazione socialista". "Marlene Sifontes, leader sindacale dei dipendenti della agenzia dei parchi di stato Inparques ha detto alla Reuters che lo zoo ha perso maiali vietnamiti, tapiri, conigli e uccelli dopo settimane senza mangiare. I leoni e le tigri, che dovrebbero seguire una dieta di carne, vengono nutriti con mango e zucche, e l'elefante mangia frutta tropicale anziche' la sua dieta solita di fieno". di Glauco Maggi