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Soldi e iscritti: le due grane di Donald Trump

Glauco Maggi
Glauco Maggi

Giornalista a NYC per Libero, autore di Figli&Soldi (2008), Obama Dimezzato (2011), Guadagnare con la crisi (2013), Trump Uno di Noi (2016). Politica ed economia. Autori preferiti: Hayek, M.Friedman, T.Sowell

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Donald Trump ha detto che l'FBI gli ha fatto un regalo a non incriminare Hillary, perche' in quel caso lui avrebbe dovuto affrontare il suo naturale sostituto, Bernie Sanders. “Invece”, ha detto, “con la Clinton sara' facile, molto piu' facile”. Ora, e' vero che l'elenco dei misfatti della ex segretaria di Stato, certificati dalle parole del direttore James Comey, ripetute anche oggi durante la audizione in Congresso, saranno utilissime se usate con insistenza, e intelligenza, dalla campagna repubblicana. Ma, come fa notare nei suoi articoli sul WSJ uno che se ne intende, Karl Rove (il manager elettorale che fece vincere due volte George W. Bush) ci vogliono, banalmente, due cose piu' concrete per avere successo a novembre: i soldi da raccogliere, e gli elettori che vanno convinti a registrarsi per poter votare. SOLDI. Quanto ai contributi finanziari dei fans, Trump ha iniziato da poco a darsi da fare, e in giugno ha raccolto 51 milioni, di cui la meta' circa e' arrivata da 400mila individui che hanno dato meno di 200 dollari l'uno. Trump non sta solo avvicinandosi a Hillary, che ne ha raccolti una sessantina nello stesso mese, ma sta mostrando di avere un “popolo” di simpatizzanti spontanei, disposti a contribuire alla causa come i filo-Sanders, che si erano mobilitati a milioni durante le primarie. Donald aveva detto che si sarebbe autofinanziato la corsa alla nomination, e cosi' ha fatto, nulla chiedendo prima. Adesso che ha vinto, si e' accordato con il GOP, cioe' con il Comitato Nazionale Repubblicano, per raccogliere soldi insieme. Serviranno per gli spot TV degli ultimi tre mesi, che dovranno contrastare quelli della “ricca” Hillary, con il fine di aiutare lui a diventare presidente, e i 535 candidati repubblicani al Senato e alla Camera a conquistare o mantenere i loro seggi. ISCRITTI. Altrettanto basilare, se non di piu', e' lo sforzo di aumentare il numero dei registrati Repubblicani, specialmente negli Stati swing (dall'esito incerto, “ballerini”) . Negli Usa i cittadini non ricevono a casa il certificato elettorale, ma devono compiere una doppia azione per votare: la prima e' di registrarsi (come repubblicani, democratici o indipendenti) presso gli uffici pubblici deputati alla procedura, e la seconda e' poi andare effettivamente alle urne. Dove, ovviamente, possono scegliere chi preferiscono a prescindere dalla registrazione. In America, nel 2012, c'erano 235 milioni di cittadini in eta' da voto, di cui 153 milioni erano i registrati, secondo il Bipartisan Policy Center. Significa che c'era un enorme potenziale da conquistare per entrambi i partiti, e il GOP ha migliorato le sue posizioni in sei Stati fondamentali, secondo le cifre degli uffici statali. =Florida: il GOP ha aumentato il numero netto di 114.126 iscritti, i DEM ne hanno persi 184.833. Il potenziale “cambio” di voti e' pari a 298.959, in uno Stato in cui Obama vinse con uno scarto di 74.309. =Arizona: il GOP ha aggiunto 30.014 registrati (Romney vinse per 208.422), mentre i DEM ne hanno persi 12.520. =Nord Carolina: il GOP ha perso 34.968 registrati, ma i DEM ne hanno persi molti di piu', 207.278 (Romney vinse per 92.004 voti). I repubblicani hanno guadagnato sul 2012 anche in tre Stati vinti in quell'anno da Obama. = Iowa: il GOP ne ha aggiunti 7.829, i DEM sono scesi di 26.300. =Nevada: il GOP e' cresciuto di 22.029,contro una crescita minima dei DEM di 1.603 registrati. =Pennsylvania; il GOP e' aumentato di 25.123 registrati, i DEM sono crollati di 191.793. Infine, secondo quanto riportato da Rove, il numero degli Indipendenti e' cresciuto piu' di quello dei Repubblicani e dei Democratici in sei Stati (Arizona, Colorado, Florida, Nevada, New Hampshire e Nord Carolina) degli otto considerati decisivi per l'assegnazione dei “voti elettorali” finali. “Per vincere la Casa Bianca il team di Trump deve capire quali di questi Indipendenti possono essere persuasi e lavorare su di loro”, scrive Rove, che da mesi predica disciplina e impegno militante tradizionale come strumenti indispensabili per battere la macchina clintoniana. Donald ha dimostrato di saper occupare i media con il suo modo di fare, aggressivo ed efficace con il pubblico gia' suo, ma anche autodistruttivo, di fronte all'opinione pubblica che non lo ama, per le sue uscite improvvisate e maldestre. Solo se si dedica seriamente ai ‘soldi e alle registrazioni dei potenziali elettori', insomma, potra' avere serie chance di vittoria. di Glauco Maggi @glaucomaggi

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