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Quell'endorsement che imbarazza la Clinton

Glauco Maggi
Glauco Maggi

Giornalista a NYC per Libero, autore di Figli&Soldi (2008), Obama Dimezzato (2011), Guadagnare con la crisi (2013), Trump Uno di Noi (2016). Politica ed economia. Autori preferiti: Hayek, M.Friedman, T.Sowell

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L'endorsement che dice tutto: Henry Paulson, ex ceo della Goldman Sachs ed ex ministro del Tesoro di George W. Bush, ha scritto sul Washington Post che votera' Hillary Clinton. Chi non ricorda che la prima linea di attacco di Bernie Sanders durante le primarie era incentrata sul legame organico della sua avversaria proprio con la banca di Paulson? Organico ed “economico”, aggiungo, nel senso concreto di oltre 700mila dollari pagati dalla Goldman a Hillary per tre discorsi tre, appena dopo che lei aveva lasciato la Segreteria di Stato. Sanders ha accusato la Clinton di essere al soldo della Goldman e di Wall Street, e in tutti i dibattiti l'ha sfidata a rendere pubblici quei comizietti strapagati agli executives della banca piu' odiata dai liberal e dalla sinistra di tutto il mondo. Lei ha sempre rifiutato, evidentemente per i contenuti teneri verso il business, anatema nell'era di Obama e Sanders. Goldman fa il suo lavoro di banca del business, e anche bene visti i profitti, nell'economia capitalistico-finanziaria globale. E' della stessa lega della “private bank” di Mitt Romney, la Bain Capital, e vien da ridere a pensare che l'appoggio di oggi di Paulson a Hillary sarebbe stato come se, nel 2008, Romney avesse sostenuto Obama. Invece, essendo Mitt il nominato repubblicano, fu distrutto da Barack, e proprio perche' aveva fatto i soldi con il suo business aziendale-bancario. Oggi Romney non e' arrivato al punto (almeno, non ancora) di dire che votera' Hillary, ma l'accanimento mostrato contro Trump, anzi il fattivo tentativo di deragliarne la vittoria montando il movimento dei Never Trump, e' la prova che si sta formando una “coalizione” democratica che e' riduttivo definire contraddittoria: e' una cospirazione di interessi dei soliti noti. Dietro la nominata DEM si prospetta un arco di sostenitori su due livelli ben definiti e distinti. La parte alta, quella nobile dei salotti e del potere vero, comprende il suddetto miliardario repubblicano Paulson (ora e' diventato un ex cattivo), i miliardari liberal (sempre buoni) della finanza tipo Warren Buffett, della Silicon Valley da Bill Gates a Zuckerberg, della intellighenzia (per cosi' dire) dell'accademia universitaria e dei media strutturalmente anti GOP, della Hollywood dei Cloney e delle Straisand, capaci di raccolte favolose di fondi tra le elites DEM al grido di ‘lotta all'inequality e all'1%'. Poi c'e' la parte bassa, i porta-acqua, i volontari e gli attivisti di tutti i movimenti anti sistema immaginabili, da Occupy Wall Street a Black Lives Matter fino alle schiere dei fans di Bernie. Gente ancora ubriaca dei comizi del socialista che predicava la rivoluzione sociale egualitaria e che adesso, in pieno hangover, devono andare alla Convention di Filadelfia a inneggiare alla Clinton e a Paulson. Si diceva dei comunisti italiani negli Anni della Guerra Fredda che erano gli utili idioti di Mosca quando si mobilitavano nelle piazze contro i capitalisti e la DC. Oggi c'e' la Clinton a due facce: la Hillary che ha recitato per mesi nelle primarie le sparate piu' sinistre possibili per non essere sconfitta da Sanders; e la Hillary con la nomina in tasca, che ha contemporaneamente l'appoggio di un ex Ceo della Goldman Sachs e di un senatore socialista che voleva mettere in galera lui e tutta Wall Street. Lei i voti li vuole di tutti, ma e' diventato palese con la scelta di campo di Paulson che intorno alla Clinton che la corte che conta e che decidera' la direzione del paese e' quella composta dai vassalli-registi delle solite elites. Cioe' quella classe sociale che sa fare gli affari suoi passandoli per interessi di tutti, una propensione di cui Hillary e' in effetti la piu' degna bandiera globale. Quella classe, insomma, che teme la vera rivoluzione, quella populista, anti Palazzo, degli esclusi, degli operai della classe bassa e media, di chi vuole rimettere il paese in mano ai suoi cittadini senza nome, we the people: le coalizioni parallele di Trump negli Usa e della Brexit in Gran Bretagna. Tristemente per loro e per tutti, se la Clinton arrivera' alla Casa Bianca sara' perche', come i vecchi comunisti italiani al servizio dei soviet, i boccaloni americani di oggi, i neo idealisti del socialismo di Sanders - compresi i veri poveri delusi persino da Obama e che odiano le banche - avranno felicemente portato acqua, cioe' voti, alla Hillary che piace tanto alla Goldman Sachs. di Glauco Maggi @glaucomaggi

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