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George Soros, il miliardario rosso cornuto e mazziato

Glauco Maggi
Glauco Maggi

Giornalista a NYC per Libero, autore di Figli&Soldi (2008), Obama Dimezzato (2011), Guadagnare con la crisi (2013), Trump Uno di Noi (2016). Politica ed economia. Autori preferiti: Hayek, M.Friedman, T.Sowell

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Cornuto e mazziato. Il miliardario rosso George Soros non solo ha buttato via circa 20 miliardi di dollari nel 2016, finanziando una campagna che piu' disastrosa non si poteva per i Democratici. Scommettendo in Borsa con il suo hedge fund contro Donald Trump ha subito perdite per un altro miliardo di dollari. Sull'onda degli “esperti” – sedicenti economisti ma in realta' politici partigiani - che vedevano il crollo azionario ed economico come conseguenza della vittoria di Donald, Soros ha “puntato con il cuore”. Non ha cioe' fatto la previsione, che sarebbe stata vincente, che il trionfo di Donald sarebbe stato il trampolino dell'ottimismo e della fiducia degli investitori, come in effetti e' stato. Il Dow Jones delle blue chips, invece di essere abbandonato dalla gente e di calare a picco, si e' impennato nelle settimane successive all'8 novembre, fino a guadagnare il 9%. Per Soros, che aveva gia' subito una scoppola finanziaria sperperando qualche miliardo per impedire e George Bush di vincere la Casa Bianca (e poi di rivincere 4 anni dopo, nel 2004), il miliardo lasciato sulla roulette di borsa e' poca cosa, visto che il patrimonio gestito dal suo hedge fund, che amministra solo denaro della propria famiglia, e' attorno ai 30 miliardi di dollari. Ma la figuraccia resta, ed e' tanto piu' cocente in quanto in questo periodo e' lo stesso George che fa le scelte di portafoglio, comprare e vendere titoli, mentre e' vacante il posto di responsabile finanziario. Infatti era gia' in corso la ricerca di un gestore professionista che assumesse questo ruolo, e la debacle di novembre avra' di sicuro messo fretta a Soros. Ad amareggiare ancora di piu' l'86enne ultraricco piu' amato dagli ultrasinistri e' un fastidioso paragone. Mentre lui perdeva puntando contro Trump, Stanley Druckenmiller, il suo ex manager degli anni in cui il fondo di Soros fece un sacco di soldi speculando contro la sterlina, guadagnava di brutto. In proprio dal 2000, Druckenmiller ha prodotto, nella imminenza del voto, una analisi su che cosa sarebbe successo dopo che e' risultata azzeccatissima: se avesse vinto Hillary, aveva detto Druckenmiller, il mercato azionario avrebbe avuto un immediato boom, per poi cadere; se avesse vinto Trump, la prima reazione dei futures azionari sarebbe stata negativa, ma il trend si sarebbe presto invertito cavalcando il toro del Donald. E' quanto e' successo, e l'ex vice di Soros vi ha aggiunto la previsione corretta di un calo dell'oro, che ha venduto a mani basse, e di un rally della moneta americana contro l'euro. Conclusione: la ditta di famiglia di Druckenmiller, Duquesne Family Office LLC, ha chiuso il 2016 con un guadagno del 10% grazie ai due mesi finali in crescendo. E il discepolo ha dato anche uno sberleffo politico al suo vecchio capo: mentre Soros sovvenzionava la Clinton, lui ha appoggiato un candidato repubblicano, John Kasich, dandogli 3,5 miliardi. Kasich non ce l'ha fatta, ma Druckenmiller, da filorepubblicano, aveva comunque capito che una sconfitta di Hillary, con le sue tasse elevate e le super-regolamentazioni, sarebbe stata una manna per gli investitori. E lui ha operato secondo questa diagnosi, con successo. di Glauco Maggi  twitter @glaucomaggi

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