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Addio Obama: il suo disastro in otto punti

Glauco Maggi
Glauco Maggi

Giornalista a NYC per Libero, autore di Figli&Soldi (2008), Obama Dimezzato (2011), Guadagnare con la crisi (2013), Trump Uno di Noi (2016). Politica ed economia. Autori preferiti: Hayek, M.Friedman, T.Sowell

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I fans orfani di Obama si crogiolano nei sondaggi che registrano il piu' che soddisfacente tasso di popolarita' con cui esce dalla Casa Bianca, il 60% secondo la CNN. Ma se l'America si chiede perche', stimando il presidente uscente con una percentuale tanto larga di consensi, alle urne gli elettori hanno ignorato la sua supplica, nel novembre scorso, “eleggete Hillary per salvare la mia eredita'”, la risposta la possono trovare proprio nella eredita' che Barack ha lasciato. Ecco otto dati statistici, riportati dal sito LifeZette di Laura Ingraham (giornalista pro Trump che ha ufficializzato di correre come senatrice nel 2018 nella sua Virginia), che sono un campione rilevante, anche se non esaustivo, del bilancio dei due mandati di Obama. 1) Commutazioni di pena a criminali condannati. Sono un record assoluto, 1,385, comprese le 209 di questa settimana, tra cui quella del soldato Manning, che quando si chiamava Bradley diede 750mila documenti segreti a WikiLeaks e si becco' 35 anni di galera. Ora che ha cambiato sesso e si chiama Chelsea, Obama l'ha premiato/a con un atto di clemenza politicamente corretto e giudiziariamente-militarmente osceno, condannato dal GOP e dai DEM. Da aggiungere i 212 pardons (e se ne aspettano ancora entro giovedi' 19). Le commutazioni di Obama sono piu' di quelle, combinate, dei 12 suoi predecessori, da FDR a George Bush. 2) Sviluppo economico. Il PIL e' cresciuto dell'1,5% in media tra il 2009 e il 2015 (con 0,8%, 1,4% e 3,5% nei primi tre trimestri del 2016). Il miglior anno e' stato il 2015 con il 2,6%. L'economia e' in espansione dal giugno 2009, e Obama e' il primo presidente dalla fine della Seconda Guerra mondiale a non aver portato l'economia ad una crescita del PIL sopra il 3% in almeno un anno. La crescita asfittica e' una delle cause della stagnazione degli stipendi. Secondo l'Ufficio del Censo il reddito mediano delle famiglie e' stato di 56.516 dollari nel 2015, per la prima volta piu' alto, tenuto conto dell'inflazione, di quello del 2008, l'anno della crisi economica, ma ancora piu' basso di quello, sempre tenuto conto dell'inflazione, del 1999 (quando fu pari a 57.909). 3) Tasso di partecipazione alla forza lavoro. Obama chiude al 62,7%, un dato che mette nella sua luce piu' reale il risultato appariscente della discesa al 4,7% del tasso di disoccupazione. Il governo calcola il tasso di disoccupazione, che e' il piu' usato dai media, come una percentuale della forza lavoro non occupata. Ma la ‘forza lavoro' comprende solo coloro che hanno un posto o lo stanno cercando attivamente, escludendo tutti coloro che non lo cercano, perche' scoraggiati o disinteressati. La percentuale di adulti (sono quelli sopra i 16 anni) che sono occupati o alla ricerca attiva di un impiego e' stata in costante calo negli anni di Obama, passando dal 65,7% del gennaio 2009 al 62,7%, tre punti secchi in meno, un livello che e' attorno ai minimi storici. L'invecchiamento della popolazione spiega solo in parte il fenomeno, perche' anche tra coloro in eta' da primo impiego il trend e' al ribasso. 4) Deficit commerciale. Ora e' all'incirca di 500 miliardi di dollari. Obama fece la campagna del 2008 promettendo di far finire gli abusi della Cina e di chiudere il deficit commerciale. Invece lascia il potere dopo aver assistito a una crescita di oltre il 30% del gap tra le importazioni e le esportazioni. Negli 11 mesi del 2016 (ultimo dato disponibile) il deficit in beni e servizi scambiati era stato di 454,05 miliardi, in linea per confermare, e magari anche superare, i 500,37 miliardi di un anno fa. 5) Debito nazionale. Obama lo ha raddoppiato, da 10,02 trilioni (migliaia di miliardi) che era nel 2008 ai quasi 20 trilioni di adesso (il debito previsto a fine settembre 2017, quando si chiude l'anno fiscale in corso, sara' di 20,1 trilioni). Obama, da solo, ha accumulato (in cifra assoluta, ossia non tenendo conto dell'inflazione) lo stesso volume di debito accumulato da tutti i suoi predecessori, da George Washington a George Bush. 6) Morti per terrorismo domestico: 146. Al Qaeda e Isis non hanno realizzato attentati paragonabili a quello dell'11 settembre 2001, e Osama Bin Laden e' stato eliminato. Il cambio di tattica dei terroristi, con il ricorso ai “lupi solitari”, ha comunque causato le stragi di San Bernardino (14 morti) e Orlando (49 morti). Secondo l'Institute for Economics and Peace ci sono stati 105 incidenti terroristici, con 93 morti, dal 2009 al 2015. E il ricercatore William Robert Johnston, nel suo database, ha registrato nel 2016 nove attacchi e 53 vittime. Obama ha poi un record tutto suo, chiamiamolo della mistificazione politicamente corretta: non ha mai definito “islamici” i terroristi, che pure hanno compiuto attacchi e attentati rivendicandoli nel nome di Allah. 7) Regolamentazioni: 660 in tutto. Le agenzie federali hanno prodotto numerose, onerose, complesse regolamentazioni. L'American Action Forum di Washington ne ha contate oltre 600, che ha definito ‘maggiori', in quanto hanno avuto, ognuna, un impatto economico superiore a 100 milioni di dollari. Il costo totale di queste 600 regole maggiori ha superato 800 miliardi, secondo Sam Batkins, direttore delle politiche delle regolamentazioni per il citato pensatoio. Il governo Obama ha scritto una media di 35 nuove regole per ogni legge approvata dal Congresso, il doppio di George Bush. 8) Giorni di vacanza di Obama. Barack ha fatto 28 viaggi di piacere per un totale di 217 giorni nei suoi 8 anni, secondo Mark Knoller, reporter di CBS News che tiene il conto delle vacanze dei presidenti. George Bush aveva speso piu' tempo via dalla Casa Bianca. Trascorse infatti 490 giorni nel suo ranch in Texas, costando pero' molto di meno ai contribuenti di Barack. Per le trasferte di piacere (a volte con moglie, suocera e figlie al seguito) il conto ufficiale della famiglia Obama e' stato di 96,9 milioni. di Glauco Maggi twitter @glaucomaggi

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