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Bill De Blasio è indagatoE mette nei guai Hillary

Glauco Maggi
Glauco Maggi

Giornalista a NYC per Libero, autore di Figli&Soldi (2008), Obama Dimezzato (2011), Guadagnare con la crisi (2013), Trump Uno di Noi (2016). Politica ed economia. Autori preferiti: Hayek, M.Friedman, T.Sowell

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Persino  il New York Times si e' arreso all'evidenza, ed oggi 11 aprile de Blasio e' citato nell'articolo di apertura della prima pagina dedicato alle inchieste dell'Fbi e del Procuratore Capo Preet Bharara sullo scandalo per la corruzione in citta' che ha travolto la NYPD  e la stessa campagna del sindaco rosso. Le indagini erano partite da oltre due anni, si e' saputo di recente, e le prime notizie sui tabloid della Grande Mela sono di una settimana fa. Ora che ne parla pure il giornalone liberal, Bill de Blasio puo' iniziare a preoccuparsi davvero per la sorte della sua rielezione tra 19 mesi. Per ora fa orecchio da mercante, e dice di non sapere nulla delle indagini, ma la difesa e' ridicola visto che ha restituito i soldi avuti da un protagonista incastrato nella vicenda, un suo grande finanziatore che ha fatto addirittura parte del board che ha organizzato le celebrazioni della sua elezione a fine 2013. La povera Hillary, bisogna dirlo, e' proprio sfortunata: dopo che per sei mesi de Blasio si era rifiutato di darle il suo “endorsement ”, perche' in realta' lui e' piu' vicino ideologicamente a Sanders, il sindaco l'ha finalmente fatto solo adesso, nella imminenza delle primarie dello Stato di New York del 19 aprile. Cosi', ieri, in un evento pubblico a favore della ex First Lady in citta', e' andata in scena una commedia inedita e imbarazzante : i due DEM politicamente piu' vistosi d'America, la candidata frontrunner per la presidenza e il sindaco della citta' piu' importante del paese, accomunati sullo stesso palco dal fatto di essere entrambi oggetto di indagini giudiziarie dell'FBI che potrebbero chiudere le loro carriere. Ma andiamo con ordine e raccontiamo in sintesi i guai serissimi di de Blasio. Per riassicurare i lettori liberal usero' come traccia il riassunto del loro giornale preferito, il New York Times. Un giudice federale di Manhattan ha iniziato a sentire testimoni e a raccogliere prove nell'inchiesta che si e' focalizzata su due finanziatori di de Blasio. Uno e' Jona Rechnitz, che ha raccolto soldi per la elezione del sindaco (lui e la moglie hanno dato 4950 dollari ognuno) ma e' anche stato un donatore sia della campagna sia di una societa' no-profit, creata da de Blasio per sostenere la sua agenda programmatica (ed ora in liquidazione, chissa' perche'?). L'altro e' Jeremy Reichberg, che ha fatto una raccolta di 35 mila dollari per la stessa societa' no-profit. Registrazioni dell'FBI hanno catturato le loro conversazioni, hanno detto al NYTimes due fonti anonime vicine all'inchiesta. Sia Rechnitz sia Reichberg hanno fatto parte del comitato che ha gestito la inaugurazione di de Blasio a City Hall. I due, ebrei ortodossi, sono imprenditori immobiliari e consulenti che controllano molti palazzi in citta', ed hanno ovvie relazioni con l'amministrazione: gli inquirenti stanno cercando di capire se ci sono stati "quid pro quo" tra i loro interessi privati e la municipalita' attraverso i fondi forniti al sindaco per le sue politiche. I due personaggi erano gia' sotto indagine dal 2013 per lo scandalo degli alti ufficiali della NYPD: attraverso l'amicizia con Norman Seabrook, leader sindacale dei secondini del carcere metropolitano, e con l'afroamericano Phillip Banks III, al tempo il piu' alto ufficiale in uniforme e aspirante al posto di commissario capo, i due amici finanziatori di de Blasio avevano creato uno stretto rapporto pure con altri quattro dirigenti di distretto. E' emerso che li coprivano di regali, dai viaggi pagati per svago ai diamanti alle mogli, in cambio di trattamenti di favore. Non a caso, viste le prove della tresca, il commissario William Bratton ha gia' disposto le punizioni amministrative per i quattro dirigenti, in attesa di ulteriori sviluppi (due sono stati privati del badge e della pistola e due rimossi dagli incarichi operativi). Nel corso di una precedente indagine su un caso di possibile riciclaggio di denaro sporco, gli agenti federali avevano scoperto che i due ebrei erano stati vittime di un truffatore, Hamlet Peralta, padrone di un ristorante che agendo come un mini Maddoff aveva creato una finta finanziaria: si faceva consegnare denaro da gestire (e' arrivato a 12 milioni prima di essere scoperto e finire in galera) ma poi dava agli investitori solo gli “interessi” spendendo per se' il “capitale”, secondo il piu' classico “schema Ponzi”. Il lungo percorso delle inchieste che sono approdate ora al marcio in municipio e alla NYPD era stato in realta' avviato da un sospetto flusso di transazioni finanziarie svolto da un oscuro negozio di liquori di Harlem, di cui era titolare la sorella di Peralta. Una registrazione telefonica tira l'altra ed e' cosi' che l'Fbi e il procuratore di New York Bahrara sono arrivati su su fino alla campagna di de Blasio. Le vie della giustizia sono a volte tortuose, ma e' rinfrancante sapere che il sistema ha la capacita' di scoprire la mela marcia, soprattutto quando e' una grande mela. di Glauco Maggi

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