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I dem insabbiano gli affari della Clinton FoundationE preparano la trappola-Romney per Trump

Glauco Maggi
Glauco Maggi

Giornalista a NYC per Libero, autore di Figli&Soldi (2008), Obama Dimezzato (2011), Guadagnare con la crisi (2013), Trump Uno di Noi (2016). Politica ed economia. Autori preferiti: Hayek, M.Friedman, T.Sowell

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Se Hillary sperava di aver messo una pietra sui suoi scandali legati alle e-mails sparite, al server illegale e al conflitto di interesse tra la Global Clinton Foundation e la sua attivita' di segretario di Stato deve rassegnarsi al suo destino. Magari vincera' anche la Casa Bianca, ma fino a novembre, ed anche dopo, il suo profilo sara' quello di una politica trafficona, corrotta, iperprotetta da una stampa mainstream che e' diventata, di fatto, il suo ufficio di pubbliche relazioni. Oltre ai media, ci sono ovviamente anche le agenzie del governo Obama che continuano a creare un muro difensivo, prima tra tutte la piu' importante: il ministero di Giustizia, da cui dipende quell'FBI che un mese fa ha deciso, contro ogni logica giudiziaria, di non incriminarla per aver trascurato ogni regola ed ogni cautela nel trasmettere e conservare dati top secret del Dipartimento di Stato. Ma in America funziona ancora la separazione dei poteri, e varie indagini sono ancora in corso, tra cui quella della Unita' delle Frodi Civili dell'Ufficio di New York del Procuratore Generale Preet Bharara, incentrata proprio sugli intrecci tra la Fondazione clintoniana e il Ministero guidato dalla stessa Clinton. Venerdi' , dopo che il Daily Caller (uno dei pochi siti conservatori che riportano le notizie scomode per i Democratici) ha riferito dell'inchiesta di Bharara, il senatore repubblicano John Cornyn, del Texas, ha reso pubblica una lettera al ministro della Giustizia Loretta Lynch in cui ha chiesto ragione del perche' il suo ministero abbia declinato la richiesta di investigare le attivita' della Clinton Foundation per possibili atti criminali. “ Come la stampa ha riferito e come emerge da decine di emails emerse nei giorni scorsi, rappresentanti della Fondazione hanno ripetutamente cercato trattamenti speciali per i suoi donatori e i suoi associati da importanti dirigenti del Dipartimento di Stato. Questa condotta e' inaccettabile e riflette le peggiori preoccupazioni avvertite dall'opinione pubblica sugli abusi dell'ufficio governativo a beneficio dei potenti alla spese del popolo americano”, ha scritto Cornyn. Il riferimento e' alle 44 emails rilasciate dal gruppo conservatore Judicial Watch, che le aveva ottenute dai giudici facendo leva sulla legge della trasparenza amministrativa e che non erano tra le 30mila che erano state spontaneamente rese pubbliche dalla Clinton durante le primarie, quando disse di aver consegnato TUTTE le email del suo server privato che contenevano notizie di interesse pubblico. Non era vero, e infatti da queste lettere si e' saputo oggi delle esplicite connessioni tra la Fondazione Clinton e la Clinton Segretaria di Stato. In uno scambio di emails, Doug Band, executive alla Clinton Foundation, cerco' di mettere in contatto un miliardario donatore della Fondazione, Gilbert Chagoury, condannato per riciclaggio di denaro sporco, con l'ambasciatore USA in Libano perche' aveva interessi personali da far valere. Gli FBI vogliono vedere se, come Donald Trump ha gia' denunciato in un comizio, questo non sia un classico caso, che pare molto evidente, di “do ut des” (“Pay for play”, paga per giocare), in cui Hillary prende soldi in quanto “Fondazione” e restituisce in favori politici in quanto “Segretaria di Stato”. Altro caso di palese conflitto e' quello di Cheryl Mills, assistente di massimo livello al Dipartimento di Stato, che condusse due interviste per assumere due top executives per la Clinton Foundation nel 2012. Come e' documentato in tanti altri episodi riportati nel libro “Clinton Cash”, di recente diventato pure un documentario cinematografico, le sovrapposizioni di persone, funzioni, attivita' tra il Dipartimento retto dalla Hillary e la sua Fondazione familiare, e in generale degli interessi privati della Famiglia con quelli della loro sfera pubblica, sono sempre stati la norma per Hillary e Bill. Il partito Democratico protegge turandosi il naso questa coppia di suoi “eroi”, che sono gli unici a poter garantire oggi la terza presidenza democratica consecutiva. Ogni sforzo della campagna e' volto a evitare che gli scandali travolgano Hillary, ma la strada non e' quella di puntare sulla sua innocenza, sincerita', e affidabilita', obiettivo impossibile. Piuttosto, i DEM devono insistere nel demolire e demonizzare Trump, e in verita' il repubblicano li ha fin qui aiutati in questa strategia. Ieri, nel bel mezzo dello scandalo sul conflitto di interesse, Hillary ha cosi' rilasciato la sua dichiarazione dei redditi (congiunta con Bill) del 2015, denunciando un guadagno lordo di circa 10,5 milioni di dollari sui quali la famiglia ha pagato un tasso del 34,2% a livello federale, che sale al 43,2% contando pure le imposte statali e locali. La coppia ha versato quasi il 10% in beneficenza. I guadagni dell'anno scorso segnano un forte calo rispetto al 2014, quando il reddito dei Clinton sfioro' i 28 milioni di dollari. Il vice nominato di Hillary, Tim Kaine, nel 2015 ha pagato un tasso effettivo del 20,3% su un reddito di 313 mila dollari. La mossa dei Democratici e' destinata a fare pressione su Trump, affinche' receda dalla sua posizione di non pubblicare la propria dichiarazione: il repubblicano si e' finora difeso sostenendo che e' in corso un auditing da parte della Finanza sulle sue tasse, ma ha anche ricordato che Mitt Romney perse le elezioni nel 2012 per aver reso nota la propria dichiarazione nel settembre 2012, che fu demagogicamente ed efficacemente sfruttata dagli avversari. In pratica i media pro DEM  accusarono il milionario Mitt di evasione fiscale perche' aveva usato la beneficenza e tutte le altre procedure, perfettamente in regola, per ridurre il tasso effettivo finale. E pregustano di fare il bis con il milionario Donald. Glauco Maggi

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