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Chanel sputtana l'anti-Trump Meryl Streep"Un'attrice di genio, ma avida e meschina"

Glauco Maggi
Glauco Maggi

Giornalista a NYC per Libero, autore di Figli&Soldi (2008), Obama Dimezzato (2011), Guadagnare con la crisi (2013), Trump Uno di Noi (2016). Politica ed economia. Autori preferiti: Hayek, M.Friedman, T.Sowell

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Meryl Streep ha gia' pronto il discorsetto che fara', con la statuetta in mano, nella serata degli Oscar, domenica 26 febbraio, se vincera' il premio come miglior attrice. E' la protagonista di ‘Florence Foster Jenkins', la storia vera di una donna stonata, ma ostinata, che riesce a concludere la sua “carriera” nel tempio della musica, la Carnegie Hall di New York. Che cosa dira' e' scontato: sara' un pistolotto contro Trump sull'onda di quello che ha gia' detto, l'8 gennaio, alla cerimonia dei Golden Globes. L'audience amica in sala, dove saranno rappresentate tutte le sfumature di rosso che albergano a Hollywood, andra' in brodo di giuggiole. Come nelle sitcom comiche, la gente comincera' a ridere prima che i premiati triteranno e ritriteranno battute ben note. Al pubblico televisivo mondiale, pero', suggerisco di dare una speciale attenzione al vestito di Meryl. Sara' bellissimo, come e' sempre. Ma nascondera' una storiella divertente, che mostra un lato delle divina attrice che non era mai stato svelato prima. La campionessa della lotta alle ineguaglianze economiche tra milionari e poveretti, la Piketty in vestito a strascico, e' “a genius actress, but cheapness also, no?”, per usare verbatim la frase di Karl Lagerfeld, lo stilista di Chanel. Se non avete capito offro la mia libera traduzione: "un'attrice di genio, ma anche meschina e avida, attaccata al guadagno, vero?” . Che cosa ha indotto Lagerfeld ad essere cosi' irridente e sprezzante verso la diva e' quanto segue. Meryl aveva scelto il bellissimo vestito di seta grigia della collezione di Lagerfeld, aveva chiesto gli usuali aggiustamenti a suo piacere (un decollete meno abbassato) e si era rimirata soddisfatta allo specchio per le prove. Poi, ha chiesto dell'altro: il pagamento di una certa somma per indossarlo nella serata magica. Quanto, non si sa. E inorridisco all'ipotesi che l'abbia pretesa in nero, anzi la escludo. Ma resta, integra, la miseria del suo gesto. Con il lavoro di sartoria gia' ben avviato nell'atelier di Chanel, e' arrivata voce dal clan della Streep di fermarsi. “Avevo fatto lo schizzo, e avevamo cominciato a confezionare l'abito”, Lagerfeld ha raccontato al sito WWD. “Qualche giorno dopo ci e' giunta una telefonata in cui un aiutante dell'attrice ci ha detto: ‘Non continuate il vestito. Abbiamo trovato qualcuno che ci paga'”. Chanel, ha spiegato Lagerfeld, ha la politica di non pagare le stars per indossare i suoi vestiti. L'atelier si carica tutte le spese di fattura, i materiali necessari, le ore del personale. “E dopo che noi regaliamo loro un vestito che vale 100mila euro (105mila dollari), scopriamo che dobbiamo pagare perche' sia indossato? Noi diamo i vestiti, noi facciamo i vestiti, ma non paghiamo”, ha detto lo stilista. Quando vedrete l'abito della Streep, scoprirete chi l'ha fatto accettando di versare il balzello richiesto dall'insaziabile testimone virtuosa della lotta ai milionari. Tutti gretti, tranne lei. di Glauco Maggi

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