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Nei suoi 4 anni da Segretario di Stato UsaHillary ha raccolto donazioni per 156 milioni

Glauco Maggi
Glauco Maggi

Giornalista a NYC per Libero, autore di Figli&Soldi (2008), Obama Dimezzato (2011), Guadagnare con la crisi (2013), Trump Uno di Noi (2016). Politica ed economia. Autori preferiti: Hayek, M.Friedman, T.Sowell

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Prima di riportare la notizia-bomba della Associated Press sui donatori della Clinton Foundation che hanno avuto accesso facilitato alla Segretaria di Stato in carica, c'e' una premessa doverosa da fare. L'agenzia AP aveva fatto richiesta tre anni fa di avere il calendario dei lavori al Dipartimento di Stato durante gli anni di Hillary, ma quest'ultima aveva sempre rifiutato di dare i nomi dei visitatori in persona e di chi aveva telefonato alla Segretaria o al suo staff. Essendo atti di governo, la AP ha fatto causa in tribunale perche' esiste una legge che prevede che gli organi di informazione devono avere accesso, se lo chiedono, agli atti amministrativi di ministeri e agenzie governative. Il giudice ha, alla fine, imposto ad Hillary il rilascio della sua agenda quando era al Dipartimento di Stato, ed ecco quello che e' emerso. Piu' della meta', almeno 85 dei 154 personaggi privati (non rappresentanti di enti pubblici o di governi esteri) che hanno ottenuto di incontrare Hillary o di parlare con lei al telefono hanno donato direttamente alla Fondazione di famiglia o hanno garantito di pagare per i programmi della stessa Fondazione o personalmente o attraverso aziende altre entita'. Complessivamente, questi amici generosi hanno scucito qualcosa come 156 milioni di dollari, con almeno 40 di loro che hanno versato oltre 100mila dollari cadauno e una ventina che hanno contribuito per oltre un milione di dollari. La lista stilata da AP non comprende i 16 rappresentanti ufficiali di governi stranieri, molti dei quali di paesi autocratici, che hanno versato alla Fondazione altri 170 milioni. Un esempio di intreccio piu' che sospetto tra Dipartimento di Stato e Clinton Foundation e' quello di Laura Graham, una senior executive alla Fondazione, che ha lasciato in due anni oltre 150 messaggi telefonici a Cheryil Mills, braccio destro di Hillary al Dipartimento. I Democratici americani, e i reggicoda clintoniani europei, possono pure tentare di arrampicarsi sugli specchi e sostenere che Hillary e Bill non hanno mai “venduto” il governo americano ai migliori offerenti. La “innocenza” sarebbe provata, dicono i portavoce della campagna DEM, dal fatto che nessun crimine di corruzione esplicita sia mai stato contestato per la loro controversa attivita'. Ma avere come argomento a favore di una campagna, a due mesi e mezzo dal voto, che la candidata non e' una criminale non puo' che rincuorare Trump, che inizia a vedere un po' di luce nel tunnel dei sondaggi negativi delle settimane scorse. E che la Clinton Foundation e la Global Clinton Initiative siano una fabbrica di conflitti di interesse non lo dicono solo Trump e i repubblicani. Gli stessi Clinton lo hanno sostanzialmente ammesso quando hanno annunciato, la settimana scorsa, due decisioni rivelatrici. 1) Se Hillary va alla Casa Bianca la Fondazione non raccogliera' piu' denaro da corporation USA e internazionali e tantomeno da governi stranieri e, 2) il meeting annuale della Global Clinton Initiative, la conferenza a cui partecipano i donatori di alto rango, Ceo e capi di stato e di governo, sara' l'ultimo di sempre. Arrivato alla 12esima edizione chiude i battenti, e non avra' il saluto di Obama, che ha fatto sapere di non avere il tempo neppure per fare un saluto, anche se il convegno sara' a New York e il presidente sara' in citta' per l'Assemblea dell'ONU. E' ovvio che la sua presenza sarebbe stata un atto di difesa della Clinton Foundation, ma se ne guarda bene. D'accordo appoggiare Hillary sperando che vinca, ma senza mettere in gioco la propria reputazione con l'accostamento a una entita' indifendibile. Il sondaggista indipendente Larry Sabato, professore di Scienze Politiche all'Universita' della Virginia, e' stato lapidario, in una intervista al New York Post, sul futuro della Fondazione : “ I conflitti di interesse reali e quelli percepiti dalle apparenze sono legioni. Questa (il riferimento e' alla inchiesta della AP NDR) e' la prova positiva che la Fondazione dovrebbe essere chiusa se Clinton e' eletta presidente”. Ma se c'e' conflitto con Hillary alla Casa Bianca, non e' come dire che c'era conflitto con Hillary responsabile della Segreteria di Stato? Trump ha capito che la Fondazione e le emails sono due punti debolissimi della campagna dell'avversaria e in ogni comizio, con una disciplina mai mostrata prima, la martella: “ L'America non puo' mai eleggere un candidato che, come la Clinton, ha fatto favori governativi a coloro che hanno dato a lei e alla sua Fondazione enormi somme di denaro”, ha detto in Texas  attaccando la DEM sul piano dell'etica. E i risultati dell'inchiesta, ha detto, Donald “sono solo la punta dell'iceberg”. di Glauco Maggi

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