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Biden "tradisce" il suo presidente:non si taglia lo stipendio del 5%

Il vice di Obama non segue l'esempio. Lui i suoi 230mila dollari l'anno se li tiene tutti

Glauco Maggi
Glauco Maggi

Giornalista a NYC per Libero, autore di Figli&Soldi (2008), Obama Dimezzato (2011), Guadagnare con la crisi (2013), Trump Uno di Noi (2016). Politica ed economia. Autori preferiti: Hayek, M.Friedman, T.Sowell

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  La politica è fatta anche di gesti, e si è fatto sicuramente notare quello di tagliarsi lo stipendio del 5% annunciato da Obama alla fine della settimana scorsa, per condividere la sofferenza dei dipendenti federali che sono obbligati a giorni di “ferie non pagate” per via del “sequester” (l'automatica riduzione delle spese pubbliche scattata il primo marzo perché i due partiti non si sono accordati altrimenti su come contenere il maxidebito federale). Ma la photo opportunity dell'intera squadra di governo democratica unita nel “sacrificio” non si è potuta ancora scattare, come ovviamente si augurava il presidente, perché il suo vice Joe Biden ha scelto un'altra linea, e anche altri membri dell'esecutivo si sono chiamati fuori, come la ministra della sanità Kathleen Sebelius che non ha intenzione di farsi alcuna decurtazione. Biden “è intenzionato a condividere il peso del sequester con il suo staff”, ha in realtà detto un suo portavoce, se e quando qualcuno degli aiutanti del suo ufficio sarà messo in “ferie obbligate non retribuite”. Ma ciò potrebbe anche non accadere, e quindi non è detto che il vicepresidente si ridurrà mai la paga. La sua rottura del “fronte della solidarietà”, che non sarebbe apprezzata dalle masse di dipendenti statali che in grandissima maggioranza lo hanno votato, si basa sul più banale dei motivi, ma evidentemente fondamentale anche per la seconda carica della nazione: quello economico. Se è poca cosa il 5% sui 400mila dollari che prende come presidente Obama, visto che ha comunque un reddito annuo stimato tra i 3 e gli 8milioni di dollari, per Biden è un altro discorso: ciò che lui dichiara di reddito, 230mila dollari, è in pratica quello che guadagna per la sua carica. Uno penserebbe che, alla sua età (70 anni, con una carriera da avvocato e da politico alle spalle) e con i figli che “stanno bene” (Joseph è il Procuratore Generale del Delaware e Robert Hunter Biden è partner della Rosemont Seneca Partners, LLC e consigliere di Boies, Schiller, Flexner, uno studio legale di New York), avrebbe anche potuto seguire subito l'esempio del suo capo, senza problemi di tirare la fine del mese. Ma non l'ha fatto, con ciò guastando il bel quadretto di una amministrazione tutta compatta nel condividere la sorte del popolo. Kerry, che è nella lista dei 50 parlamentari più ricchi con un patrimonio stimato di 200milioni, è stato invece pronto nel proclamare la disponibilità di una autoriduzione sui circa 200mila dollari di stipendio che percepiscono i ministri. E a seguire ci sono poi stati gli annunci di altri: l' Attorney General Eric Holder, il ministro della Difesa  Chuck Hagel, quello del Tesoro Jack Lew, e la ministra della Sicurezza Nazionale Janet Napolitano. Non tutti hanno scelto però la via della riduzione percentuale, preferendo agganciarla all'equivalente dei 14 giorni di “ferie non pagate”, che è il massimo previsto per i dipendenti, e pari a meno di 11mila dollari. I deputati e i senatori, per ora almeno, non hanno seguito il presidente nel gesto del taglio della paga.  

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