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L'ultima di De Blasio l'animalista:salva i cavalli ma "ammazza" i bipedi

Glauco Maggi
Glauco Maggi

Giornalista a NYC per Libero, autore di Figli&Soldi (2008), Obama Dimezzato (2011), Guadagnare con la crisi (2013), Trump Uno di Noi (2016). Politica ed economia. Autori preferiti: Hayek, M.Friedman, T.Sowell

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Il sindaco de Blasio ha fatto dietro-front sul divieto delle carrozze a cavallo in Central Park, salvando i quadrupedi ma punendo i bipedi, quel crescente esercito di “taxisti con il triciclo”, o “pedicabisti”, che da anni fanno concorrenza ai taxisti in macchina in citta' e ai cocchieri delle carrozze a cavallo a Central Park. I turisti che hanno visitato recentemente la Grande Mela sanno di che cosa parlo. Ora, a beneficio di tutti i futuri visitatori, racconto la rivoluzione in corso. Dopo anni di braccio di ferro con il sindacato dei trasporti che organizza i conduttori delle carrozze, e che e' riuscito a bloccare la tentata eliminazione totale dei cavalli soprattutto perche' la popolazione, e i visitatori da fuori, li amano e li usano volentieri per fare un giretto al trotto a Central Park, il sindaco si e' rassegnato ad un compromesso. L'accordo raggiunto con le Union, e con la Speaker del Consiglio Comunale Melissa Mark-Viverito, prevede che il numero dei cavalli diminuira' dagli attuali 180 a 110 entro dicembre, e poi a 75 entro il 2018, cioe' in tre anni. Ma, insieme alla riduzione, e' stato anche deciso che le carrozze potranno girare soltanto all'interno del perimetro del parco. Oggi, siccome le stalle sono nella WestSide non lontano dall'Hudson River, ogni giorno gli animali devono attraversare una (piccola) fetta di citta' all'alba e al tramonto. Per eliminare i cavalli dal normale traffico, saranno quindi costruite delle stalle per ospitarli all'interno del parco, cosi' “lavoreranno da casa”. Il nuovo “contratto” prevede altre misure: l'arco di tempo in cui un cavallo potra' lavorare ogni giorno non potra' superare le nove ore, ma i conduttori potranno aumentare di 5 dollari le corse dopo le sei di sera dal 15 novembre al 5 gennaio, la stagione delle feste natalizie, e pure nei giorni di Pasqua e di san Valentino. Se i cavalli escono “mezzi salvi” dalla battaglia del sindaco animalista (i gruppi organizzati degli animalisti erano stati tra i piu' generosi nel sostenere finanziariamente de Blasio proprio perche' aveva promesso il bando totale), a fare pesantemente le spese dell'intesa sono i “pedicabisti”. Tra le nuove norme che entreranno in vigore in giugno, se approvate dal Consiglio comunale come pare certo, e' spuntata, inaspettata, anche quella che vieta ai taxisti in bicicletta di girare in Central Park al di sotto della 85esima strada. Se si pensa che il parco si estende dalla 59th Street alla 110th Street, che e' dove inizia Harlem, e che il Metropolitan Museum ha l'ingresso di fronte alla 81th Street, si capisce quanto sia punitiva l'idea di lasciare ai “pedicab” soltanto la porzione nord del parco. I turisti sono concentrati per il 90% sotto la 86th strada, e la quasi totalita' degli alberghi sono a Midtown. Le carrozze “a traino umano” sono insomma state sacrificate per dare ai sindacati dei cocchieri, in cambio del dimezzamento, l'esclusiva di fatto di operare nella zona piu' ricca di business. Laramie Flick, presidente della NYC Pedicab Owners association, l'organizzazione dei pedicabisti, ha detto che, “visto che la concorrenza di Uber ha distrutto il mercato nelle strade”, il divieto di girare nell'intera Central Park rendera' impossibile la sopravvivenza per tutti i circa 300 “taxisti a pedali”. “Qualcuno di noi potra' forse farcela a tirare avanti a Midtown, ma tra Uber e il divieto del sindaco sara' in pratica la fine dei pedicabs a New York”. di Glauco Maggi

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