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Chi sono i vice-Trump in pectoreTutti i nomi: chi deve scegliere Donald

Glauco Maggi
Glauco Maggi

Giornalista a NYC per Libero, autore di Figli&Soldi (2008), Obama Dimezzato (2011), Guadagnare con la crisi (2013), Trump Uno di Noi (2016). Politica ed economia. Autori preferiti: Hayek, M.Friedman, T.Sowell

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Ci sono nomi scontati, e alcune sorprese. Il lotto sul VicePresidente di Donald Trump si avvicina all'estrazione e alimenta una crescente curiosita'. A parte l'importanza del nome che alla fine uscira' vincitore, scorrere la lista dei papabili, per arbitraria e ultra ufficiosa che sia, e' interessante per avere la misura di come, ma soprattutto se, si sta allargando il consenso verso il sicuro nominato, dopo i mesi in cui ha dominato nei media la “fronda dei NeverTrump”. Marco Rubio, per esempio, ha detto di recente che non vuole il posto, ma ha aggiunto che si battera' pro Trump attivamente: che cosa potra' venire dal “disgelo” con Rubio non si puo' insomma dire, mancando 6 settimane alla Convention. Una indicazione che Trump ha fatto cadere nei vaghi accenni al criterio per la scelta in recenti interviste e' che ha intenzione di pescare tra personaggi che vantano un'esperienza nel governo, una qualita' vaga che potrebbe (forse) escludere solo Ben Carson, il neurochirurgo di colore che e' stato tra i primissimi a salire sul suo carro dopo aver lasciato la corsa. Amico personale del miliardario, Ben e' stato subito premiato con la “carica” di consigliere speciale per la selezione del vicepresidente, un incarico che condivide con un altro alleato della prima ora di Donald, Chris Christie. Ma ecco l'elenco dei papabili pubblicato oggi sul sito di Palazzo “The Hill”. E' una sorta di “squadra dei rumors”, e ad ogni nome ho aggiunto il mio VOTO di probabilita', in una scala da 5 (massima) a 1 (minima) 1= John Kasich, il governatore dell'Ohio in carica. Sulla carta e' perfetto, ha tutte le qualita' richieste a un VP. Ha gia' un profilo nazionale, avendo fatto anche il deputato a Washington dove ha lavorato con Clinton negli Anni 90 per sanare il bilancio USA. Farebbe vincere l'Ohio, stato “ballerino” fondamentale. Dovesse subentrare nella carica per motivi inattesi, darebbe la massima garanzia di essere pronto fin d'ora. Soggettivamente, ha cambiato la sua rigida posizione “mai faro' il VP di nessuno” di qualche tempo fa alla attuale, piu' aperta, “non sono orientato a fare il vice di Trump”. VOTO di probabilita' 5 2= Il governatore del New Jersey Chris Christie. E' in pool position da quando, agli inizi delle primarie, appoggio' Trump aiutandolo a “far fuori” Marco Rubio e gli altri. Di sicuro avra' un premio da Donald, che riconosce la lealta' degli alleati. Come minimo fara' il ministro della Giustizia, essendo stato Procuratore Generale in New Jersey, ma se fosse lui il VP nessuno si stupirebbe. Oltretutto, se facesse vincere Trump nel proprio Stato, che tradizionalmente e' filo DEM alle presidenziali, gli regalerebbe la Casa Bianca. VOTO 5 3 = Newt Gingrich, Speaker della Camera negli Anni 90 di Clinton, e' l'autore del famoso “Contratto con l'America” che diede al GOP il controllo del Congresso, con il passaggio di leggi di sapore conservatore importanti, come la riforma del welfare. Il suo bagaglio di esperienza passata e' fuori discussione, e nel presente e' stata una delle voci piu' autorevoli del GOP storico che hanno aiutato a traghettare il grosso del partito sulla barca di Trump. Ha detto di essere disponibile, anzi molto interessato, a fare il VP. VOTO 4 4 = Joni Ernst, senatrice dell'Iowa, 46 anni. Le sue qualita' naturali sono il sesso e l'eta', che darebbero al ticket un sicuro appeal di fronte al pubblico giovane e femminile. Piace ai Tea party e ha vinto nel 2014 il seggio al Congresso di Washington in uno Stato ballerino, con una campagna brillante che l'ha lanciata sulla scena nazionale. Seppure conservatrice riconosciuta, e' in ottimi rapporti con il leader della maggioranza senatoriale repubblicana Mitch McConnell. In questa doppia “veste” potrebbe aiutare Trump nelle battaglie legislative. VOTO 4 5= Il senatore del Tennessee Bob Corker. Ha solida esperienza in politica internazionale essendo il chairman della Commissione Esteri del senato, e il suo nome e' balzato in cima dopo che ha visitato Donald alla Trump Tower di New York una settimana fa. E' un “navigatore” nei meandri del Congresso, altra dote che lo qualifica. VOTO 3 6= Marsha Blackburn, deputata GOP del Tennessy, nata in Mississippi 64 anni fa. E' una donna, anzitutto, e si sta facendo la fama di “cane d'attacco” a Hillary e a tutti i DEM apparendo spesso nei programmi Tv di politica per difendere tutte le posizioni di Trump. E lo fa parlando non da “politica professionale” ma da persona normale. E' esperta in salute (Obamacare sara' un tema caldissimo il prossimo autunno per i previsti pesantissimi aumenti dei premi) e non e' stata timida nel dire che e' interessata al posto. VOTO 3 7= Ben Carson. Fanno il suo nome gli insider che ricordano la storia di Dick Cheney. George Bush lo aveva incaricato di condurre l'esame dei papabili, come ha fatto Trump con Carson, ma alla fine e' stato lui, Dick, il prescelto. E' vero che Ben non ha il requisito di base citato da Donald (l'esperienza di governo a nessun livello), ma come non tener conto della imprevedibilita' del personaggio? Del resto, Trump ha anche detto che in politica pesano il fattore-sorpresa e la flessibilita'. VOTO 2 8= Mary Fallin, governatrice dell'Oklahoma, 61 anni. Altra donna del lotto, puo' sperare nel fatto che un membro dello staff di Trump ha detto che il “boss” preferirebbe, in teoria, un governatore, che ha esperienza esecutiva, ai parlamentari (i politici che “parlano parlano ma non agiscono” e' stato un suo ritornello costante nei dibattiti TV). Le chance della Fallin, come delle altre donne, dipendono da quanto decisiva sara', per Trump, la necessita' di compensare l'ovvio vantaggio di Hillary tra il gentil sesso, al momento assai elevato nei sondaggi. VOTO 2 9. Jan Brewer, ex governatrice dell'Arizona. Fedelissima di Trump nella lotta agli immigrati, divenne famosa quando ebbe un confronto serrato con Obama. L'Arizona e' uno stato chiave che potrebbe decidere le elezioni, insieme agli altri Stati “ballerini” con una leggera tendenza DEM. Ha esperienza amministrativa statale ed e' una donna, ok, pero' ha 71 anni ed e' piu' vecchia di Donald, e di Hillary. VOTO 1 10 = Il senatore dell'Alabama Jeff Sessions. Quando usci' allo scoperto appoggiando Trump il piu' deluso fu Ted Cruz, che ci contava tanto. Sessions ha la fama di rigido conservatore, e ha fornito a Trump una copertura di credibilita' ideologica nel circuito dei Tea Party durante le primarie. Oggi il suo ruolo sarebbe ridotto: Trump ha gia' in tasca l'Alabama anche senza di lui, e la durezza di Sessions contro gli immigrati clandestini aggiunge poco al nominato che e' diventato famoso perche' “costruiro' il Muro con il Messico”. Piu' probabile che Trump si “sdebiti” con lui dandogli qualche altro incarico. VOTO 1 Glauco Maggi Ci sono nomi scontati, e alcune sorprese. Il lotto sul VicePresidente di Donald Trump si avvicina all'estrazione e alimenta una crescente curiosita'. A parte l'importanza del nome che alla fine uscira' vincitore, scorrere la lista dei papabili, per arbitraria e ultra ufficiosa che sia, e' interessante per avere la misura di come, ma soprattutto se, si sta allargando il consenso verso il sicuro nominato, dopo i mesi in cui ha dominato nei media la “fronda dei NeverTrump”. Marco Rubio, per esempio, ha detto di recente che non vuole il posto, ma ha aggiunto che si battera' pro Trump attivamente: che cosa potra' venire dal “disgelo” con Rubio non si puo' insomma dire, mancando 6 settimane alla Convention. Una indicazione che Trump ha fatto cadere nei vaghi accenni al criterio per la scelta in recenti interviste e' che ha intenzione di pescare tra personaggi che vantano un'esperienza nel governo, una qualita' vaga che potrebbe (forse) escludere solo Ben Carson, il neurochirurgo di colore che e' stato tra i primissimi a salire sul suo carro dopo aver lasciato la corsa. Amico personale del miliardario, Ben e' stato subito premiato con la “carica” di consigliere speciale per la selezione del vicepresidente, un incarico che condivide con un altro alleato della prima ora di Donald, Chris Christie. Ma ecco l'elenco dei papabili pubblicato oggi sul sito di Palazzo “The Hill”. E' una sorta di “squadra dei rumors”, e ad ogni nome ho aggiunto il mio VOTO di probabilita', in una scala da 5 (massima) a 1 (minima) 1) John Kasich, il governatore dell'Ohio in carica. Sulla carta e' perfetto, ha tutte le qualita' richieste a un VP. Ha gia' un profilo nazionale, avendo fatto anche il deputato a Washington dove ha lavorato con Clinton negli Anni 90 per sanare il bilancio USA. Farebbe vincere l'Ohio, stato “ballerino” fondamentale. Dovesse subentrare nella carica per motivi inattesi, darebbe la massima garanzia di essere pronto fin d'ora. Soggettivamente, ha cambiato la sua rigida posizione “mai faro' il VP di nessuno” di qualche tempo fa alla attuale, piu' aperta, “non sono orientato a fare il vice di Trump”. VOTO di probabilita' 5 2) Il governatore del New Jersey Chris Christie. E' in pool position da quando, agli inizi delle primarie, appoggio' Trump aiutandolo a “far fuori” Marco Rubio e gli altri. Di sicuro avra' un premio da Donald, che riconosce la lealta' degli alleati. Come minimo fara' il ministro della Giustizia, essendo stato Procuratore Generale in New Jersey, ma se fosse lui il VP nessuno si stupirebbe. Oltretutto, se facesse vincere Trump nel proprio Stato, che tradizionalmente e' filo DEM alle presidenziali, gli regalerebbe la Casa Bianca. VOTO 5 3) Newt Gingrich, Speaker della Camera negli Anni 90 di Clinton, e' l'autore del famoso “Contratto con l'America” che diede al GOP il controllo del Congresso, con il passaggio di leggi di sapore conservatore importanti, come la riforma del welfare. Il suo bagaglio di esperienza passata e' fuori discussione, e nel presente e' stata una delle voci piu' autorevoli del GOP storico che hanno aiutato a traghettare il grosso del partito sulla barca di Trump. Ha detto di essere disponibile, anzi molto interessato, a fare il VP. VOTO 4 4) Joni Ernst, senatrice dell'Iowa, 46 anni. Le sue qualita' naturali sono il sesso e l'eta', che darebbero al ticket un sicuro appeal di fronte al pubblico giovane e femminile. Piace ai Tea party e ha vinto nel 2014 il seggio al Congresso di Washington in uno Stato ballerino, con una campagna brillante che l'ha lanciata sulla scena nazionale. Seppure conservatrice riconosciuta, e' in ottimi rapporti con il leader della maggioranza senatoriale repubblicana Mitch McConnell. In questa doppia “veste” potrebbe aiutare Trump nelle battaglie legislative. VOTO 4 5) Il senatore del Tennessee Bob Corker. Ha solida esperienza in politica internazionale essendo il chairman della Commissione Esteri del senato, e il suo nome e' balzato in cima dopo che ha visitato Donald alla Trump Tower di New York una settimana fa. E' un “navigatore” nei meandri del Congresso, altra dote che lo qualifica. VOTO 3 6) Marsha Blackburn, deputata GOP del Tennessy, nata in Mississippi 64 anni fa. E' una donna, anzitutto, e si sta facendo la fama di “cane d'attacco” a Hillary e a tutti i DEM apparendo spesso nei programmi Tv di politica per difendere tutte le posizioni di Trump. E lo fa parlando non da “politica professionale” ma da persona normale. E' esperta in salute (Obamacare sara' un tema caldissimo il prossimo autunno per i previsti pesantissimi aumenti dei premi) e non e' stata timida nel dire che e' interessata al posto. VOTO 3 7) Ben Carson. Fanno il suo nome gli insider che ricordano la storia di Dick Cheney. George Bush lo aveva incaricato di condurre l'esame dei papabili, come ha fatto Trump con Carson, ma alla fine e' stato lui, Dick, il prescelto. E' vero che Ben non ha il requisito di base citato da Donald (l'esperienza di governo a nessun livello), ma come non tener conto della imprevedibilita' del personaggio? Del resto, Trump ha anche detto che in politica pesano il fattore-sorpresa e la flessibilita'. VOTO 2 8) Mary Fallin, governatrice dell'Oklahoma, 61 anni. Altra donna del lotto, puo' sperare nel fatto che un membro dello staff di Trump ha detto che il “boss” preferirebbe, in teoria, un governatore, che ha esperienza esecutiva, ai parlamentari (i politici che “parlano parlano ma non agiscono” e' stato un suo ritornello costante nei dibattiti TV). Le chance della Fallin, come delle altre donne, dipendono da quanto decisiva sara', per Trump, la necessita' di compensare l'ovvio vantaggio di Hillary tra il gentil sesso, al momento assai elevato nei sondaggi. VOTO 2 9) Jan Brewer, ex governatrice dell'Arizona. Fedelissima di Trump nella lotta agli immigrati, divenne famosa quando ebbe un confronto serrato con Obama. L'Arizona e' uno stato chiave che potrebbe decidere le elezioni, insieme agli altri Stati “ballerini” con una leggera tendenza DEM. Ha esperienza amministrativa statale ed e' una donna, ok, pero' ha 71 anni ed e' piu' vecchia di Donald, e di Hillary. VOTO 1 10) Il senatore dell'Alabama Jeff Sessions. Quando usci' allo scoperto appoggiando Trump il piu' deluso fu Ted Cruz, che ci contava tanto. Sessions ha la fama di rigido conservatore, e ha fornito a Trump una copertura di credibilita' ideologica nel circuito dei Tea Party durante le primarie. Oggi il suo ruolo sarebbe ridotto: Trump ha gia' in tasca l'Alabama anche senza di lui, e la durezza di Sessions contro gli immigrati clandestini aggiunge poco al nominato che e' diventato famoso perche' “costruiro' il Muro con il Messico”. Piu' probabile che Trump si “sdebiti” con lui dandogli qualche altro incarico. VOTO 1 di Glauco Maggi

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