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La grande ipocrisia dei deputati demSono contro le armi e poi ne hanno una

Glauco Maggi
Glauco Maggi

Giornalista a NYC per Libero, autore di Figli&Soldi (2008), Obama Dimezzato (2011), Guadagnare con la crisi (2013), Trump Uno di Noi (2016). Politica ed economia. Autori preferiti: Hayek, M.Friedman, T.Sowell

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Bisogna essere dei politici di professione per avere una faccia cosi': partecipare ad un sit-in in Congresso per protestare contro le armi, chiedendo una legislazione sempre piu' rigida che ne limiti le vendite, e intanto possedere personalmente una pistola o un fucile. I media hanno dato il massimo risalto alla manifestazione di sapore sessantottino, con oltre un centinaio di parlamentari obamiani accampati giorno e notte a Capitol Hill per fermare i lavori legislativi sostenendo che volevano votare contro le armi. Non che avesse alcun senso, visto che gia' il Senato non aveva fatto passare ne' i due emendamenti in materia dei repubblicani ne' i due dei democratici e neppure il testo di compromesso, bipartisan, proposto dalla repubblicana Collins e da una collega DEM moderata. I 60 voti necessari (su 100) in Senato per approvare una legge sulle armi non ci sono, e il motivo vero e' che i DEM sono convinti che tenere aperta la discussione sia vantaggioso per loro sotto due aspetti in termini elettorali, e non accettano di chiuderla fino al voto di novembre respingendo le proposte dei moderati del GOP, alcune delle quali hanno avuto persino il plauso del Dipartimento di Giustizia. Il primo fattore del no dei DEM al compromesso e' che dare la colpa di Orlando alle armi, e non al seguace dell'ISIS che le ha usate, permette di imporre, con la complicita' dei media, la censura del silenzio sulla questione del pericolo del terrorismo dell'Islam radicale, un elemento ovviamente pro Trump. Il secondo fattore e' che, per l'opinione pubblica liberal e filo DEM, demonizzare le armi e la NRA, la lobby a favore del Secondo Emendamento, e' un gradito ritornello sempreverde. Ecco quindi che, per ottenere questo doppio fine politico, l'essere sfacciatamente ipocriti e' una qualita', non di sicuro un impedimento. Il sito HeatStreet ha esaminato i dati (anno 2013) di USA Today relativi ai parlamentari possessori di armi e ha scoperto che tra i protagonisti della attuale plateale protesta alla Camera ce ne sono 26 che ne hanno almeno una. Un'altra dozzina si era rifiutata di rispondere alla domanda del sondaggio dei giornalisti di USA Today, quindi il numero delle facce di bronzo e' con ogni probabilita' ancora piu' alto. I DEM devono saper fare le capriole quando si tratta di fucili, perche' i 5 milioni di voti di aderenti alla NRA, piu' gli altri milioni di non affiliati che per andare a caccia, per passione sportiva al poligono, per collezionismo e, soprattutto, per esercitare il diritto costituzionale all'autodifesa, non possono essere ignorati e snobbati facilmente. Indimenticabili, a questo scopo, il John Kerry con il fucile da caccia in uno spot ridicolo durante la campagna del 2004, e ancor piu' il Barack del 2008, che si fece fotografare al poligono mentre voleva far credere d'essere un appassionato del tiro al piattello. Bernie Sanders, eternamente eletto in Vermont grazie ai tantissimi cacciatori che ha sempre trattato con i guanti, ha avuto i suoi guai nelle primarie con la Hillary che gli ha rinfacciato nei dibattiti di essere pro armi. Ci sono insomma i momenti, e gli Stati, in cui per avere i voti non si puo' scherzare con le armi da fuoco, ed altri momenti, sempre dopo le sparatorie di massa nelle scuole o nelle discoteche, in cui i DEM diventano tutti inflessibili, a uso della propaganda. Obama e' stato un maestro nel condannare le armi sfruttando il sangue versato nelle stragi ad opera dei pazzi nei colleges o nei teatri. Quando c'e' l'Islam di mezzo lo fa anche piu' volentieri, perche' prende i due piccioni con una fava di cui parlavo poco fa. Lo ha fatto poche ore dopo San Bernardino, anche se i killer erano ultra' islamici non motivati dalla passione insana per i fucili paramilitari ma per l'ISIS. E idem dopo Orlando. Si e' trattenuto solo nel caso del maggiore islamico Hasan nella base militare in Texas, dove non ha potuto citare le armi come causa della strage dei commilitoni (in caserma, si sa, ci sono pistole e fucili), anche se ha tentato di coprire la matrice islamica terroristica con la descrizione, entrata negli annali, di “incidente sul posto di lavoro”. E poi, nel caso della Maratona di Boston, gli va riconosciuto di non aver chiesto il bando delle pentole a pressione. Chi pensa che l'odio di Obama per la NRA sia ricambiato, pero', e' fuori strada. Di sicuro, e' una manna per produttori e negozianti, che fanno affari d'oro proprio perche' le sue campagne spingono chi ama le armi a correre alle armerie prima che il Congresso possa “segare” il secondo emendamento. Il dopo Orlando non ha fatto eccezione, e anzi ha visto incrementare il numero di clienti gay, che sanno di essere nel mirino degli islamici fans dell'ISIS. Nel 2016 sara' battuto il record di vendite di 23 milioni dell'anno scorso. Secondo l'FBI, che riceve le richieste di background obbligatorie per legge da parte di chi vuol comprare un'arma e deve compilare il questionario con i propri dati da fornire al venditore, da quando Obama e' alla Casa Bianca ci sono stati acquisti per 141,4 milioni (il dato e' a fine maggio 2016). Al giorno, significa qualcosa come 52mila richieste, un altro record storico della sua presidenza. Quanto alla produzione, le aziende ne hanno fabbricate 46 milioni nei primi sei anni di Barack, circa 21 mila al giorno. In America, la circolazione di armi ha superato il numero dei residenti, 310 milioni. di Glauco Maggi

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