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Gli affanni (tardivi) dei repubblicani anti-Trump

Glauco Maggi
Glauco Maggi

Giornalista a NYC per Libero, autore di Figli&Soldi (2008), Obama Dimezzato (2011), Guadagnare con la crisi (2013), Trump Uno di Noi (2016). Politica ed economia. Autori preferiti: Hayek, M.Friedman, T.Sowell

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Si sveglia il “partito anti Trump”, ma e' “too little, too late”, troppo piccolo e troppo in ritardo. Il fatto nuovo e' l'accordo dell'ultima ora, domenica sera, tra le due campagne di Ted Cruz e di John Kasich. Rassegnati a perdere le cinque primarie di martedi' 26 aprile negli Stati del Nord Est ( in Pennsylvania, Connecticut, Delaware, Rhode Island e Maryland Trump e' nettamente in testa), i due inseguitori hanno deciso di aiutarsi in tre delle residue dieci primarie che verranno dopo. Mentre Kasich ha promesso di non spendere piu' risorse per fare propaganda per se stesso in Indiana il 3 maggio, Cruz ricambiera' il favore in Oregon il 17 maggio e il 7 giugno (ultimo giorno delle primarie) in New Mexico. Il sondaggio piu' recente (CBS), per l'Indiana, da' Trump al 40%, davanti a Cruz con il 35% e a Kasich con il 24%. Dopo che il super-conservatore intransigente Cruz aveva ripetutamente invitato il moderato e pragmatico Kasich ad abbandonare la gara perche' il governatore dell'Ohio non aveva la possibilita' aritmetica di raggiungere i 1237, e' toccato al senatore texano, dopo la debacle di New York, di trovarsi lui pure nella impossibilita' numerica di vincere. Cosi' i due, uniti dalle sconfitte, hanno combinato le loro debolezze per ottenere l'ultimo obiettivo rimasto a chi si oppone a Trump: portargli via piu' delegati che possono per negargli la vittoria secca alla prima votazione di meta' luglio a Cleveland, e arrivare cosi' alla Convention contestata. Nei tre Stati oggetto del “patto della rinuncia reciproca a spendere”, la speranza dei due e' di raggranellare piu' delegati grazie alle rispettive performances, che dovrebbero avvantaggiarsi dal fatto di essere una alternativa piu' valida a Trump. Ma e', appunto, una speranza. Kasich, infatti, ha solo detto che non spendera' piu' soldi della propria campagna in quello stato, ma anche che non invitera' affatto i suoi fans in Indiana a votare per Cruz. Il suo nome resta sulle schede, ed e' da vedere quanti elettori moderati che lo hanno sostenuto finora cambieranno casacca e punteranno su un candidato agli antipodi del loro beniamino. E lo stesso vale per Cruz e i suoi sostenitori evangelici e radicali in Oregon e New Mexico. In questo stato, le primarie si terranno contemporaneamente anche in California, New Jersey, Sud Dakota e Montana. L'effetto pratico della parzialissima alleanza annunciata potrebbe forse essere quello di sottrarre qualche delegato a Donald nei tre Stati, ma la sostanza politica e' di tutt'altro tenore. Il segnale che hanno mandato i suoi due avversari e' di evidente debolezza, di cinismo politico e di esasperazione tattica. In una parola, di “DISPERAZIONE', scritta in lettere maiuscole nel tweet di commento rilasciato a botta calda da Trump: “ Wow, e' stato appena annunciato che il bugiardo Ted e Kasich colluderanno per impedirmi di ottenere la nomination Repubblicana. DISPERAZIONE”. Il patto tra le due campagne, senza principi e puramente strumentale, sara' ovviamente usato con successo da Donald per soffiare sul fuoco della rabbia della gente comune contro il Palazzo e i “giochini' dei politici di professione, il suo preferito cavallo di battaglia. “Il nostro obiettivo e' di avere una convention aperta, dove abbiamo fiducia che emergera' come nominato un candidato capace di unire il partito e di vincere a novembre”, ha spiegato lo stratega di Kasich, John Weaver. Ma avere lo scopo dichiarato di far si' che il GOP si presenti alla Convention senza che Trump abbia i fatidici 1237 voti appare una linea sempre meno attraente per gli elettori repubblicani. E ancora meno lo sara' mercoledi', dopo che si sapra' l'esito delle imminenti primarie tutto pro Trump. L'idea che due perdenti seriali possano predicare unita' dietro un candidato diverso da quello che ha avuto molti milioni di voti e vinto una grande maggioranza di Stati suona inconsistente e sempre piu' risibile. Tanto piu' che entrambi gli avversari credono di essere loro due a meritare l'investitura, quando e' noto che Cruz non piace per nulla all'establishment del GOP, e Kasich ha la pretesa assurda di volere la nomination dopo aver vinto un solo stato, il suo. Glauco Maggi

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