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Se è Obama a spiare Trump per i democratici va tutto bene

Glauco Maggi
Glauco Maggi

Giornalista a NYC per Libero, autore di Figli&Soldi (2008), Obama Dimezzato (2011), Guadagnare con la crisi (2013), Trump Uno di Noi (2016). Politica ed economia. Autori preferiti: Hayek, M.Friedman, T.Sowell

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Dove sono i paladini della segretezza assoluta, coloro per i quali era uno scandalo la raccolta della NSA di miliardi di telefonate su milioni di cittadini per scoprire piani terroristi attraverso algoritmi elettronici - SENZA LEGGERE I CONTENUTI DELLE CHIACCHIERATE? Oggi e' in ballo il diritto dei cittadini americani di essere protetti in concreto contro le intercettazioni del governo, e la disseminazione dei loro nomi sui giornali senza giustificazione e in barba alla riservatezza, ma questi paladini sono spariti. E il perche' e' ovvio: le vittime di questo assalto alla riservatezza, che e' garantita da una legge specifica, sono il presidente-eletto  Trump e il suo staff durante la transizione. Per settimane i Democratici, e la solita stampa fiancheggiatrice rafforzata stavolta da commentatori filo-conservatori imbarazzati, hanno bastonato il tweet di Donald che sosteneva “ho saputo che sono stato intercettato alla Trump Tower da Obama”. “Non ci sono prove”, si era alzato immediato il coro dei critici, a cui si e' aggiunto l'ineffabile direttore della FBI James Comey, con la sua ennesima sortita fuori dal seminato: “Non mi risulta che ci siano state intercettazioni di Trump”, ha detto, contravvenendo ancora alla regola dei servizi segreti di non parlare di indagini ancora in corso.  E un editoriale del Wall Street Journal ha preso la smentita dell'FBI tanto sul serio da descrivere il presidente “un ubriaco che sta aggrappato alla bottiglia di gin vuota” per non aver smentito la sua accusa e non aver chiesto scusa a Obama. Poi e' arrivato Devin Nunes, deputato del GOP. Mercoledi', nella sua veste di chairman della Commissione sulla Intelligence USA della Camera che riceve tutte le piu' segrete informazioni sulle attivita' degli 007, ha dichiarato che “membri dello staff di Trump e possibilmente lo stesso presidente sono finiti accidentalmente nella rete di intercettazioni.” “Accidentalmente”  non e' una assurdita' come puo' apparire. Significa che le agenzie, la NSA e le altre 16 che gestiscono la delicata azione di sorveglianza di enti e persone straniere cruciali ai fini della sicurezza nazionale interna, possono ottenere legittimamente, dai giudici della Corte creata con la legge del 1978 (la FISA, Foreign Intelligence Surveillance Act), l'autorizzazione a intercettare. Ovviamente, capita spesso che, spiando un diplomatico estero, dall'altro capo della telefonata ci siano privati cittadini americani che non sono oggetto dell'interesse degli 007, e per i quali non esiste alcun permesso di alcun tribunale ad essere indagati. La legge e' rigida nel proteggere la identita' degli americani coinvolti “accidentalmente”, ed e' un crimine far circolare i loro nomi al di fuori della ristrettissima cerchia dei capi delle agenzie di Intelligence. Quindi, nel caso dell'ambasciatore russo a Washington che si era sentito telefonicamente con il generale Mike Flynn mentre era ancora membro della transizione di Trump, la disseminazione del suo nome sui giornali e' stato un atto illegale commesso da qualcuno. E quel qualcuno, che la Commissione di Nunes sta cercando di sapere chi sia, non puo' che appartenere al clan di Obama, essendo le agenzie degli 007 ancora sotto il suo controllo fino al passaggio dei poteri il 20 gennaio. Flynn ha perso la carica di consigliere di Trump per lo “scandalo” d'aver parlato con il diplomatico, ma adesso i repubblicani vogliono andare a fondo della vicenda, e scoprire chi ha fatto uscire il suo nome illegalmente. Nunes, in una conferenza stampa di oggi alla Camera, ha detto che, secondo le indagini dell'Intelligence arrivate finora nel suo ufficio, “non c'e' stata intercettazione di Trump nella Trump Tower”. Ma ha anche aggiunto che ha raccolto testimonianze di whistleblowers, e di altre fonti a diretta conoscenza dei fatti, che confermano la sostanza dell'accusa di Trump: dei suoi aiutanti, e lui stesso, sono stati “intercettati”, anche se accidentalmente. Nel weekend, o nei primi giorni della settimana ventura, Nunes ha detto di aspettarsi documenti ufficiali della NSA che potrebbero fare luce sull'intera materia. Gli oggetti dell'indagine della sua Commissione sono infatti due. Quali legami ci sono stati, se ci sono stati, tra i russi e la transizione di Trump?  (L'ex manager di Trump Manafort si e' offerto ieri di testimoniare davanti alla Commissione di Nunes sui suoi affari tra Ukraina e Russia, una relazione nota da anni.) E chi ha fatto girare illegalmente, anche tra i membri della Casa Bianca di Obama non autorizzati a conoscerli, presidente compreso, i nomi di privati cittadini USA “incidentalmente intercettati”, tra i quali e' sicuro ci sono aiutanti, amici e collaboratori di Trump, e magari lui stesso?  L'accusa diretta a Barack di aver fatto mettere le cimici nella sua camera da letto e negli uffici alla Trump Tower e' una “trumponata”. Ma dopo che tutto il mondo l'aveva bollata come pura bufala, vuoi vedere  che c'era del vero in quel ridicolizzato tweet? Anzi. Tanto di vero? Glauco Maggi twitter @glaucomaggi

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