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Donald Trump "pesca" il jolly: il rivale Ted Cruz glielo serve su un piatto d'argento

Glauco Maggi
Glauco Maggi

Giornalista a NYC per Libero, autore di Figli&Soldi (2008), Obama Dimezzato (2011), Guadagnare con la crisi (2013), Trump Uno di Noi (2016). Politica ed economia. Autori preferiti: Hayek, M.Friedman, T.Sowell

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Donald Trump ha pescato un jolly questa settimana. A dire il vero glielo ha regalato il suo principale rivale del momento, Ted Cruz, che ha avuto mercoledi' l'infelicissima battuta di accusare il miliardario, davanti a lui nei sondaggi nazionali per oltre 10 punti, di ‘incarnare i valori di New York'. Ed ecco lo scontro tra i due durante il dibattito su Fox Business di giovedi', il giorno dopo l'autogol di Cruz. Maria Bartiromo, la giornalista di Fox Business Channel, ha chiesto: “Senatore Cruz, lei ha detto che Trump, e cito, ‘incarna i valori di New York'. Puo' spiegare che cosa intendeva dire?” Cruz: “Ognuno capisce che i valori di New York City sono liberal socialmente o pro aborto o pro nozze gay , e focalizzati sui soldi e sui media… posso anche dirla in altro modo: non molti conservatori sono venuti fuori da Manhattan”. Maria Bartiromo: “Ne e' sicuro, senatore?” Interviene Trump: “Maria, in verita' ci sono conservatori che sono venuti fuori da Manhattan. Compreso William F. Buckley e altri, tanto per far capire…” E qui inizia l'affondo devastante di Trump, che prosegue: “… e a proposito - se posso, visto che lui ha insultato un mucchio di gente – io ho avuto un sacco di chiamate sulla dichiarazione che ha fatto Ted. New York e' un grande posto. C'e' ottima gente, c'e' gente che ama, che ha un grande cuore, gente meravigliosa. Quando il World Trade Center e' venuto giu', ho visto qualcosa.. ho visto che nessun altro posto sulla Terra avrebbe potuto rispondere in modo piu' bello, piu' umano che New York. C'erano due grattacieli da 110 piani che sono crollati, io li ho visti venire giu'. Migliaia di persone uccise, e l'opera di rimozione e pulizia e' iniziata il giorno dopo. Ed e' stata la piu' terrificante operazione di rimozione nella storia… in questo campo, nella costruzione…, e io ero li'. Non avevo mai visto niente del genere. E la gente di New York lottava, e lottava, e lottava. E noi vedevamo sempre piu' morti, e anche l'odore della morte … nessuno lo capisce. Ed e' stato con noi per mesi. L'odore. L'aria. E noi abbiamo ricostruito Manhattan, e tutti nel mondo guardavano , e ognuno nel mondo amava New York e amava i neworkesi. Devo dirtelo, e' stata veramente insultante la dichiarazione che ha fatto Ted”. Forse chi non ha vissuto in America quella vicenda, il crollo, i 3mila morti, la citta' devastata, e immediatamente la risposta della solidarieta' di tutto il popolo americano che si e' stretto tutto a New York, non puo' capire l'effetto che ha provocato la rievocazione di Trump. Intensa, partecipata, sincera. E legittima. Cruz ha cercato di riparare il danno applaudendo le parole di Trump, insieme all'applauso di tutta la sala. Ma Trump lo aveva gia' incenerito, perche' aveva saputo con grazia toccare un tasto di ineguagliabile emozione, un argomento che non aveva pari tra tutte le polemiche banalmente elettorali della serata. Ed e' stato cosi' “alto” nel suo diabolico ricordo delle Torri Gemelle, Trump, che non ha neppure infierito sul resto dell'autogol di Cruz. Ha lasciato che lo facessero, dopo, i media. Cruz ha disprezzato New York perche', aveva detto, tra i suoi valori c'e' il denaro. Ma sua moglie, che lavora alla Goldman Sachs (la cui sede centrale e' a New York), non aveva esitato a farsi prestare mezzo milione per pagare la campagna senatoriale di Ted nel 2002. “Crepa, Ted!”, ha titolato in prima il New York Daily News. Fino a tre giorni fa, Trump era un paria per i commentatori che pesano, quelli che influenzano il mondo dell'establishment repubblicano, dagli editorialisti del Wall Street Journal a John Podhoretz, per citarne un paio. Finora i repubblicani DOC si erano rifiutati di pensare a Donald come a un candidato serio, a dispetto dei sondaggi, ma dopo giovedi' sera hanno cominciato a cambiare il tono del giudizio. Nel suo editoriale di apertura di oggi 16, il WSJ ha scritto: “Lo scambio e' stato tanto piu' notevole perche' Trump lo ha gestito in un modo anti-trumpiano: studiato e persino piacevole. Ha mostrato un candidato piu' educato e gentile di quello che e' stato spesso e ha fatto capire che potrebbe possibilmente essere capace di essere attraente per un pubblico piu' largo di votanti di quanto non sia stato finora”. I sondaggi sono chiari nel dire che i due, Trump e Cruz, sono i front-runners per la nomination, ha continuato il giornale, “ma la sfida per entrambi e' far vedere che possono raggiungere gente oltre la base del GOP per vincere in novembre. E lo scambio sui ‘valori di New York' suggerisce che Trump capisce il compito meglio di Cruz”. “Come performance, Trump si e' bevuto tutta al concorrenza, e, credetemi, non ho alcun piacere nel dirlo”, ha commentato sul New York Post il giornalista conservatore John Podhoretz. Che, a proposito, con tanti altri intellettuali neocons del Weekly Standard e della NationalReview, “viene fuori da New York”. di Glauco Maggi

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