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Milioni ed elettori da Jeb a Marco RubioMa per battere Trump potrebbe essere tardi

Glauco Maggi
Glauco Maggi

Giornalista a NYC per Libero, autore di Figli&Soldi (2008), Obama Dimezzato (2011), Guadagnare con la crisi (2013), Trump Uno di Noi (2016). Politica ed economia. Autori preferiti: Hayek, M.Friedman, T.Sowell

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Marco Rubio sale, Ted Cruz scende. Peccato per loro che e' per la medaglia d'argento. E' questo il clima che si registra dopo la primaria della Sud Carolina, che ha relegato Cruz al terzo posto in uno Stato zeppo di evangelici e di iperconservatori che doveva essere il suo trampolino per il prosieguo della campagna. Avendo convinto “ Jeb! “ a mollare, dandogli un misero supporto del 7 e rotti per cento, gli elettori della Sud Carolina hanno messo in essere un trasloco di uomini e dollari dalla campagna di Bush a quella del suo ex “protetto”, Rubio, il senatore della Florida di cui il fratello di W. Bush era stato due volte governatore. A Jeb non sono serviti i 150 milioni raccolti dall'anno scorso e spesi negli spot televisivi, di cui una larga fetta proprio contro l'ex amico Marco, diventato il rivale ideologicamente piu' vicino e quindi il piu' pericoloso avversario in questo frangente. Sul fronte dei donatori, l'ex ambasciatore Francis Rooney, che aveva dato oltre 2 milioni di dollari al SuperPac pro Bush, e' oggi con Rubio, insieme al manager industriale Muneer Satter, a Phil Rose, avvocato di New York che sta coordinando il “trasloco” da Bush a Rubio di tanti altri finanziatori repubblicani. E a tanti altri ancora. In verita', pero', i soldi hanno contato poco finora in questa campagna dominata da un miliardario che ha speso (poco) di tasca sua perche' il brand personale e il provocatorio e spaccone modo di fare gli hanno garantito una presenza sui media di carta e nelle Tv che ha reso inutile per lui investire in spot a pagamento. Bisognera' dunque vedere ora che peso avranno nelle prossime sfide i milioni che entreranno nella casse di Rubio, ma il tempo a sua disposizione e' limitato, e piu' dei dollari a lui servirebbe che Ben Carson e John Kasich uscissero di scena e “liberassero” i propri fans come ha fatto Bush con una certa classe. Nel caucus di oggi 23 febbraio in Nevada i giochi, stando ai sondaggi, sembrano gia' fatti a favore di Trump, avviato alla terza vittoria di fila. Il giovane senatore di origine cubana, che ha vissuto molti anni in Nevada e potrebbe rafforzare la sua posizione con una buona performance, ha in realta' nel mirino gli 11 Stati del Superlunedi' del primo marzo, e soprattutto la successiva primaria in Florida del 15 marzo, in cui, per regolamento, chi arriva primo conquista la totalita' dei delegati. Per lui sara' l'ultima spiaggia, perche' dovesse perdere anche in casa contro Trump, che per ora e' in testa ai sondaggi anche nello Stato piu' “cubano' d'America, Marco sarebbe finito. Questo senso di urgenza e' ben avvertito dai parlamentari repubblicani che sono balzati sul carro di Rubio il giorno dopo l'addio di Jeb Bush, annunciando il loro sostegno: l'ex capo della maggioranza del GOP al Senato ed ex candidato presidente Bob Dole, i senatori Orrin Hatch dello Utah e Jeff Flake dell'Arizona, l'ex governatore del Minnesota Tim Pawlenty, il governatore dell'Arkansas Asa Hutchinson e i deputati della Florida Ileana Ros-Lehtinen, Mario Diaz-Balart e Carlos Curbelo e l'ex deputato Lincoln ­Diaz-Balart, e Thom Tillis deputato della Nord Carolina. Nessun senatore del GOP si e' invece schierato con Ted Cruz, a riprova del suo totale e personale isolamento tra i colleghi e nel partito repubblicano. Non bastasse, la sua campagna e' stata travolta dal terzo scandalo consecutivo per aver giocato sporco. In Iowa aveva sparso la falsa voce che Ben Carson si stava ritirando per ereditare i suoi voti, e aveva dovuto chiedere scusa. In Sud Carolina aveva diffuso calunnie con le telefonate automatiche. Ieri ha dovuto licenziare il suo capo delle relazioni pubbliche perche' aveva fatto girare un falso video in cui Rubio parlava male della Bibbia. Cruz e' chiaramente in una parabola calante, ma il problema per Rubio e' che vincere questa corsa e' solo il primo passo. di Glauco Maggi

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