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Tutta la verità su Donald Trump e gli ebrei

Glauco Maggi
Glauco Maggi

Giornalista a NYC per Libero, autore di Figli&Soldi (2008), Obama Dimezzato (2011), Guadagnare con la crisi (2013), Trump Uno di Noi (2016). Politica ed economia. Autori preferiti: Hayek, M.Friedman, T.Sowell

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Bernard-Henri Lévy sta sprecando parte della sua autorità morale, negli articoli sul Corriere della Sera, perche' si rafforzi nell'opinione pubblica conforme e disinformata l'accusa al presidente USA di essere un “filonazista”, un “negazionista dell'Olocausto”. Indifferente alla storia personale reale di Trump, che ha scelto ministri ebrei per il suo governo ed e' circondato, in famiglia, dal genero, dalla figlia e dai nipotini ebrei, il filosofo ossessionato contro Donald avra' preso malissimo la seguente notizia. E' quella sulle minacce anonime di bombardare i centri ebraici USA che, per settimane, ha costituito la “prova sul campo” che il Donald non e' solo “nazista” di suo, ma che con il suo “antisemitismo” incita all'azione i tanti vili seguaci che ha nell'America profonda popolata dagli evangelici e dai fantasmi del KKK e del suprematismo bianco. Venerdi' scorso il procuratore federale di New York Preet Bharara li ha finalmente smascherati, questi “nazisti pro Trump”. L'arrestato, per ora l'unico ad avere nome e cognome quale responsabile degli ” incidenti antisemiti”, si chiama Juan Thompson, 31 anni, e' afro-americano, e' un militante socialista, e ha lavorato da giornalista nel sito di ultrasinistra The Intercept (fino al gennaio del 2016, quando e' stato licenziato perche' scoperto a inventare le sue inchieste). The Intercept e' stato fondato da Betsy Reed, che lo dirige, e da Glenn Greenwald, altro giornalista di sinistra che, per il Guardian, curo' la pubblicazione dei files sulla SNA trafugati da Edward Snowden e divenne famosissimo per lo “scoop”.  Dio li fa e li accompagna. L'incriminazione tecnica contro Thompson e' “Cyberstalking”, che significa piu' o meno “aggressione continuata contro qualcuno usando mezzi digitali”. Nella fattispecie, il soggetto preso di mira e' la ex fidanzata di Thompson, da lui mai perdonata per la rottura del loro rapporto durato dal 2015 al 2016. Ma che cosa ci azzecca “l'antisemitismo di Trump” con la gelosia criminale di Juan? Usiamo le parole con cui il procuratore di Manhattan, Bharara, ha annunciato l'arresto e l'incriminazione: “Oggi abbiamo incriminato Juan Thompson per aver ‘tormentato' una sua ex fiamma sentimentale, tra le altre azioni, facendo minacce, a nome della stessa donna, di bombardare centri della Comunita' ebraica e della Lega Ani-Diffamazione”. L'ufficio di Manhattan della Lega Anti Diffamazione aveva ricevuto una email il 21 febbraio che diceva che la donna “era dietro le minacce di bombe contro gli ebrei. Lei vive a New York City e sta per fare altre minacce domani”. E il giorno dopo, infatti, la Lega aveva ricevuto una telefonata che diceva che c'era ‘C-4', un materiale esplosivo, nell'ufficio di MidTown e che sarebbe scoppiato entro un'ora. Chi chiamava aveva usato uno strumento per deformare la voce e un cellulare con numero non rintracciabile. La stessa persona aveva minacciato un centro ebraico a San Diego in California, scrivendo in una email che “quella donna odia gli ebrei”. Thompson aveva fatto pure minacce in prima persona. In una email spedita a un centro ebraico di Manhattan aveva detto di aver messo due bombe nella sede. ‘L'attentatore vuole creare domani una Newtown di ebrei”, aveva scritto alludendo alla strage nella scuola di Newtown in Connecticut del 2012. Ironicamente, un titolo pubblicato sul sito The Intercept, il 28 febbraio, recitava: “Trump non puo' accettare che i suoi alleati stanno attaccando gli ebrei, e quindi accusa i suoi oppositori”. Nell'articolo, il giornalista Robert Mackey aveva affermato che “la Lega Anti Diffazione ha attribuito l'impennata delle minacce e degli attacchi ai bianchi suprematisti incoraggiati dal movimento politico nativista di Trump…. Il suo tentativo di proporre una spiegazione alternativa per gli incidenti e' uno sforzo per allontanare la colpa da se stesso e dai suoi supporter”. Mackey e The Intercept, nell'articolo, volevano rispondere a dei commenti che Trump aveva fatto in privato al procuratore generale della Pennsylvania secondo i quali le minacce di bombe e i vandalismi ai centri e ai cimiteri ebraici delle ultime settimane erano “tentativi di qualcuno di far apparire altri delle cattive persone”. Ora l'FBI da' ragione a Trump. Glauco Maggi @glaucomaggi

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