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Tutti gli uomini del presidente Trump

Glauco Maggi
Glauco Maggi

Giornalista a NYC per Libero, autore di Figli&Soldi (2008), Obama Dimezzato (2011), Guadagnare con la crisi (2013), Trump Uno di Noi (2016). Politica ed economia. Autori preferiti: Hayek, M.Friedman, T.Sowell

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Il presidente eletto Trump continua a cercare fuori dal GOP per trovare i quadri della sua amministrazione. Dopo le nomine al Tesoro e al Commercio di due personaggi, Steven Mnuchin e Wilbur Ross, provenienti da Wall Street, ora e' la volta di un ex generale in pensione ad essere nominato per il Dipartimento della Difesa e di un senatore Democratico di essere nel lotto dei possibili ministri dell'Energia. DIFESA. Il nome del Generale James Mattis girava da giorni e ieri e' venuto l'annuncio ufficiale: ‘‘ Stiamo per nominare ‘Mad Dog' Mattis come segretario della Difesa”, ha detto Trump durante un comizio a Cincinnati, in Ohio, da cui ha iniziato il tour di ringraziamento negli Stati cruciali del MidWest che gli hanno dato la presidenza. "Dicono che Mattis sia il personaggio piu' vicino al Generale George Patton che abbiamo ed e' l‘ora per lui”, ha detto Trump alludendo al comandante aggressivo e anti-politico che guido' i soldati americani durante le Seconda Guerra Mondiale. Mattis, 66 anni, soprannominato “cane pazzo” per il suo linguaggio salato e l'ossessiva dedizione all'esercito, e' stato il comandante in capo delle truppe USA in Iraq e in Afghanistan dal 2010 al 2013, sotto Obama. In precedenza aveva cofirmato un manuale di strategia anti-insurrezione a cui e' stato riconosciuto il merito di aver frenato la peggiore violenza settaria in Iraq, prima del ritiro, voluto da Obama, del contingente americano dall'Iraq nel dicembre del 2011. Come capo del Comando centrale USA, Mattis si scontro' con il Consiglio nazionale della Sicurezza del presidente Obama, ed e' stato soprattutto molto critico sulla strategia della Casa Bianca Democratica verso l'Iran, che Mattis ha definito “la minaccia piu' pericolosa alla stabilita' e alla pace nel Medio Oriente”. Mattis non sara' uno yesman del futuro comandante in capo, come si puo' desumere dalla sua storia personale e dai giudizi severi contro gli attacchi di Trump alla Nato durante la campagna. Non solo il generale, che aveva servito come supremo comandante alleato delle forze della Alleanza Atlantica, aveva fatto sapere di temere le intenzioni di Putin ”di fare a pezzi la Nato”. Aveva anche ricordato, in luglio, che “alcuni dei paesi nostri alleati nella Nato hanno perso piu' uomini in percentuale di quanti ne abbiamo persi noi in Afghanistan”, e che “alcuni di loro stanno spendendo nella Difesa il 20% del loro budget”. Trump ha fatto un punto fermo della sua linea militare la pressione ai paesi membri della Nato di rispettare la norma che prevede l'impegno a spendere nella difesa, come minimo, il 2% del budget nazionale. ENERGIA. Il team della transizione sta considerando il senatore della West Virginia Joe Manchin per il posto di segretario dell'Energia, il delicatissimo dicastero cui spetta il futuro delle politiche sul petrolio, sul gas e sul carbone, con i riflessi economici, occupazionali ed ambientalistici che comportano. Manchin, che e' un Democratico moderato e pro armi che rappresenta uno Stato con molte miniere di carbone, quelle che la Hillary aveva promesso di “eliminare del business” in ossequio all'ala verde del partito e, ancora piu' marcatamente, ai finanziatori miliardari liberal contro il global warming, “e' sotto esame per mostrare agli americani che lavorano nel settore del carbone quanto Trump sia serio nel trattare la questione delle miniere”, ha detto una fonte del team per la transizione. Manchin ha detto a Politico.com di non aver ricevuto ancora alcuna comunicazione ufficiale, ma che “se posso fare qualsiasi cosa per aiutare il mio stato della West Virginia, e il mio paese, sarei lietissimo di parlare con chicchessia”, di fatto dando una sua disponibilita'. Il senatore DEM, fiscalmente conservatore, ha la sua carica in Congresso in scadenza nel 2018, e la sua rielezione e' ad alto rischio in uno Stato che Trump ha vinto con facilita' in novembre e che potrebbe quindi passare ad un candidato del GOP fortemente appoggiato dal presidente. di Glauco Maggi twitter @glaucomaggi

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