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Putin e gli americani, il clamoroso sondaggio

Glauco Maggi
Glauco Maggi

Giornalista a NYC per Libero, autore di Figli&Soldi (2008), Obama Dimezzato (2011), Guadagnare con la crisi (2013), Trump Uno di Noi (2016). Politica ed economia. Autori preferiti: Hayek, M.Friedman, T.Sowell

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I repubblicani non amano ancora Putin, ma di sicuro lo odiano molto meno di prima. Evidentemente, la posizione che Trump ha tenuto durante la campagna nei confronti del presidente russo – apertura a fare accordi con lui, soprattutto sulla Siria e contro l'ISIS – ha addolcito la dura ostilita' contro di lui che in precedenza era dominante nel grosso del partito, che e' sempre stato di solida tradizione anticomunista, e antisovietica, dalla Seconda Guerra Mondiale a Reagan e a George Bush. Secondo il sondaggio condotto da Economist/YouGov in dicembre, il 37% degli iscritti al GOP vede ora infatti favorevolmente Putin, 13 punti in piu' del 24% di settembre 2016 e ben 27 punti in piu' del 10% del luglio 2014. Il saldo tra chi giudica bene e chi giudica male il leader di Mosca e' ancora negativo per 10 punti, con il 47% dei repubblicani che e' contro Putin e il 37% a favore, ma il divario e' minimo rispetto a un paio d'anni fa, quando la critica severa a Vladimir era plebiscitaria, con un saldo di ben 66 punti tra chi lo detestava e chi lo apprezzava. Putin ha pubblicamente lodato Trump per la sua personalita' durante le primarie di quest'anno, anche se i due non si erano mai incontrati, ed oggi e' sotto accusa nella parte DEM del Palazzo della politica americana per le accuse della CIA d'aver danneggiato Hillary con i “furti digitali” dal sistema del partito democratico. L'hackeraggio manovrato da una potenza straniera, cinesi o russi che siano, contro le istituzioni americane (anche il partito repubblicano e' stato vittima di attacchi cibernetici, ma ha saputo proteggersi molto meglio dei server del Comitato Nazionale Democratico, di Hillary, di Huma Abidin e del capo staff della Clinton John Podesta) resta una preoccupazione bipartisan tra chi ha a cuore la tutela della sicurezza nazionale. Si attendono, entro il 20 gennaio che e' il giorno del passaggio delle consegne alla Casa Bianca, i risultati dell'indagine approfondita ordinata da Obama alle agenzie di intelligence sugli hackeraggi orditi nel corso delle tre campagne presidenziali del 2008, 2012 e 2016. Ma il “favore” fatto a Trump con le email diffuse da WikiLeaks su incarico dei russi, anche se e' ancora tutto da provare il coinvolgimento di Putin, che nega, ha di sicuro contribuito a renderlo piu' simpatico agli anti-obamiani irriducibili, che nel GOP sono tantissimi: soltanto il 17% dei repubblicani ha una valutazione positiva di Barack, mentre l'81% lo giudica male, per un saldo negativo netto di 64 punti. E Larry Sabato, direttore del Centro per la Politica dell'Universita' della Virginia, non ha dubbi: il risultato del sondaggio pro Putin “si basa sull'antico principio secondo cui il nemico del mio nemico e' mio amico. Non penso sia tanto piu' complicato di questo. La base repubblicana, particolarmente la parte trumpiana della base del GOP, tiene nel massimo rispetto chiunque abbia aiutato il suo grande leader a vincere”. di Glauco Maggi  twitter @glaucomaggi

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